ugl & amianto. IL COMUNICATO (INTEGRALE) DEL SINDACATO SU UNA DELLE VERGOGNE PIÙ EVIDENTI DI UNA CITTÀ CHE HA QUEL VELENO NEL PROPRIO DNA SOCIO-POLITICO

«A Pistoia da sempre c’era e c’è ancora chi, rifiutando il grido di aiuto delle maestranze e dei loro rappresentanti, di questo tema non vuol più sentirne parlare nonostante di amianto si continui a morire. Noi, comunque, mai ci daremo per vinti e a riguardo stiamo lottando e lotteremo nelle sedi opportune perché questo danno da noi subito venga definitivamente riparato»

 

«Adesso che è stato fatto questo primo passo dobbiamo tutti assieme impegnarci per accompagnare i lavoratori nel percorso di fuoriuscita dal mondo del lavoro. Questo però, vogliamo ribadirlo ancora perché lo sosteniamo da sempre, non dovrà essere la fine di tutto. Il danno subito dai lavoratori pistoiesi non deve finire nel dimenticatoio. La storia di una tragedia non si conclude quando ancora è in corso, con persone che continuano a morire di mesotelioma»

 

ACCADA QUEL CHE ACCADA . . .

PISTOIA GIRA IL CAPO E CAMBIA STRADA

 


 

Unione Generale del Lavoro Pistoia

 

COME UGL METALMECCANICI e UGL Pistoia possiamo dirci abbastanza soddisfatti in merito allo sblocco della lunga e intricata vertenza Amianto. Finalmente giunge il tanto sospirato riconoscimento per quei primi 395 lavoratori sparsi in tutta Italia ma che a Pistoia, vogliamo sottolinearlo, furono realmente esposti poiché, oggettivamente, subirono lo sciagurato smantellamento sopra le loro teste di 135.000 mq di tetto in cemento/amianto a copertura dell’allora Breda Costruzione Ferroviarie (caso unico a livello nazionale nel settore rotabile ferroviario). Questi lavoratori possono oggi avvalersi di un loro Diritto ottenuto grazie all’approvazione della legge di bilancio votata dal Parlamento gli ultimi giorni di questo triste ed indimenticabile 2020.

Questo nostro comunicato esce in un momento in cui, per carità ne comprendiamo il motivo, in molti si scambiano convenevoli e ringraziamenti per il buon risultato ottenuto: le stesse organizzazioni sindacali di categoria, le istituzioni, la politica. Noi soprattutto vogliamo ringraziare quelli che furono i Lavoratori di Breda, di AnsaldoBreda e oggi di Hitachi, compresi quelli dell’indotto che, in tutti questi anni, sono stati coloro che veramente non hanno mai mollato la presa su questa delicata e lunghissima questione.

Non siamo interessati a prenderci meriti che non ci spettano ma, certamente, crediamo che sia giusto ricordare, a tutti quelli che lo hanno dimenticato o che fanno finta di non ricordarlo, come sono andate realmente le cose soprattutto in quella che è stata la fase iniziale di questa sofferta vicenda perché, a onor del vero, va sottolineato che questa legge nasce a Pistoia e non da altri territori italiani.

Il ritrovamento nel 2014 di numerose fibre di amianto all’interno dello stabilimento di AnsaldoBreda dette inizio ad un serrato e movimentato confronto/scontro con l’azienda che, solo grazie alla grande partecipazione di tutti i lavoratori assieme agli RLS e alla RSU e mediante lo sciopero e il conseguente blocco dello stabilimento, convinsero l’azienda ad effettuare un piano di intervento di Bonifica nel reparto “incriminato” e la pulizia tecnico-specifica cautelativa in tutti gli altri reparti produttivi della fabbrica.

La delusione dei lavoratori, dovuta alla scoperta di altre fibre di amianto nelle strutture del tetto dopo ben 30 anni dai lavori, unita alla ricomparsa della paura e del terrore di ammalarsi, furono di grande impulso nel dare la forza necessaria per tentare un nuovo percorso, quello politico, ben diverso da quello legale, risoltosi infine con una bocciatura in cassazione.

Oggi comunque possiamo dire che quel percorso legale, avviato molti anni prima, fu comunque utile. Infatti, tutto avvenne grazie all’iniziativa di alcuni lavoratori fuoriusciti dalle altre sigle confederali che, in seguito, divennero iscritti e simpatizzanti del nostro sindacato UGL. Li ricordiamo tutti con grande affetto; soprattutto coloro che a causa del loro attivismo nella questione subirono nel 2003 un pesantissimo provvedimento repressivo comportante la sospensione dal lavoro da parte dell’azienda AnsaldoBreda: Alessandro Mazzoncini, Giuseppe Albanese, Francesco Nebbia e Nicola Cappellini.

Fu lì che, in risposta al generale immobilismo di tanti altri, iniziammo con grandi sacrifici le cause per il riconoscimento dell’esposizione al tetto seguiti, inizialmente, dallo studio del Prof. Ruffolo di Bologna (nel 2004) e successivamente, dall’Avvocato Ezio Bonanni (nel 2009). Questo negli anni successivi ci costò molto, oltre che economicamente va detto, anche a livello di inasprimento dei rapporti con l’azienda.

Unione Generale del Lavoro Pistoia
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Tel./Fax 0573 365913
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L’avvocato Pamela Bonaiuti

 

 

Nel 2005, la nostra penalista di fiducia, Avvocato Pamela Bonaiuti, venne autorizzata dal GIP del Tribunale di Pistoia ad accedere all’interno del piazzale Ansaldo Breda lato superstrada al fine di poter effettuare misurazioni per un eventuale futuro carotaggio nel punto ove alcuni operai avevano visto interrare ingenti quantità di residui del tetto di amianto smantellato.

Rimarrà nella memoria di tutti noi la scena in cui la Bonaiuti con le scarpe antinfortunistiche riceveva indicazioni su dove posizionare i picchetti dagli operai pensionati Breda, fra cui Marco Biagini detto “pipino”, che a tale scopo si erano riuniti in gruppo sul ponte della superstrada.

Possiamo affermare che queste furono le solide basi che permisero di costruire “l’embrione”, l’impalcatura a sostegno della realizzazione di questa sofferta legge. Gli avvenimenti sopra sopracitati permisero di recuperare fondamentali e importantissimi documenti che, d’accordo con i colleghi con i quali avevamo condiviso l’azione legale, consegnammo alla politica locale per mano del nostro compianto caro amico Giuseppe Grasso. È a “Peppe” che, ad ultimo, va dedicato questo risultato che, sfortuna ha voluto, non ha potuto gustare assieme a tutti noi visto che è prematuramente scomparso nel 2018.

Per questo motivo noi Metalmeccanici di UGL possiamo certamente sentirci fieri di aver dato un nostro fattivo contributo, oltre ad essere sempre stati attenti a non far mai perdere la memoria a nessuno: dai vertici aziendali, alle istituzioni, al consiglio comunale e alla politica. In questi anni ci avete letto sui giornali per le nostre dure battaglie proprio su questo tema. Abbiamo combattuto insistentemente e molte volte siamo rimasti duramente colpiti e feriti poiché il livello di scontro, generato dal nostro fermo interesse sulla questione, ha dato luogo a dure conseguenze di cui, da ultimo, il licenziamento da parte di Hitachi del nostro Segretario provinciale UTL/UGL Antonio Vittoria.

Questo perché qui a Pistoia da sempre c’era e c’è ancora chi, rifiutando il grido di aiuto delle maestranze e dei loro rappresentanti, di questo tema non vuol più sentirne parlare nonostante di amianto si continui a morire. Noi, comunque, mai ci daremo per vinti ed a riguardo stiamo lottando e lotteremo nelle sedi opportune perché questo danno da noi subito venga definitivamente riparato.

Antonio Vittoria

Ma torniamo a questo riconoscimento, seppur ottenuto con grave ritardo, non possiamo che considerarlo una cosa saggia e di buon senso che rappresenta il vero tributo alla memoria delle tante vittime. Ci vengono in mente nomi come Marco Vettori, Fernando Bracali; ma soprattutto è anche una “piccola carezza”, una attenzione verso coloro che, purtroppo, in questi anni hanno visto aggravarsi le proprie condizioni fisiche a causa dei danni ricevuti da questa insidiosa fibra killer.

Siamo però rammaricati, delusi, per quella che è stata una vera e propria “stortura” di legge, una cosa imperdonabile che ha visto escludere, dalla platea dei beneficiari, tutti i lavoratori delle ditte dell’indotto comprese quelle dei servizi tra cui, ad esempio, quelle delle pulizie che negli anni 1987/91 “spazzarono” e respirarono i residui precipitati da quel maledetto tetto operando fianco a fianco con gli allora dipendenti Breda. Queste persone, pesantemente discriminate, non godranno di alcun beneficio, solamente, a causa di un diverso codice Ateco.

Concludendo, adesso che è stato fatto questo primo passo dobbiamo tutti assieme impegnarci per accompagnare i lavoratori nel percorso di fuoriuscita dal mondo del lavoro. Questo però, vogliamo ribadirlo ancora perché lo sosteniamo da sempre, non dovrà essere la fine di tutto. Il danno subito dai

lavoratori pistoiesi non deve finire nel dimenticatoio. La storia di una tragedia non si conclude quando ancora è in corso, con persone che continuano a morire di mesotelioma.

Noi di UGL ci siamo e ci saremo anche dopo per queste persone, lottiamo e lotteremo fino in fondo per i loro diritti chiedendo alle istituzioni locali, alla politica e a tutti gli enti preposti, regionali e nazionali, all’azienda Hitachi, che fino ad oggi ha finto di non vedere e non sentire il problema, di creare assieme, di strutturare e mantenere vivo, un forte legame di Solidarietà.

Sappiamo tutti che, queste persone, necessiteranno di un vero e proprio monitoraggio costante del loro stato di salute e che si dovrà pensare a come aiutarle, a sostenerle anche economicamente, qualora si ammalassero.

Segreterie provinciali
Unione Territoriale del Lavoro UGL
UGL Metalmeccanici di Pistoia

[redazione@linealibera.it]

 

Muti passaron quella notte i fanti:
tacere bisognava, e andare avanti!

 

Credo in unum articulum,
illud viginti et unum ab omnibus spretae Italicae Costitutionis!

 

Te sta’ zitt’ e nun parlà: o ’ agli arresti devi stà’!

 

A Pistoia c’è un solo partito: il Negazionista Democratico.
Contiene tutti i colori, ma proprio per questo è “trasparente”, come invisibile.

Di fronte a danni anche macroscopici, tutti indistintamente – destre, sinistre e centro-tavola –, girano gli occhi dall’altra parte.
Nessuno (lo capite il termine nessuno?) vede più nulla: si parla di olio extravergine di oliva del Montalbano; dei prodotti delle Coop. Libera che, a detta di don Luigi Egidio Bardelli, sono imbattibili e lui in casa sua vuole solo quelli (non saranno mica “a gratis”, per caso?); ogni tanto si sfiorano i temi più spinosi della vita, ma solo a volo d’uccello e per giunta “padulo”.
Per il resto il massimo impegno civile è quello di chiudere le testate che non vogliono stare al gioco del PND-Partito Negazionista Democratico; e si arrestano i giornalisti che, in assoluta trasparenza e con documenti alla mano, fanno onestamente la battaglia per l’ambiente e la liberazione del Montalbano dalle catene, dai cancelli e da «color che fan macelli».
Chi osa dire la verità, a Pistoia va imbavagliato. La parola d’ordine è tacere come sul Piave e andare al macello ringraziando il signore (ma quale? quello degli anelli di… totano?).
La città va avanti così. Lo fa da sempre; fin dai tempi di Vanni il ladro. Ma non dubitate: si vede e bene che siamo in una vera Chernobyl nostrana…

e.b.


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