PISTOIA-MONTAGNA. In questi giorni sui media locali compaiono sempre più spesso interventi di illustri personaggi – perlopiù targati Pd – che, spinti ad occupare o a tenersi strette le ridotte cadreghe, pontificano nel dettare le soluzioni da dare a chi dovrà ricoprire il ruolo di Presidente di quel nuovo ente in cui dovrebbero essere trasferite parte delle funzioni finora esercitate dalla disciolta Provincia di Pistoia.
Ente che – a detta della maggioranza di chi l’ha amministrata o di chi l’ha esternamente sorretta – dovrebbe restare nelle mani di manovratori facenti capo a quel gruppo di dirigenti che in Pistoia continuano a tener le briglie del partito dominante.
I soli che – secondo le loro auguste intenzioni – pretendono ovviamente di comportarsi come sempre hanno fatto nei confronti della Montagna, di Montecatini Terme e della Val di Nievole. Con risultati del tutto negativi attestati dalla decadenza di quei vasti territori devastati dall’insana politica esercitata in Regione e Provincia.
Una politica fatta per lo più di roboanti annunci che hanno fatto scivolare la prestigiosa “Montecatini Terme d’Europa” in località utilizzata come dormitorio per il turismo scolastico e di gruppo mentre la Montagna, abbandonata dal settore industriale, vede continuamente scomparire quel turismo che dal 1860 e per oltre un secolo l’aveva portata ad essere una tra le località italiane più frequentate dal turismo nazionale e straniero.
Chi ha i capelli bianchi e confronta il prima e il dopo non può che restare allibito e chiedersi perché molti elettori continuano a votare partiti che hanno contribuito a determinare questo scempio. Infatti nulla di tangibile si è mosso fatta eccezione per alcuni movimenti di protesta finora del tutto inascoltati sorti spontaneamente per la minacciata chiusura della ferrovia Porrettana; la riduzione dei presìdi ospedalieri di Pescia e di San Marcello pistoiese; la chiusura di uffici postali, sportelli bancari, uffici turistici; la disinvolta e contestatissima gestione della Comunità Montana sciolta dopo la scoperta di ancora non identificati ammanchi.
Per quanto riguarda quest’ultimo ente, di cui la magistratura finora ha chiamato a rispondere soggetti privati ma non i “politici”, le uniche novità rilevate riguardano la messa in disparte di chi l’ha nel tempo amministrata. Infatti i partiti (ed il Pd in primis) si sono ben guardati a candidarli nelle ultime amministrative fatta eccezione per il Sindaco di Abetone, Giampiero Danti, noto per riservare le proprie attenzioni esclusivamente al suo comune sempre abbondantemente foraggiato dalla Regione Toscana.
Una pulizia ancorché sacrosanta inficiata dal fatto che , in luogo di attivare al meglio i necessari assetti-guida del territorio (montagna, pianura e Valdinievole) punta esclusivamente a mantenere il tutto nelle mani del partito dominante. Una scelta destinata a “suonare a morto” per la montagna perché – ove costretta a non avere voce in capitolo – continuerebbe ad essere telecomandata da chi nell’ultimo trentennio ha gettato nella spazzatura quanto di buono era stato realizzato dall’Unità d’Italia in poi.
Poco tempo dopo l’avvento della Regione Toscana il territorio montano ha iniziato a soffrire come dimostrano:
- le foreste abbandonate a se stesse e private della necessaria lavorazione del legname in loco;
- la viabilità di accesso risalente al Granducato di Toscana continuamente interrotta da frane;
- le strade secondarie di collegamento costruite negli ultimi 50 anni lasciate senza adeguata manutenzione;
- la carenza di adeguata promozione turistica da quando una sciagurata scelta regionale l’ha sottratta agli enti che da oltre un secolo la svolgevano e l’ha affidata alle Province prive di dirigenti e funzionari con la necessaria conoscenza delle particolarità del settore.
A questo sconcertante stato di cose si aggiunge una scarsa conoscenza delle necessità del territorio montano come risulta dagli ultimi interventi sulla stampa locale di Aldo Morelli, già Presidente della Provincia di Pistoia, che pateticamente torna a riproporre “patti” sul tipo dei quelli discussi nelle ripetute “Conferenze di Maresca”; o di Massimo Baldi, rampante dirigente del Pd pistoiese, che con l’ingenuità del “fanciullino pascoliano” chiede alla montagna “di decidere prima di tutto se il turismo è ancora il core business e muoversi di conseguenza” sostenendo nel contempo che “l’Abetone e la Doganaccia devono diventare le stazioni sciistiche dell’area metropolitana e come tali devono essere promosse sia sul territorio interno che su quello estero. Senza dimenticare quella grande opportunità rappresentata dal turismo sportivo, sulla quale già alcune realtà della montagna hanno iniziato a scommettere con risultati assolutamente non trascurabili”.
Proposte e visioni condivisibilissime che dimostrano però la non conoscenza di ciò che anni fa (prima dell’avvento della Regione) erano Abetone, la Doganaccia e Pian di Novello, ora purtroppo affossata; che il turismo sportivo ebbe inizio a Cutigliano nel 1960, artefice il vice Sindaco Bruno Gino Pirandello, sodale di Dario Nostini il presidentissimo della Federazione Italiana Scherma; che la promozione turistica all’estero ebbe inizio negli anni 1964 nei Paesi Bassi con una delegazione composta del direttore dell’Ept di Pistoia, Angelo Contino, e dai Presidenti delle Aziende Autonome di Soggiorno e Turismo di Abetone (Gualtiero Petrucci), di Cutigliano (Sergio Tonarelli) e di San Marcello pistoiese (Mario Livi); che il “Pinocchio sugli Sci” e la prima promozione a Londra per lo Ski Snow ha preso il via da una felice intuizione dei suddetti enti turistici; che le tre aziende di soggiorno effettuarono promozioni in molte città dell’Italia centro-meridionale, nelle isole, e, in rappresentanza della Regione Toscana, nella Fiera del Levante a Bari.
Poi – mutatis mutandis e sciolti sia l’Ente Provinciale per il Turismo che le Aziende di Soggiorno e Turismo della Montagna; e a scapito della promozione in Italia – iniziarono le (così classificate ) “gite di promozione all’estero” capeggiate dal neo assessore provinciale al turismo Nicola Risaliti, di cui non è stato possibile accertare i definitivi risultati.
Comunque sia e tutto considerato, se la Presidenza dell’ente che sostituirà la disciolta Provincia dovrà andare al Pd, scelta migliore sarebbe quella di affidare l’incarico proprio a Massimo Baldi il quale – oltre ad essere in sintonia con le necessità della Montagna pistoiese – non commetterebbe l’errore di promuovere il turismo mandando violinisti o gruppetti di musicanti a suonare al Lago Scaffaiolo o sulle creste dei monti.
In questi casi la “Signorina snob” (al secolo Franca Valeri) per cose simili consiglierebbe di sicuro il celebre pifferaio di Hamelin.
2 thoughts on “TROPPI ‘MAESTRINI’ VOGLIONO DECIDERE PER CHI VIVE IN MONTAGNA”
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