PISTOIA. Mancano ancora solo pochi dettagli: qualche vaso, due piante e le luci che ne irrorino la bellezza. Il resto però, le trentacinque tele e alcuni oggetti costruiti attorno alle sue pitture sono già lì, nell’atrio del Tribunale di Pistoia dove dal pomeriggio di domenica prossima, 3 maggio e fino al 30 dello stesso mese, Anna Nigro darà vita alla sua ennesima personale, che stavolta sta Tra cielo e terra.
“Nel mezzo – spiega la pittrice, che è già sulla location della propria mostra in compagnia della grafica pubblicitaria Sara Niccolai e dello scultore Valerio Savino, gli organizzatori dell’evento –, tra la terra e il cielo, c’è la carne, il desiderio, la tentazione. Qui si arrovella l’umanità e qui si compiono i più grandi prodigi, i più aberranti misfatti”.
Cosentina di Castrovillari, Anna Nigro vive da circa venti anni a Pistoia, sposata e madre di due figli: è una straordinaria autodidatta, che non ha seguito scuole, né corsi di pittura.
“Lo faccio da sempre – aggiunge l’artista –. Da piccolissima, la sera, con il carboncino, imbrattavo il camino di mia nonna che puntualmente, la notte, ripuliva. A sedici anni ho capito e deciso che la pittura sarebbe stato il mio pane quotidiano e da allora non mi sono più fermata”.
Certo, è riuscita a sopravvivere lavorando come cameraman e scenografa per svariate emittenti televisive private calabresi, in gioventù, senza però mai perdere di vista e di mano il vizio delle tele.
“Sono la testimonianza dell’esistenza di Dio – dice ancora Anna – altrimenti, senza istruttori, professori, insegnanti e docenti che mi alfabetizzassero e indirizzassero nell’arte, non avrei mai potuto scoprire una dote che è naturale, chimica e che non faccio altro che imboccare e sfamare quotidianamente. Dipingo, per lavoro, da quando avevo sedici anni e ho sempre trasportato sulle tele quello che le sensazioni mi offrivano come bagaglio emotivo”.
In questo Tra cielo e terra c’è qualcosa di biblico; ma anche di emozionale.
“Stavo studiando teologia – entrando così nel dettaglio tecnico della sua personale – e sono rimasta impressionata dalla filosofia tentatoria: lo è nella Bibbia, come esame e prova ascetica, lo è nella vita degli uomini, come esigenza e desiderio, spesso irresistibili. Tra lassù e quaggiù c’è il mondo che avanza con deambulazione incerta, a volte tapina , altre fiera: per tutti la tentazione è continuamente un’istigazione alla vita e un rischio della morte.
“Siamo sospesi e così resteremo, fino a quando non andremo a popolare un universo che ci è incomprensibile e sconosciuto perché è troppo più grande di noi, un cosmo al quale apparteniamo, dal quale proveniamo e nel quale torneremo, una concentrazione nella quale la tentazione, come passione e pulsione, cesserà di esistere alla stregua di ogni altro bisogno perché da quale momento in poi la nostra anima non avrà più bisogno di nulla”.
Il tratto è forte, chiaro, sontuoso; i quadri hanno uno spessore, l’anima guida la mano, che si ricorda, pensando, di passare dal cuore e da tutti i centri nevralgici del corpo. La nudità, a volte musicale, altre surreali, è la tematica centrale, il tender di questa esposizione. La cromatura fa il resto, un appendice che denota, esasperandolo, il coraggio e la consapevolezza dell’artista, alla quale, altro punto in suo favore, non manca nemmeno uno smisurato senso umoristico.
“Mi hanno chiesto un dipinto – conclude Anna Nigro, impaziente di aspettare ancora 48 ore prima del battesimo del suo nuovo evento – per il profilo di facebook: mi sono cimentata in un autoritratto (che è all’inizio del percorso della mostra – n.d.r.): di profilo, naturalmente”.