trasparenze. LA CAUSA DEL BLOCCO IMPIANTO DEL 20 AGOSTO ERA FALSA

Immagine del teatro dell’incendio (tratto da www.ifogli.it)

MONTALE-AGLIANA. L’avevamo sempre detto che la relazione dello studio di ingegneria ambientale Desmos non poteva essere verosimile, come invece ha affermato il Direttore di Arpat Andrea Poggi.

Non è per dimenticanza che, infatti, siamo stati esclusi dal novero degli invitati ammessi alla visita della famigerata centrale Ups dell’inceneritore di Montale tenuta questa mattina dopo quattro mesi di contestazioni e che ha permesso una comprensione genuina della dinamica dell’accaduto.

Gli uomini di Ladurner hanno dunque confessato: il blocco non è stato causato dalla fuliggine e dunque la perizia Desmos è viziata.

Gli uomini di Ladurner, il secondo da destra l’Ing. Pacitti di Desmos

È stato il direttore di impianto, l’Ing. Brizzi che ha accompagnato alcuni consiglieri dei comuni di Agliana e Montale tra i quali ci riferiscono Alberto Fedi, Nadia Baldi, Massimo Bartoli e anche il presidente della Commissione ambiente congiunta taroccata (la perizia Desmos è infatti oggi dimostrata come artefatta e viziata), anche automobilista pendolare Andrea Acciai e i fotografi de La Nazione e il Tirreno, oltre ai colleghi Bini e Artioli, ma nessun invito è stato spedito alla nostra redazione, né tanto di meno a quella del collega Porciatti che ha ben denunciato sul suo blog “Ifogli” le incongruenze riportate dall’Ing. Manlio Pacitti di Desmos Ingegneria nell’elaborato tecnico richiesto, spiegandoci l’inspiegabile, il contraddittorio e l’illogico? Quali sono state le vere cause del blocco impianto del 20 Agosto? Chissà chi lo sa!

L’incendio sull’Agna con il fumo che sale verticalmente in mancanza di vento

Dopo le critiche, i nostri complimenti vanno certamente all’Ing. Nicola Cipriani di Usl Centro che provvide – e osserviamo “arditamente” (viste le conseguenze) – a esprimere le sue perplessità.

Chissà cosa farà la Procura della Repubblica di Pistoia che indaga sulle cause dell’incendio che interessò qualche chilometro dell’argine del torrente Agna e che è stato surrettiziamente usato come la causa originaria del corto circuito del blocco.

Arpat ha riferito al Comitato Emas di Ispra che i “blocchi d’impianto” non sarebbero mai più succeduti, avendo Ladurner risolto ogni “criticità” di gestione sull’impianto.

Arpat

L’Ing. Brizzi ha chiaramente risposto alla domanda formulata dal consigliere di opposizione di Montale Alberto Fedi, sulla modalità di introduzione delle chips vegetali incombuste asseritamente introdotte all’interno della centrale (peraltro posta in quota rialzata dal piano di campagna!) e così causare il più incomprensibile “corto circuito”.

Come stato possibile che Ladurner abbia spedito le famigerate chips al laboratorio Ecolstudio di Lucca, classificandole come rinvenute all’interno della centrale, mentre il direttore Brizzi ha candidamente confermato di averle raccolte di sua mano sull’argine dell’Agna?

Brizzi ha anche riferito ai consiglieri che si è sbagliato, dichiarando la sua presunta “buona fede” al momento.

Peccato – osserviamo noi – che la motivazione sia poi stata surrettiziamente introdotta all’attenzione dei commissari impegnati in una apposita commissione ambiente congiunta e che nessun abbia fatto delle rettifiche o aggiornamenti di integrazione.

Questa la planimetria usata da Desmos Ingegneria per la dislocazione della centrale ups

Per quale motivo Desmos ha accettato supinamente di ratificare la tanto insolita e incongrua causalità immediatamente riconosciuta dal dirigente delegato dal Usl Centro e ignorata dal Direttore di Arpat?

Forse c’era da costituire un elemento di relazione causale fortuito, per poter avviare le azioni di risarcimento nei confronti della società di assicurazione dell’impianto?

E dunque, questi comportamenti non connotano la fattispecie di reato nota come falso ideologico in atto pubblico allorquando la relazione è stata introdotta nella Commissione congiunta ambiente del 27 Settembre?

[Alessandro Romiti]

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