Lo diceva Neruda | Che di giorno si suda | (Ma la notte no!) | Rispondeva Picasso | Io di giorno mi scasso | (Ma la notte no!) | E per questa rottura | Non si trova la cura | (Ma la notte no!) | Il morale s’affloscia ! La pressione s’ammoscia | (Ma la notte no!)…
1. Andrea Alessandro Nesti • 2. Donatella D’Amico • 3. Rino Fragai
SE CRAXI SEPPE E PERCIÒ S’EBBE GUAI
PERCHÉ SALVARSI DEVE IL BUON FRAGAI?
Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida | scorta per avventura tra le petraie d’un greto… È l’attacco di un “osso di seppia” di Montale con cui sono certo di sconvolgere l’estrema carenza di preparazione linguistica di molti magistrati pistoiesi: quegli stessi che, dopo averci scaraventati in aula, perché hanno letto a rovescio quello che abbiamo scritto, pretendono anche di insegnarci le regole della Crusca in quanto, come il Manzoni, si sentono scrittori onniscienti.
Povera Italia! Salvata dalla resistenza al nazifascismo e consegnata, pari pari, dopo più di 70 anni di Costituzione rinnegata e violata, a una manica di politicamente corretti che se ne stanno lì a rubare i propri stipendi, a godere sfacciatamente dei propri auto-decisi benefici, a passare il popolo – corpo elettorale e quindi primo organo dello “stato” – al barbecue della setta indipendente e intoccabile e, soprattutto, nella maggior parte dei casi, causatrice dei mali morali e poi fisici del cittadino.
Questo intervento, ex art. 21 della Costituzione violata (pensate che da Napolitano in poi non ci sono stati altro che attentati alla Costituzione: ma mai che un genio di pubblico ministero abbia fatto uno sternuto: il ricatto funziona così), vuole mettere a fuoco la contraddizione della testimonianza, sotto giuramento, di un assessore-sovietkommissar di Agliana, Rino Fragai, in aula pochi giorni fa.
Il quale, a livello personale, mi sta anche simpatico: se non altro per le effervescenti menzogne servite in aula alla giudice Bizzarri, quando, a difesa di Andrea Alessandro Nesti, suo (del Fragai) ottimo comandante, ha ribadito e insistito a ribadire affermando, circa i rapporti pesanti Turelli-Nesti, «nulla saccio, nulla vidi… e se vidi, nulla sentii…».
Una deposizione, la sua su quell’argomento, più divertente di una scenetta di Maurizio Crozza, dato che anche i polli – non di Renzo in Manzoni, ma di Francesco Amadori in Tv – hanno sempre saputo che Nesti preferiva la Sonia Caramelli (nota come la pavona), alla Turelli scomoda.
Tanto scomoda che, motu proprio, il Nesti, dall’alto della sua giurisprudenza, sacrificò l’anzianità della comandante ancor oggi ai mezzi arresti (obbligo di firma: dove dovrebbe scappare la Turelli, nel Donbass?), assumendo, secondo il suo falloso modus interpretandi o ermeneutica del diritto, che, data la condizione di maternità della medesima, quel tempo non poteva esserle conteggiato come servizio.
E meno male che il fu comandante è di sinistra e ha fatto anche il Vpo per anni tre. E si nota, lasciatecelo dire, da quanto e come viene protetto in procura. Sia lui stesso che la sua gentile consorte, critica letteraria, come la ha recentemente definita Il Tirreno.
Come il quale (espressione pistoiese che vale per tantoché) perfino lei, Milva Maria Cappellini, ha trovato ricovero e conforto sotto le ali rassicuranti della chiesa cattedrale della procura di Pistoia; scriminata da tutti (Boccia, Curreli…), pur essendo sempre intervenuta impropriamente e a gamba tesa nella vicenda, a nostro parere indecente, del marito “sacrificato” e perseguitato: un comandante da cui sono però fuggiti almeno 4-5 o più vigili urbani chiaramente discriminati, come pure riconosciuto dal giudice del lavoro.
Insomma, Rino… Sei stato uno dei pifferai magici del Comune di Agliana; sei stato una longa manus politica della politica Pd del tuo amico Paolo Magnanensi (un altro pifferaio di quel Comune) e Paolo, suonatore di chitarra, piatto-ricco-mi-ci-ficco (come ripeteva sempre), non ti ha mai parlato del Nesti e della Turelli? Difficile crederlo, se Craxi doveva sapere dei ladrocinii del Psi.
Siamo proprio in Italia e le indagini le fanno fare (o meglio non fare) agli amici CC del Nesti – amici perché quando era un Vpo ne era anche superiore gerarchico. Ecco perché le cose non vanno punto bene.
Ma soprattutto, Rino, non te le ricordi tutte le tue passate dal povero sindaco Mangoni – che pretendevi di burattinare – quando, più o meno ogni mattina, gli ripetevi che doveva disfarsi della sgradita Lara Turelli?
Guarda Rino che ci sono chili di documenti a questo proposito, anche se la giustizia pistoiese non intende guardarli o perché non sa leggere o perché è troppo… oberata di lavoro.
E guarda, Rino, che basta guardare cosa successe quando Giacomo Mangoni – al momento in cui il Nesti fu disarcionato non da Linea Libera, ma dal Consiglio di Stato – decise di scegliere, secondo il logico e legittimo principio dell’anzianità di servizio, la Turelli e non la Caramelli: il sindaco ebbe la rivolta della giunta capitanata da te e dal tuo Pd, con un voto compatto per il no-alla-Turelli. E pretendi di darci a intendere che ignoravi i motivi di scontro Nesti-Turelli?
Strano, ora, Rino, che la Turelli sia stata arrestata per presunto furto di un a chiavA e un sacco di altre minchiate. E strano, ma non troppo, che fra i suoi accusatori ci siano, in prima linea e potere operaio la Sonia Caramelli (la prediletta da Nesti), lo stesso Nesti – almeno così si sente dire – e la vigilA Traversi, be nota per certi suoi aspetti caratteriali piuttosto spigolosi. poi anche la vigila Claudia Vilucchi, che ragionava fitto fitto con l’Agnellone-Ciottoli (pare anche invitata a fare una gita all’estero con lui tra una conta d’agnelli e una di pecore, fra pasqua e maggio…). Poi le intercettazioni saranno uno spasso, ne sono quasi certo.
Ma cosa ci sta a fare, mi chiedo, questa procura a Pistoia? Solo a proteggere sempre e comunque le «autorità costituite», ossessione di buongoverno della Gip Patrizia Martucci?
Buona giostra dell’OrZo (i pistoiesi usano la S così: perZone, inZalata, orZo) a te, al tuo ottimo comandante (smentito, oltre che dal Tar Toscana e dal Consiglio di Stato, anche in 28 delle sue 30 cause promosse a spese degli aglianesi), a sua moglie “critica letteraria” e alla giunta di Agliana falsa come i trenta denari di giuda: sia quella Pd di cui tu eri il duca, sia quella successiva di PDestra, la cui conduzione è stata affidata, dai bamboli Benesperi-Ciottoli, alla dottoressa Paola Aveta.
Ci sarà Paolo Magnanensi, oggi, a suonare la chitarra alla giostra dell’orZo o preferirà il fresco all’OrZigna?
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]