PESCIA. Lo ha scritto La Nazione di Lucca lo scorso 25 marzo (leggi) e subito Eva Giuliani ha sentito riaprirsi la ferita per la vicenda che la aveva vista protagonista nell’autunno dello scorso anno (scarica: La storia di Eva Giuliani).
Per questo motivo ha buttato giù l’intervento che segue, che poi ha spedito, per la pubblicazione, alla redazione lucchese del quotidiano fiorentino. Noi crediamo, però, che sia utile renderlo pubblico anche nella nostra provincia, dove la scure della sanità non ha risparmiato niente e nessuno. Senza pietà e senza rispetto della gente.
Scrive Eva Giuliani:
Alla Redazione de “La Nazione Lucca”
Con preghiera di pubblicazione
Ho letto con grande sconforto e partecipazione la notizia pubblicata questa mattina sul vostro quotidiano di una madre residente in Garfagnana che ha temuto di perdere suo figlio per una forte emorragia.
Quello che ha vissuto lei, in modo molto meno drammatico fortunatamente, l’ho vissuto io a fine ottobre scorso con il mio bambino, che ha la stessa età. Dall’ospedale di Pescia, che si è visto chiudere il reparto di Pediatria a fine settembre, mio figlio è stato preso in carico al nuovo ospedale di Pistoia (gemello di quello di Prato, Lucca e Massa) dopo sei ore.
La signora ora chiede spiegazioni alla Asl e pretenderà risposte. Come lei anch’io ingenuamente ho chiesto spiegazioni alla Asl 3 ed ho cercato risposte. Ma non ne ho ottenute, spero che per lei sia diverso. Per il “mio caso” si sono scomodati l’assessore regionale alla Sanità Luigi Marroni ed il presidente della regione Toscana Enrico Rossi. Forse daranno alla signora le stesse risposte che hanno dato a me: mi hanno spiegato che io, che vivo in zona periferica sulla montagna pesciatina, devo cambiare mentalità e non posso più pretendere di avere l’ospedale sotto casa o specializzazioni ovunque.
In realtà, quello che io chiedevo era semplicemente di sentirmi sicura. Quello che io chiedevo e continuerò a chiedere è il rispetto dell’articolo 32 della Costituzione che garantisce a tutti i cittadini pari diritto alla salute e non fa distinzioni geografiche. Non devono esserci cittadini di serie A e di serie B.
Ormai invece si pretende che noi cittadini delle zone marginali della Toscana (Garfagnana, Appennino Pistoiese, Lunigiana, Casentino, Maremma, Val di Cecina, Isola d’Elba…) ci rassegniamo a vivere in luoghi dove i servizi sanitari vengono indeboliti giorno dopo giorno. Esistono i grandi ospedali (in realtà piccoli ospedali perché i posti letto sono insufficienti e presto ve ne accorgerete anche a Lucca, come sta accadendo a Pistoia e Prato) e al restante territorio sono lasciate le briciole.
A chi denuncia disagi e disservizi viene spesso risposto da Asl o Regione che si tratta di sterili polemiche o di propaganda politica. A noi cittadini è chiesto di fare un atto di fede, di credere che i servizi sanitari territoriali sono “potenziati”, che va tutto bene, che la nostra regione è ai massimi livelli in assistenza sanitaria in Italia. Io credo ai fatti, a ciò che vedo e vivo, non alle rassicurazioni dei politici.
Un bambino con emorragia che viaggia in ambulanza da Castelnuovo a Lucca senza un medico a bordo non mi sembra un evento degno di un paese civile.
Una donna della Lunigiana che partorisce in ambulanza in autostrada perché il punto nascita è stato chiuso, non mi sembra degno di un paese civile.
L’ospedale di Volterra che non ha un pediatra nei notturni e nei festivi tanto da richiamare l’interessamento del Garante per i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, l’isola d’Elba che non ha il reparto di terapia intensiva (in compenso però ha le “Botteghe della Salute”!) e ci si affida all’elisoccorso sperando nel bel tempo, il pronto soccorso dell’ospedale di San Marcello (pardon P.I.O.T. di San Marcello perché non è più ospedale) ridotto ai minimi termini e anche lì ci si affida al Pegaso e al clima mite, interi territori abbandonati a sé stessi, tagli mascherati da “riorganizzazioni” e “potenziamenti”. Tutto questo non mi sembra degno di un paese civile.
E infine, la Regione Toscana che riorganizza il sistema sanitario con una semplice delibera di Giunta la n. 1235/2012 (senza passare dal nostro parlamento regionale, il Consiglio Regionale appunto) senza un Piano Sanitario organico alle spalle e poi corre ai ripari approvando un piano sanitario che qualche giorno fa è stato dichiarato illegittimo dal Collegio di Garanzia Statutaria… tutto questo non è degno di un paese democratico e civile.
In nome di cosa si tagliano reparti, si lasciano territori senza specialisti, si risparmia sulla salute e sulla vita delle persone? In nome di cosa, continuo a chiedere senza avere risposte.
[*] – Lettrice