ROMA. Il quorum non è stato raggiunto ma di due cose siamo certi. La prima è che la proroga senza limiti delle concessioni per l’estrazione di petrolio e gas rimane una colossale ingiustizia, in contrasto con le regole del diritto Ue sulla libera concorrenza.
La seconda è che non sarà certamente il mancato raggiungimento del quorum a fermare un cambiamento del modello energetico che sta già mettendo le fonti fossili ai margini, perché esiste un altro scenario più conveniente, pulito, democratico.
La nostra battaglia continua e la straordinaria mobilitazione dal basso organizzata in poche settimane, malgrado disinformazione e inviti all’astensione, dimostra il consenso di cui gode tra i cittadini il tema dello sviluppo sostenibile, per combattere i cambiamenti climatici e far crescere le energie pulite.
La campagna referendaria ha messo in evidenza come l’ambiente sia diventato oggi una questione centrale per i cittadini e trasversale agli schieramenti politici. Il Governo Renzi, malgrado gli inviti all’astensione e le politiche a favore delle fonti fossili, dovrà prenderne atto e accelerare sulle scelte di tutela degli ecosistemi e di sviluppo incentrato sulle fonti rinnovabili.
L’Italia possiede oggi risorse naturali e opportunità per ridurre l’utilizzo di petrolio e gas puntando sulle alternative realmente competitive ma bloccate da politiche miopi e sbagliate: l’autoproduzione da energie rinnovabili, il biometano, l’efficienza energetica.
Nei prossimi giorni presenteremo una denuncia alla Commissione europea contro la norma che concede concessioni illimitate per le estrazioni di petrolio e gas.
Continuerà la battaglia affinché si intervenga da subito sulle numerose criticità emerse rispetto alle attività estrattive in mare, a partire dalla dismissione delle piattaforme che già oggi non sono più attive e per stabilire royalties giuste per tutte le attività estrattive, cancellando un sistema iniquo per cui larga parte delle concessioni non paga le royalties e chi lo fa le deduce dalle tasse.
In tutto il mondo si sta andando verso una tassazione legata alle emissioni di gas serra per spingere gli investimenti verso l’efficienza e il nostro Paese avrebbe tutto l’interesse ad andare in questa direzione cancellando privilegi assurdi per i petrolieri.
[legambiente]
Buona sera Legambiente, personalmente penso sia indispensabile sviluppare le tecnologie che permettano l’approvigionamento energetico da fonti alternative. Ciò non di meno non posso fare a meno di notare, leggendovi, che:
– in modo speculare al Governo anche voi fate disinformazione e manipolazione trasformando dicerie in verità: infatti quando dite “che la proroga senza limiti delle concessioni per l’estrazione di petrolio e gas rimane una colossale ingiustizia, in contrasto con le regole del diritto Ue sulla libera concorrenza” come minimo non conoscete la legislazione UE in materia, (e se la conoscete peggio ancora). Infatti ne la direttiva Bolkestain, ne nelle direttive sulla concorrenza
http://europa.eu/pol/pdf/flipbook/it/competition_it.pdf
si trova un riferimento che si presti alla vostra affermazione.
– e quando affermate “La seconda è che non sarà certamente il mancato raggiungimento del quorum a fermare un cambiamento del modello energetico che sta già mettendo le fonti fossili ai margini, perché esiste un altro scenario più conveniente, pulito, democratico.”
oltre a scantonare da quello che era un quesito meramente tecnico e limitato, esprimete un pio desiderio che non ha riscontro nella realtà attuale (purtroppo aggiungo io), fatta di una dipendenza energetica per l’80% dalle fonti fossili, che al contrario di quanto affermate, restano in assoluto le più convenienti in termini economici (e lo saranno da qui in avanti: il prezzo del petrolio non risalirà oltre un certo livello per anni), tanto è vero che le fonti alternative per svilupparsi hanno avuto bisogno per lungo tempo di essere sovvenzionate. Confesso che nel momento in cui un referendum dice una parola chiara in materia (ma ci vuole molto ad ammettere una sconfitta?) mi da anche fastidio che si voglia connotare ideologicamente la questione utilizzando in modo improprio il termine democrazia. Il popolo, anche non andando a votare si è espresso (anche se dubito che la gente sappia perchè andava o non andava a votare realmente). Prendetene atto. Mi da anche fastidio che come Legambiente facciate finta di non sapere che i maggiori investimenti in rinnovabili vengono proprio dalle majors del petrolio, Eni in testa per l’Italia.
Buona serata
Massimo Scalas