PISTOIA. Alcuni rosiconi del Pd hanno subito bollato come puramente strumentale la posizione del senatore Vannino Chiti sul referendum ‘stop trivelle’.
L’ex sindaco di Pistoia, già presidente della Regione Toscana e Ministro per i rapporti con il Parlamento, ha reso nota la sua chiara convinzione con due post apparsi nei giorni scorsi sul proprio blog (vedi: primo e secondo).
C’è da dire che il senatore pistoiese, eletto in un collegio elettorale in Piemonte alle ultime politiche, dimostra, almeno in questo caso, quella serietà aliena ad altri parlamentari ugualmente pistoiesi (a partire dal giovane Fanucci, con i suoi ricciolini a putto col baffo cinquecentesco), sistematicamente ciarlieri, pronti a sparare i più banalissimi slogan su tutto, anche quando non richiesti, come su Pistoia capitale della della cultura 2017. Parlamentari pistoiesi che, in buona compagnia di tantissimi esponenti democratici nazionali ma non solo, sul referendum del 17 aprile non hanno detto pio, forse in attesa di ordini scuderia o per non sgualcire la propria consolidata immagine di yes man. Ecco il primo intervento:
“Andrò a votare sì al referendum sulle trivellazioni e sostengo le motivazioni delle Regioni che l’hanno proposto. Nei referendum i partiti devono dare un orientamento ma poi lasciare sempre la libertà di voto”.
Lo afferma il senatore del Pd Vannino Chiti. “Per noi – aggiunge l’esponente dem – è sempre stato così. Quello che ai partiti non può essere permesso è banalizzare questi appuntamenti di coinvolgimento dei cittadini e di fatto sostenere il non voto. Di tutto ha bisogno la nostra democrazia tranne che di incentivi all’astensionismo.
“Già esiste un grande distacco tra partiti, istituzioni e cittadini. Non va incentivato ma superato. La paura della partecipazione è un arroccamento autodistruttivo. Anche ai partiti non conviene seminare vento perché si raccoglie tempesta.
“Contrapporre poi al diritto democratico di decidere da parte dei cittadini i conti della spesa è sempre stato un esercizio autoritario delle destre: colpisce e sconcerta – conclude Chiti – trovarlo ora nelle dichiarazioni di due vicesegretari del Pd. Oltretutto sarebbe stato auspicabile l’election day con le amministrative: se c’è da cambiare le norme si può fare in poco tempo”.
Inoltre il senatore Chiti non ha risparmiato parole al vetriolo verso quanti evitano, con tutti i trucchi, citando pure Romano Prodi (l’ex premier mortadella), di entrare nel merito del referendum, della politica energetica italiana e del relativo dibattito collettivo.
Alcuni “malpensanti” del Pd affermano addirittura che il senatore pistoiese sia un “prete” e che la sua posizione derivi dall’appiattimento su appelli ufficiali comparsi su L’Avvenire nonché da parte di esponenti della Conferenza Episcopale Italiana e di alcuni vescovi.
Questo il secondo post:
Alcuni esponenti del mio partito richiamano solennemente quanti di noi andranno a votare al referendum e voteranno sì, alla coerenza con le posizioni di Romano Prodi. Non tutti i protagonisti di questi richiami hanno praticato Prodi né soprattutto ne hanno tratto profitto sul piano del metodo, della libertà e responsabilità di pensiero”. Lo afferma il senatore del Pd Vannino Chiti.
Prodi – prosegue l’esponente dem – non ha fondato un credo di fede né scritto testi sacri: avere convinzioni diverse su singole scelte non ha niente di straordinario. Questi improvvisi innamoramenti suonano tanto come strumentali. Mi misurerei piuttosto con il diritto alla partecipazione dei cittadini, che noi più di altri abbiamo il dovere di assicurare, e con argomentazioni di merito. Gli slogan quotidiani hanno stancato.
Vedi anche:
- Trivelle. Nasce il comitato “17 aprile voto sì”
- Trivelle. Possibile Pistoia: «Un sì pensando alla green economy»
- Geri a Baldi: «A volte è meglio stare fuori dal campo»
- Referendum-trivelle. Baldi (Pd) e il no: «Importante andare a votare»
- «L’evidente inopportunità di due chiamate al voto in un mese»
- Referendum-trivelle. Sessa: «Votare sì per un’Italia moderna»
- No election day & milioni buttati: i renziani che dicono?
Questo intervento di Vannino Chiti dimostra una volta di più che non bisogna mai dare giudizi preconfezionati, ma fare lo sforzo di giudicare le cose e le persone volta per volta, argomento per argomento. Tutto ciò per arrivare a dire che Vannino Chiti è sì il simbolo di epoche passate, della “vecchia politica”, e di tutto quanto altro vogliamo. Ma è anche uno che, quando decide di mettere davvero in moto il cervello, simpatico o meno simpatico che sia, di questi stupidelli senza arte né parte che ci dobbiamo sorbire mattina e sera all’interno del P.D, se ne mangia dieci per volta.
Per cui, giustissimo partecipare, andare a votare, votare SI. In barba all’indisponente arrogante e presuntuoso ducetto di Rignano che mira, in maniera subdola e disonesta, ovviamente sostenuto in maniera acritica ed acefala dai suoi guardaspalle, a mandare tutto a monte grazie all’astensionismo.
Piero Giovannelli
Buon giorno Piero!….io invece ho la netta sensazione che trattasi di frustrazione da astinenza. In ogni caso il PD fa ridere. Il governo con una posizione, i governatori PD con una posizione opposta e il partito che sembra un pollaio con galline bianche e galline nere. In mezzo naturalmente c’è l’inesistente dibattito sulla politica energetica di questo Paese.
Buongiorno…si…va tutto bene senatore, benissimo anche i richiami alle regole democratiche e alla partecipazione, purchè poi se ne tenga conto, visto che l’Italia, compresa quella dell’epoca in cui Lei ha ricoperto ruoli di primo piano, ha una consolidata e vergognosa tradizione nel vanificare, non rispettandoli, gli esiti referendari: in primis quello sul finanziamento pubblico ai partiti, e a seguire quello sulla responsabilità civile dei magistrati e sull’acqua pubblica. Sennò meglio evitare prediche.
Buona sera, Massimo,
inizio dalle cose più facili. Sì, e lo dico senza problemi; il P.D è quella cosa lì, pollaio o altro ancora, e il dibattito, ma quello serio è assente. Su questo siamo pienamente d’accordo.
Quanto alle frustrazioni di Vannino, può darsi. Il tipo avrebbe tante cose da spiegare e, anche lui, quando ci si mette, è discretamente arrogante ed intollerante. (e lo dico per esperienza diretta per una e-mail di qualche tempo fa).
Però, questa volta, a mio avviso, ha detto una cosa giusta con parole adeguate. Se, sull’ argomento, “trivelle” devo scegliere tra lui ed i vari personaggetti insulsi, impalpabili, privi di idee che si possano ritenere tali, come i vari Edoardo Fanucci, Massimo Baldi, Elena Boschi (il meglio della Toscana, non c’è che dire!), scelgo il “piemontese” Vannino. Pronto, ovviamente, a criticarlo se e quando se ne presenterà l’occasione, su altri argomenti.
Un caro saluto ed alla prossima,
Piero
Alla prossima!