trasparenze. USL CENTRO CONTESTA LA RELAZIONE DESMOS

L’ingegnere Massimo Selmi

PISTOIA — MONTALE. La montagna ha partorito il topolino. E che topo! Il dirigente del Dipartimento Prevenzione Massimo Selmi fu tanto categorico e determinato al diniego che, la banale richiesta di chiarimenti si caricò di una ingiustificata pesantezza, confortata dal fatto che Usl Centro aveva dato delle direttive rigorose: tutte le risposte o dichiarazioni dei dirigenti devono passare dall’Ufficio stampa.

Ci vorrà perdonare la collega Daniela Ponticelli se ci prende un moto di ilarità, quando vediamo che l’ing. Selmi la pone nell’elenco dei destinatari. Ma se il chiarimento richiesto era stato respinto dal Dipartimento Prevenzione per la necessaria presa di carico dell’ufficio stampa, come mai questo cambio di gestione dell’ufficio stampa, passato da mittente a destinatario?

Gli uomini di Ladurner, il secondo da destra l’Ing. Pacitti di Desmos

La nota è tutta dedicata alla comprensione del più autentico pensiero del dirigente Ing. Nicola Cipriani che – anche se non lo avrà immaginato – con quella affermazione di essere perplesso formulato a genuino commento della relazione Desmos, sarà probabilmente destinato a divenire più celebre dell’Obbedisco di Garibaldi a Teano.

Non è la prima volta che i responsabili del Dipartimento di Prevenzione sono in distonia con quelli di Arpat, ma questa volta lo sono di più, vista la manifesta contrapposizione (niente affatto semantica, l’Ing. Massimo Selmi, dovrà farsene una ragione) che sussiste tra il – comunque prudente e moderato – aggettivo usato dall’Ing. Cipriani con l’altro, quel plausibile espresso a denti stretti, dal Direttore di Arpat Andrea Poggi che oggidì, si rimarca per la sua apparente avventatezza, come sarebbe quella di un carciofo in un campo di margherite.

Chissà cosa avrà pensato il Prefetto Ciuni della tanto puntigliosa richiesta di chiarimenti che non potrà non essere compresa senza la lettura della famigerata perizia Desmos per la quale si è scomodato anche l’Ing. Manlio Pacitti, appositamente giunto da Milano.

Chissà se la compagnia di assicurazione che sarà chiamata al risarcimento del fortuito (?) danno, avrà notizia di questi aspetti solo apparentemente pittoreschi o folckloristici come piace dire al Sindaco Mangoni.

Tornando al Cipriani pensiero, la sua perplessità (il termine è comunque un eufemismo) nella valutazione della perizia era riferibile a tre aspetti:

  • la modalità con la quale il materiale incombusto di fuliggine mista a chips di legno sia potuta entrare nella centrale Ups;
  • l’omessa descrizione della posizione dei morsetti elettrici (se sono in parete, come solito è, la forza di gravità impedisce lo stazionamento delle polveri o detriti di materiale ipoteticamente trasportato da vento per oltre 180 metri!);
  • la capacità di conduzione elettrica delle suddette chips legnose. Tutte condizioni decisamente poco plausibili, alla narrazione tecnica, se bene verificate.
Fumi dell’incendio del 20 Agosto

Anche il lettore più sprovveduto, a questo punto, potrà capire bene che se le tre condizioni non sono giustificate, perché inverosimili, crolla la relazione di causa introdotta dalla Desmos e con essa la possibilità del risarcimento per un evento eccezionale che non sarebbe indotto da cause di forza maggiore.

Avremmo un evento colposo, condito di “falso ideologico”?

Si configurerebbe infatti la fattispecie del falso ideologico in atto pubblico, visto che la relazione Desmos è un atto disposto da un Ente pubblico, per un pubblico interesse. Chissà cosa pensa di questa vicenda la Procura della Repubblica che ha aperto un fascicolo proprio sull’incendio del 20 Agosto scorso?

[Alessandro Romiti]

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