PRATO-MIGLIANA. L’alta valle del Bisenzio mancherebbe di una efficiente “copertura dei servizi sanitari”: questa la denuncia di Elenio Pacini (socio della locale Misericordia e del Circolo di Migliana) che lamenta gli inconvenienti dovuti alla chiusura pomeridiana della locale sezione della Confraternita con una carenza stabile del servizio da assicurare alla cittadinanza.
Il Pacini si è già rivolto a noi per una intollerabile situazione di “occupazione” del Circolo di Migliana in occasione delle primarie del Pd, e torna oggi a chiederci di rendere pubblico l’appello al Proposto della Misericordia Gianluca Mannelli che deve meglio organizzare – questo è il suo pensiero – un servizio efficiente di copertura dell’assistenza, in soddisfazione dei presupposti di solidarietà ai bisognosi e soprattutto agli anziani residenti, senza guardare a risultati di bilancio economico.
Pacini ci precisa che è un cittadino residente e fondatore del locale Circolo e ci ribadisce più volte che l’appello è rivolto al presidente Mannelli e principalmente a lui, accusandolo di non aver mai risposto alle richieste di colloquio già rivolte alla Misericordia di Prato: l’Arciconfraternita ha inviato una dipendente per sole 5 ore di copertura amministrativa della piccola sede ma che, non disponendo della patente di guida, non può dare alcun supporto logistico di assistenza della comunità. Una copertura “burocratica” che quindi non può avere alcuna utilità sostanziale diretta all’ausilio dei residenti anziani.
Elenio Pacini ricorda che le fraternità delle associazioni di volontariato sono state storicamente fondate dai loro avi, per coprire il territorio di assistenza primaria ai cittadini e dunque chiede: che ne è stato di questa risorsa?
Questo appello vuole essere di mònito al fine di segnalare dei disservizi (ma la parola è un eufemismo) della grande associazione di volontariato della Misericordia, che sembra dimenticarsi delle criticità gestionali delle appendici del territorio, tradendo la sua vocazione originaria e la missione istituzionale sancita nello Statuto.
Àuspico – aggiunge Pacini – che con questa nota di rimostranza, il Magistrato della Misericordia di Prato recepisca le contestazioni che ci sono state confermate anche da Alessandro Logli, altro volontario per la sezione di Luicciana, per la Valle del Bisenzio. Logli denuncia anche lì delle trascorse “anomalie gestionali” con una emorragia di soci registrata dopo il periodo della conduzione – e della non mai dimenticabile opera – del volontario Aldo Pasquinelli, seguita dalla progressiva riduzione da 600 a 300 circa cittadini associati.
L’Arciconfraternita della Misericordia di Prato – ci riferiscono i due all’unisono – pare sorda alle richieste del territorio dell’Alta Valle: vogliamo credere che questo pubblico appello/denuncia, serva a scuotere il palazzo che intenda, finalmente, a provvedere a convocare una delegazione dei soci per le auspicabili azioni di riorganizzazione delle attività e le richieste di adeguamento, con la individuazione di una soluzione mediata delle problematiche gestionali.
PER CONCLUDERE
A noi giornalisti/socialwatchdog, che abbiamo scritto qualche miliardo di byte sull’universo dei misericordiosi speriamo che questo episodio di cronaca locale (Migliana e Luicciano, sono due piccoli borghi, ma emblematici) espressa con sincera passione dai due sinceri e appassionati volontari, sia utile alle riflessioni da portare in una visione nazionale, con un autentico “cambio di direzione”.
Adesso che la comunità delle Misericordie è lanciata in una generale riorganizzazione sancita dalla Nuova Rete, è da chiedersi se ha fatto salva la sua vocazione alla solidarietà e alla assistenza degli ultimi, mettendo da parte le molto giustamente criticate attività di “architettura finanziaria” di respiro nazionale.
Quante micro-fraternite ci sono nell’immensa mappa delle oltre 680 disseminate in varie località del paese? Non sarebbe forse il caso di fare un “monitoraggio” di respiro nazionale, per qualificare le domande dei territori, coordinare le risorse e fornire quindi dei chiarimenti con le necessarie risposte (peraltro mai pervenutèci) su più bollenti argomenti?
I due collegi dei Probiviri della Arciconfraternita di Prato e della Confederazione non “vedono e non sentono” se non sono investiti formalmente da qualche lettera di protesta?
Che ci potrà rispondere il Presidente della Confederazione nazionale Trucchi? Roberto, come Barak, dillo: Sì, possiamo!
Alessandro Romiti
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