tribunale. MOLESTIE ALLA STUDENTESSA, PARLANO I TESTI DELLA DIFESA

Patrizia Martucci [dal Tirreno]
PISTOIA. Un uomo attento e scrupoloso, un professore esemplare, severo certo, ma anche capace di relazionarsi con i suoi alunni. Un po’ più rigido forse con i maschietti, più dolce con le ragazze.

I testi della difesa di Maurizio Zappalà lo hanno descritto così. Tra questi, a parlare questa mattina, 7 marzo, nell’aula penale del Tribunale di piazza Duomo, davanti al collegio composto dai giudici Gaspari, Martucci e Bizzarri, anche Giovanni Marruchi, attuale preside dell’istituto Einaudi.

Presente in aula anche la ragazza, oggi maggiorenne, parte offesa in questo processo, accanto al suo legale Elisabetta Vinattieri.

L’imputato Zappalà, 58 anni, professore di un istituto tecnico pistoiese, è accusato di violenza sessuale nei confronti di una sua alunna, all’epoca dei fatti minorenne. L’avrebbe costretta, secondo l’accusa, “a subire atti di natura sessuale”. Tra gli episodi contestati dall’accusa, fatti accaduti tra il 2011 e il 2012, un presunto palpeggiamento che sarebbe avvenuto durante un compito in classe. Le molestie sarebbero poi continuate anche in rete, tramite messaggi inviati su Facebook.

“Mai sentita una lamentela nei suoi confronti, mai avuto notizia di comportamenti inadeguati – ha detto Marruchi, interrogato dai legale della difesa Leonardo Zilletti (oggi però assente) e dall’avvocato Giada Maggini – era un ingegnere molto scrupoloso”.

Marruchi ha raccontato del suo incontro con il professore Zappalà, quando nel 2003, in ottemperanza alle norme sulla sicurezza negli edifici scolastici, gli istituti dovevano munirsi di un esperto in materia. Zappalà prestò servizio contemporaneamente in tre istituti pistoiesi: nelle tre scuole venne costruita una rete Rstp proprio in materia di sicurezza, di cui faceva capo appunto lo stesso ingegnere Zappalà.

Oltre al preside Marruchi sono stati ascoltati anche altri tre testi, tra cui la madre di due ex alunni del professore imputato, all’epoca dei fatti rappresentante di classe e presidente del consiglio di istituto, oltre a due ex alunne di Zappalà.

Un po’ più insicura la testimonianza di una delle due ex studentesse, oggi 29enne, nel raccontare i particolari di una cena di classe, dove il professore avrebbe dato un passaggio in macchina (un’auto a soli due posti) alla teste per andare alla cena, mentre al ritorno l’avrebbe dato ad un’altra alunna. “Dava voti più rigidi ai ragazzi rispetto alle ragazze – ha detto la 29enne in aula, con voce bassa e tremolante – era rigido sì, ma sapeva anche scherzare. Forse non era proprio uguale con tutti (riferendosi al suo comportamento), andava un po’ a simpatie… ma questo lo fanno tutti i professori”.

“Usava espressioni colorite? Ha mai chiesto i numeri di telefono ai suoi alunni” ha domandato il pm Grieco. “No, non mi sembra”.

Più volte è intervenuto questa mattina il giudice Gaspari, presidente del collegio giudicante rivolgendosi agli avvocati di Zappalà che interrogavano i testi: “Domande troppo suggestive e troppo mirate”.

“Cordiale, spiritoso, parlava con noi ragazzi… aveva qualche atteggiamento confidenziale, ma sempre con rispetto – ha raccontato un’altra ex alunna questa mattina – aveva iniziato a stringere rapporti con tutti noi, soprattutto con …. (facendo il nome della ragazza parte offesa). Era solito dare soprannomi agli studenti, ma loro non ne sembravano offesi, anzi… ci ridevano su”.

E poi la testa ha ricordato qualche pacca sulla spalla (sempre però di ragazzi) e un abbraccio tra Zappalà e la parte offesa.

Zappalà era stato rinviato a giudizio nel luglio del 2013 dal gup Roberto Tredici, oltre ad essere stato rimosso dal proprio incarico e allontanato dalla scuola a seguito del provvedimento firmato dal pubblico ministero Giuseppe Grieco, titolare delle indagini.

A fine marzo, forse, la tanto attesa sentenza.

[Alessandra Tuci]

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