UN BOATO PUNK E CALA IL SIPARIO

The Kills
The Kills

PISTOIA. Una piazza d’altri tempi, quella del Duomo vista ieri sera a luci artificiali in funzione. Con tutti gli effetti collaterali che si rispettano: malori a ripetizione, seppur di poco conto e uno spaccato di generazione che per osannare un paio d’ore i propri beniamini ha sopportato un caldo torrido per l’intera giornata.

Sul palco nessun idolo blues, ma gli Arcitc Monkeys, uno dei gruppi post-punk che va per la maggiore, soprattutto tra il pubblico femminile adolescenziale. E la piazza, infatti, ieri sera, era soprattutto popolata da donzelle scatenate, alle quali, le immaginabili raccomandazioni fatte dai rispetti genitori a casa prima della partenza verso uno degli eventi delle loro giovani esistenze sono servite a ben poco.

È con la formazione britannica che scimmiotta, rasentando il plagio, Black Sabbath e AcDc, che si è chiuso, ieri sera, il 35esimo Festival Blues. All’insegna del pop e del rock. Sono stati questi due generi, nobilmente rappresentati dai Negramaro, il primo, e dagli Arctic Monkeys, il secondo, a far sorridere Tafuro e soci. Perché nelle altre sei serate, anzi, cinque (quella gratuita la omettiamo per decenza), checché se ne voglia dire, le casse hanno lamentato qualche migliaia di biglietti venduti in meno. Fa parte del gioco, rischiosissimo, dell’impresa artistica, spesso è impreventivabile.

La piazza così, stracolma, ce la ricordiamo nelle primissime edizioni o in alcune memorabili negli anni a venire e non sono stati, stavolta, il vecchio indomito Robert Plant, gli elegantissimi Morcheeba, lo straordinario Bombino o il superbo Jonny Lang a fare strike: questo Festival che sta cambiando pelle e anche marcia, vista l’estenuante durata (otto giorni) rispetto alla norma (venerdì, sabato e domenica), per gonfiarsi il petto e presentarsi orgoglioso ai bilanci ha dovuto stravolgere la tradizione e aprire e chiudere il sipario con due formazioni che il blues, siamo pronti a scommettere, non lo hanno mai ascoltato.

La spettatrice più piccola
La spettatrice più piccola

Il mercatino colorato e caratteristico non c’è più, in compenso, ma al di là delle disposizioni dell’Amministrazione, si stanno soprattutto estinguendo venditori e acquirenti di quelle improbabili mercanzie: il nuovo blog umano che avanza è un navigatore virtuale reperibile 24 ore su 24 con la pelle ricoperta da segnali tribali incomprensibili e senza alcun senso, se non quello discutibile, ma decorativo; un popolo che non sogna più e che per una serata, che ha sostituito a piè pari i famosi wharoliani quindici minuti di felicità, è disposto a tutto.

Quando Silvano Martini e gli altri palestrati del servizio d’ordine, ieri sera, prelevavano a forza, dalle prime file, gli spettatori allo stremo, tutti gli altri non fiaccati dal caldo, panico e sudore continuavano imperterriti a seguire il sound dei loro idoli, sollevando le braccia al cielo e iniziando a dondolarle al magico impercettibile segnale di comando. Alle 23,30 era già tutto finito, però e anche se qualcuno, ancora carico dalle energie ricevute dalla band inglese avrebbe corso fino all’alba del giorno successivo, la piazza si è andata spopolando, regalando alle migliaia di giovanotti e signorine un ricordo che cancelleranno con difficoltà.

Venti anni, del resto, li abbiamo avuti anche tutti noi cinquantenni e anche noi abbiamo avuto il torto, nel momento più propizio e prolifico della nostra esistenza, di mitizzare alcuni nostri coetanei, delegandoli a cantare la nostra rivolta, note con le quali loro si sono arricchiti e noi, accontentati.

Prima degli Arctic Monkeys, a surriscaldare la platea, ci hanno pensato The Kills, band che con il rock, oltre che la colazione, ci pranza e ci cena, prima di coricarcisi accanto. Bel tiro, bel groove e con tutti gli ingredienti che occorrono a trasformare una bella formazione in una band che ci sta benissimo.

Piazza del Duomo
Piazza del Duomo

Tra le foto che abbiamo scattato per voi noterete l’assenza di quella più prestigiosa, quella degli Arctic Monkeys: abbiamo saputo proprio mentre si aprivano le transenne per consentire agli addetti il passaggio sotto il palco, di non fare parte, noi di questo Portale con circa 4.000 letture al dì, di quel crocchio privilegiato al quale, la Produzione, aveva dato la licenza di poterli immortalare. Il Festival numero 36 farà bene ad occuparsi anche di questo aspetto, marginale, certo, ma sintomatico. Seguiamo la manifestazione da sempre e da sempre, durante il Blues, vediamo comparire personaggi che poi, durante l’anno, riprendono le loro miserrime occupazioni disertando, tra l’altro, ogni altra manifestazione artistica: non li incontriamo a teatro, non li vediamo ai concerti e non li incrociamo mai nemmeno in libreria.

E vabbè!

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