PISTOIA. È lo sport più praticato in Italia: saltare sul carro del vincitore. Il nostro Paese, da sempre, è anche il più titolato: ci sono degli autentici fuoriclasse, capaci di saltare su più carri nel corso della propria esistenza.
Ora che la Juventus è approdata alle semifinali di Champions League – oltre ad aver praticamente vinto il 4° scudetto di fila ed essersi qualificata alla finale di Coppa Italia – tutti, allegramente, sul carro trainato da Massimiliano Allegri, uno che a Pistoia ha giocato e pure iniziato ad allenare.
Un “matto livornese”, uno di quei talenti destinati a perdersi, ma che non si è perso, segno che c’era del sale in zucca. Non era semplice per lui, che ambiva a restare al Milan (“Il giorno che me ne andassi – ci aveva confidato – andrei a peggiorare, visto che non ho intenzione di trasferirmi all’estero, a un Real o un Barcellona”), ma che fu esonerato dai “sapientoni del Milan”, Berlusconi e un nugolo di tifosi saggi in testa.
La scorsa estate, quando la Juve a sorpresa (per chi non sa di calcio, in realtà la dirigenza della Vecchia Signoria lo stimava da tempo) decise di ingaggiarlo in fretta e furia per il dopo-Conte, la cosa migliore che gli capitò furono i risolini di scherno: sì perché gli ultrà bianconeri lo contestarono a prescindere, gli altri supporter erano scettici, i sostenitori sapienti del Milan se la ridevano sotto i baffi, gran parte d’Italia lo etichettava come pazzo (in effetti, succedere a un tecnico che ha contribuito a far vincere 3 scudetti consecutivi, è come andare incontro a fallimento sicuro: arduo migliorare).
E invece il nostro s’è messo a lavorare, di buzzo buono come si direbbe, e ha agito con intelligenza fine: come poteva essere diverso da Conte? Nel non stressare i calciatori, che sono brutte bestie (ci perdonino, ma è così).
Decidono sempre loro le sorti degli allenatori. Stravedevano per Conte (il gruppo affidato ad Allegri è composto da tutti i fedelissimi dell’Antonio pugliese), oggi stravedono – e non lo mandano a dire per Allegri. Perché?
Facile. Lo “scimunito labronico” ha allentato le briglie e, soprattutto, si è fatto ben volere dallo spogliatoio… et voilà un giochino che pare da tutti (ma non è da tutti avere quest’intelligenza e sensibilità) ha fatto volare la Juventus.
Con la Juventus, hanno iniziato a volare in tanti: ricordate la scena finale de “Il presidente del Borgorosso Football Club”? Grande, unico inimitabile Albertone. Tutti i contestatori pronti a fare dietrofront, all’arrivo del mitico Omar Enrique Sivori. Gli italiani sono degli incredibili saltatori.
E quelli che vi diranno di no, che continuano a contestare a priori, rammentano tanto quel marito cornuto che per fare dispetto alla moglie… si tagliò gli zebedei.