tutors. QUANTI DIRITTI UMANI CON CURRELI E LO IUS SOLI! MA PER I PISTOIESI COLETTA CONOSCE SOLO LO IUS VITAE NECISQUE E LO IUS DOLI

Analisi (impietosa) del modus operandi di Tom Col: più che a Pistoia, quando siamo al tero piano pare di essere a casa dello sceriffo di Nottingham


Ecco il nostro Pm, terzo, imparziale e guidato da una inestinguibile sete di giustizia. Dovremo ricordarlo così insieme ai suoi ferrei sostituti?


ALTRO È IL PARLAR DI MORTE ALTRO IL MORIRE


 

Claudio Curreli su Tvl di Luigi Egidio Bardelli. Oltre che capo scout è anche coordinatore della rete Terra Aperta. Per quali meriti può fare quello che vuole nel silenzio generale e complice dei suoi colleghi? Non è un cittadino italiano di cui all’art. 3 Cost.?

 

Se sei un sostituto – e fra l’altro ben protetto – della procura di Pistoia, come il signor Curreli – da decenni (mi pare) destinato a Sarcofago City con lo ius uxorium (il diritto, pacifico, di lavorare fianco a fianco con la coniuge Nicoletta Maria Curci nello stesso palazzo di giustizia) –, puoi anche lavorare dentro e fuori, in contemporanea, dall’àmbito giudiziario: t’è concesso fare, at same time, il censore e il fra Galdino manzoniano cercatore di noci da ridistribuire poi, come il convento di Pescarenico, ai poveri neri: tanto paga il popolo italiano.

Se poi sei un Pm capo come Coletta, oltre che lavorare per Dio e per Mammona come Curreli, ti si aggiunge anche lo ius vitae necisque: è la parola del pubblico ministero, il garante della legalità, che protegge il Curreli e le sue incompatibilità, e che si presenta in aula con due dei suoi bravi (Curreli e Contesini) a intimidire un collegio giudicante; e che decide chi deve andare a morte e chi deve tornare alla vita.

Parliamo fuori dei denti? Linea Libera, Bianchini & Romiti, Lara Turelli, vigili urbani e Gatti di Montecatini, a morte – oppure, anche, gente spogliata di ogni proprio avere dalla efficientissima Nicoletta Maria Curci, giudice delle esecuzioni immobiliari. Andrea Alessandro Nesti, la moglie Milva Maria Cappellini professoressa, critica letteraria & hater, il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, favorito dal Comune di Quarrata, o il sindaco bimbominkia diarroico di Agliana, beatificati in quanto utili al sistema: tutti salvi e sùbito.

Al polo estremo si colloca lo ius doli. Traduco per l’avvocata Elena Giunti, digiuna di latino, ma combattente per l’ingiusta causa del discutibile Perrozzi, marchese di Pescina: il diritto di ingannare. Ovviamente la «gente comune» che stava tanto a cuore a Coletta.

A cui, in verità, a cuore è stata solo (ché altro non sappiamo) l’onorevole dottoressa Lucia Turco, sorella dell’Ill.mo procuratore aggiunto di Firenze Luca Turco. Ma chissà quanti altri scheletracci c’ha nell’armadio Tom Col.

Lo ius doli è siffatto: ha lasciato che due geni (anche senza cromosomi: e chi ha orecchie per intendere, intende alla perfezione…) si inventassero perfino l’isola che non c’è di Peter Pan. Voglio dire il reato, impossibile, dello stalking giornalistico o – come se lo sono costruito loro – del giornalista. Ove per loro s’intenda due illuminati: Giuseppe Grieco e Claudio Curreli.

Lo ius doli – il diritto di ingannare e provocare dolore (dal toscano dòlo) oltre che inganno in termini giuridici –, quel coso lì, Coletta se lo adopera come il rasoio con cui ci si faceva la barba nel dopoguerra: lo affila e lo ripassa sulla striscia di cuoio del barbiere, perché la lama sia sempre affilatissima.

Siamo soggetti a campioni di questa portata?

Tom Col, che non smette mai di stupirci; proprio lui che ci parla, dagli schermi di Tvl, della «prossimità sociale» e della capacità di lui e dei suoi mazzieri di mantenere la terzietà e imparzialità, ha inventato, ad hoc, la famosa circolare 574/2 del 14.3.22 con cui, di fatto, extra e contra legem ha congelato il diritto di accesso secondo il suo indiscutibile punto di vista.

Faccio un esempio pratico e chiaro: uno dei mazzieri agli ordini di Tom chiede l’archiviazione di un provvedimento che dovrebbe tutelare il vostro onore e la vostra buona reputazione? È inutile che cerchiate di estrarre copia del fascicolo, perché la risposta è no. Potete vedere cartocciate di fogli volanti, ma non avete diritto di averne copie in mano. Più facile, quindi, prendervi per i fondelli – donde ius doli.

Che ci guadagna Tom Col con queste rigorose applicazioni della legge? Cosa gliene viene, se poi impedisce di tracciare le telefonate della sorella (che mesta sui concorsi dei primari di Careggi) del suo superiore Luca Turco? È, tutto questo, giustizia o prevaricazione? E quindi, siamo o no allo ius doli o diritto di ingannare in materia grave, piena coscienza e deliberato consenso, il peccsto mortale che lo scout cattolico Curreli conosce a menadito per «prossimità religiosa» alla chiesa cattolica apostolica romana?

Nella sua illogicità manifesta determinata – evidentemente – da presunzione di nobiltà di sangue o rango sociale (sono un giudice e fo come credo, opino, decido, voglio e bla bla bla), Tom Col giustifica il proprio operato con sofismi a effetto emetico.

Tale, in questo caso: come, del resto, nell’evidentissimo problema del sequestro di Linea Libera che, a occhio nudo, lascia intendere che non è la clandestinità del giornale che gli dà fastidio, ma l’impietosa scarnificazione che esso fa delle stupidaggini pseudogiuridiche su cui fa leva l’arroganza del Pm.

Un Coletta che – anche questo è evidente e palpabile – deborda dai propri argini, deraglia e pigia sui giudici, e perfino sul presidente del tribunale di Pistoia, per imporre la sua monarchia teocratico-ideologica. Lo posso pensare liberamente o dobbiamo cancellare l’art. 21 della Costituzione?

Ecco un esempio di come Coletta blocca e scoraggia il cittadino con le più disparate lubrificazioni pseudologicogiuridiche

Così esprimerò liberamente la mia opinione: questa non è giustizia, ma più chiaramente e semplicemente, uso scorretto della giustizia e della legge; forzatura interpretativa; prevaricazione volontaria e, in buona sostanza, abuso del diritto.

Cosa che viola – Tom Col dovrebbe aggiornarsi con più attenzione e cura – queste specifiche ipotesi:

Violazioni delle norme della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (2000/C 364/01 – in 18.12.2000 IT Gazzetta ufficiale delle Comunità europee C 364/1):

  1. 1 – Libertà di espressione e d’informazione

  2. 17 – Diritto di proprietà

  3. 48 – Presunzione d’innocenza e diritti della difesa

  4. 49 – Principi della legalità e della proporzionalità dei reati e delle pene

  5. 52 – Portata dei diritti garantiti

  6. 54 – Divieto dell’abuso di diritto

Gente…, più che a Pistoia, quando siamo in procura pare di essere a casa dello sceriffo di Nottingham, alla presenza di Prince John.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


 

La procura di Pistoia nel 90% dei casi non fa indagini. O quando le fa, viola costantemente la seconda parte dell’art. 358 del cpp. Accetta solo le affermazioni dei querelanti-denuncianti, non ascolta mai le persone indagate. E anche nella storia dell’Ordine dei Giornalisti di Firenze ha accettato le stupidaggini dichiarate da Carlo Bartoli e Giampaolo Marchini senza battere ciglio. Si fa poca luce sui fatti se si procede sempre e comunque così. Questo non sfiora neppure la mente del Pm e dei suoi approssimativi sostituti.


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