MONTALE-PISTOIA. Torniamo ancora sulla questione Betti/Carbonizzo di Fognano. Una questione, a nostro giudizio, piuttosto impegnativa – almeno a giudicare dai documenti che abbiamo letto –; eppure circondata da una «muraglia cinese di silenzio» nella più pura tradizione pistoiese di ascendenza dannunziana: Pistoia città del silenzio.
Per Pistoia, ovviamente, si intende anche il contado e, nella fattispecie, la podesteria di Ferdinando Betti, il Sindaco della Montale Futura che, al contrario, è sempre la solita di sempre, quella leopardiana dei «sovrumani | Silenzi, e profondissima quiete». Infatti Betti è il “Sindaco muto”.
Orgogliosamente orgogliosa, Pistoia – senza che alcuno se ne sia più o meno accorto – è stata (2017) capitale italiana della cultura: verrebbe da dire della sua cultura, la cultura della reticenza, dell’intrasparenza, della sonnolenza, della resilienza, della resistenza (a chi intende chiedere e sapere), dell’indolenza e di quant’altro finisca in -enza, tranne (forse) la Val d’Enza, anche se nel settore dell’assist-enza è una specie di melassa mel-enZa che ingloba e annichila tutto. In metafora scherzosa, ma drammatica, Pistoia è come una «boccia di assenzio: ti acciúcchisce nel silenzio».
E ora che abbiamo scherzato con le parole, avanti tutta! Il commento di oggi, sabato 3 agosto, è dedicato a una signora ottimista, molto simpatica, ma che, come i gattini piccoli, non sa regolare bene le unghiette e dà di fuori con giudizi supportati dal niente che si nóma ideologia.
Sulla questione Betti/Carbonizzo di Fognano abbiamo pubblicato ben 8 interventi 8: nel silenzio ermetico più assoluto. Li trovate tutti linkati a fondo-pagina e li potete rileggere comodamente in fila: sapete che noi abbiamo il vizio della filologia e della storia; non diciamo mai una cosa che non sia saldamente fondata sui documenti, le cosiddette «fonti», che gli ideologizzati progressisti sembrano aver dimenticato in sottoscala.
Gli attori della tragicommedia del Carbonizzo sono vari. L’Amleto shakespeariano in questo caso sarebbe la Meridiana Immobiliare srl, che, pochi giorni prima dell’elezione di Ferdinando Betti, ha iniziato a gridare a squarciagola «Something is rotten in the state of Denmark/Montale».
Rotten non significa rotto, ma marcio: anche se la gente, forse, s’è rotta di vedere certe cose come alcune opache manovre sulle aree edificabili misteriosamente manifestàtesi nel regno di Re Claudius/Ferdinando in quel di Fognano.
L’Amleto/Meridiana, che da anni vuole risanare il sito del Carbonizzo, e costruire quanto le era legittimamente consentito dallo strumento urbanistico al momento della sua richiesta,
1. viene “fatto girare intorno al cespuglio” per anni;
2. viene chiamato a parziali risanamenti dell’ex-sito industriale;
3. viene invitato a progettare e realizzare parcheggi, da donare al Comune.
E poiché non ha superficie utile sufficiente, Amleto/Meridiana è, di fatto, portato ad acquistare il terreno necessario da una multi-proprietà (Arciconfraternita della Misericordia di Pistoia + 4 altri ????) a un prezzo più che cattolico, ebraico – tanto per restare in atmosfera shakespeariana –, cioè da… Mercante di Venezia.
Amleto/Meridiana stringe i denti e china la testa: ha da realizzare il suo progetto e fa di tutto (a nostro parere più che legittimamente) per giungere “al dunque”. Eppure questo «dunque» somiglia alla famosa carota appesa alla canna da pesca tesa dinanzi alla testa dell’asino che, per raggiungerla, corre, corre e corre (e intanto tira il carretto) senza mai riuscire ad acchiappare e mangiare la succulenta verdura che lo alletta.
Di colpo – fine 2018 – il carro si ferma e Amleto/Meridiana si accorge del fatto che la famosa carota non c’è più. Dov’è mai finita? Non solo, ma dal carro trainato per anni con tanta fatica, mancano anche alcuni sacchi di grano: duemila metri quadrati di terra edificabile cancellati dal progetto/Meridiana con il nuovo strumento urbanistico di fine-anno. Regalo di Natale?
Amleto/Meridiana, irritato, torna sui suoi passi alla ricerca dei due sacchi-di-grano/terreno-edificabile mancanti: e scopre che essi sono finiti altrove, sono caduti su terreno altrui. Ma terreno… di chi?
E, a questo punto, siamo improvvisamente a Pasqua. Dall’uovo salta fuori la sorpresa: i due sacchi tolti a Amleto/Meridiana con la motivazione/scusa «a Fognano ci sono abbastanza case, è inutile costruirne altre…», sono stati concessi a un diverso lotto di terreno, reso edificabile a 500 metri di distanza, che appartiene a quegli stessi signori-multiptoprietà (Arciconfraternita della Misericordia di Pistoia + 4 altri) che avevano già venduto ad Amleto/Meridiana la terra da parcheggi a un prezzo – come abbiamo detto prima – da Mercante di Venezia.
Spolveratevi di dosso, signori lettori/elettori di Montale Futura, la vostra atavica-ideologica pigrizia; e rileggete, con la calma necessaria, tutti gli articoli che abbiamo dedicato alla vicenda.
Fatevi una vostra opinione sui fatti e non sull’ideologia di parte: non crediamo che sia saggio presumere che Betti, in quanto democratico e non trumpiano, sia sempre come Dio, il Papa e Obama, cioè infallibile.
Amleto/Meridiana inizia una campagna (anche legale) proprio durante gli ultimi giorni della campagna elettorale di Betti.
Invia una dettagliatissima lettera-resoconto degli eventi a tutti i quotidiani (cartacei e on line) di Pistoia, ma nessuno – tranne, ovviamente, Linea Libera, regina, come dice la Dardanelli, del “giornalettismo di merda” – pubblica una riga.
Nessuno, forse, voleva mettere in difficoltà Betti/Claudius mentre stava vincendo le elezioni? Fosse così – permettetecelo – sarebbe un vero disastro per l’informazione: una specie di caso-Palamara, ovvero di politicizzazione della stampa locale e, giustamente, un tradimento in piena regola di uno dei principi fondanti della legge (art. 2) dell’ordine dei giornalisti: «Giornalisti e editori sono tenuti […] a promuovere […] la fiducia tra la stampa e i lettori». Come, però? Tacendo la verità o postdatandola come fosse un assegno…? Siamo convinti che questo contravvenga alle “regole bancarie”.
Perché solo Linea Libera (spregiata da Betti, che la discrimina in quanto non favorevole a lui e alla sua parte politica) ha pubblicato sùbito la lettera di Amleto/Meridiana? È forse più stupida degli altri quotidiani o cos’altro? La Nazione ne dà notizia molto dopo, sfumandone i contorni. Di altri non sappiamo niente: ma a noi non interessa quello che fanno gli altri; verifichiamo e diamo le notizie quando le abbiamo e basta.
Ora sembra che in mezzo a questo strano caso di Amleto e di Re Claudius, ruotino anche dei politici locali della Pistoia dei silenzi. Ma – come si dice – il tempo sarà galantuomo anche per chi ha perso la lingua come Betti, il suo ufficio tecnico e l’Arciconfraternita della Misericordia?
A questo punto – ci spiace per la signora Dardanelli – la cosa sarebbe già in mano alla Procura della Repubblica, affidata al Pm dott. Leonardo De Gaudio.
Betti/Claudius, però, può fare una cosa intelligente che, del resto, ha già sperimentato con successo. Può fingere di correre in Procura a verificare. E magari poi può convocare una nuova conferenza-stampa (rigorosamente senza Linea Libera, come accadde l’altra volta, il 10 maggio scorso) per mostrare ai colleghi giornalisti un pezzo di carta scarabocchiata onde far loro credere che, come al solito, «non è vero nulla» e che quello che noi di Linea Libera abbiamo scritto sin qui, è solo… «giornalettismo di merda»!
Edoardo Bianchini
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2 thoughts on “triangoli&squadre. ‘ANNUIT COEPTIS’, OVVERO: LE VIE DELLA PROVVIDENZA SONO INFINITE”
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