PISTOIA. Diceva Socrate, dinanzi ai giudici che stavano per condannarlo, che “non si deve più rispetto a un uomo che alla verità”. La Verità – e la criviamo con la V maiuscola – viene prima di qualsiasi uomo, che, per noi vecchi decrepiti e politically uncorrect, comprende anche la variante donna.
Noi vogliamo bene (e tanto più gliene vogliamo quanto meno può apparire) a tutti i nostri allievi – Bertinelli, Fratoni e/o altri, molti altri, fin troppi altri.
Ciò non toglie di dover dare voce a quanti, con sincero spirito di ricerca di un fine etico nella politica, pestano i piedi a nostri allievi: proprio perché “non si deve più rispetto a un uomo che alla verità”.
Così dall’interno del Pd pistoiese, quel Pd che, come andiamo avanti a dire da anni, non è più niente, perché è stato mandato sostanzialmente in frantumi dalle metastasi democristiane (cosa che, del resto accade – e si vede – anche a Roma), ci è giunta la lettera che segue e che pubblichiamo non perché si apra un dibattito (dato che il Pd non ha assolutamente l’intenzione di dibattere, ma solo quella di occupare il potere), ma perché tutti i Pd sappiano che l’avere il partito rinunciato ad essere quello che sarebbe dovuto essere per elezione, lo ha reso non diverso e non certo migliore della vecchia Dc.
e.b.
Ecco il testo che ci è stato inviato:
Oggi nel Partito (fu) Democratico pistoiese succedono cose che solo pochi anni fa sarebbero state assolutamente impensabili.
Così, in un lunedì qualunque, accade che la Presidente della Provincia (più riciclata che nuova), venga rinviata a giudizio per un’ipotesi di reato che alcuni giudicano ardita – la formulazione è tentato abuso d’ufficio –, ma che tuttavia avrebbe forse dovuto provocare almeno un sussulto o un accenno di discussione, soprattutto perché la Presidente è in predicato di candidarsi al Consiglio Regionale, probabilmente anche come capolista.
Fino a poco tempo fa – già ormai lontane le questioni morali di berlingueriana memoria – probabilmente la candidatura sarebbe stata cosa fatta comunque, “a prescindere”, direbbe Totò, ma almeno il Partito avrebbe fatto finta di discuterne, per poi assolvere la Presidente, manifestandole il proprio incondizionato sostegno.
Oggi, invece, accade che in un salotto romano, molto vicino a Palazzo Chigi, Luca Lotti chiama a raccolta i “maggiorenti”, ivi compresi alcuni dei “candidandi” (anche coloro che non hanno alcun ruolo di rilevo negli organismi del Pd pistoiese), per decidere se la Fratoni potesse essere candidata o meno. E che da quella riunione, come abbiamo appreso dalla stampa, scaturisca il “disco verde” per la bionda Presidente.
La Fratoni, da par suo, si era già ampiamente autolegittimata un secondo dopo l’infausto verdetto del Gup, dicendo che è necessario “tornare ad essere più garantisti”. Che lo dicesse pro domo sua, ovviamente, non aggiunge una nota di buon gusto alla vicenda.
Insomma, “questa candidatura s’ha da fare”, a prescindere dal Codice Etico (l’ineffabile Segretario Regionale ha abilmente glissato sul tema “candidabilità”, a fronte di una norma che ai più fino ad ora appariva estremamente chiara). E dalla pletorica Direzione Regionale nessuno ha avuto il coraggio di porre la scomoda domanda.
Innocente fino al terzo grado di giudizio, la Presidente. È opportuno chiarirlo. Viene da chiedersi, però, se esista più, in politica, quella scomoda cosa chiamata “opportunità”.
Viene da chiedersi anche se davvero non ci fossero candidature femminili renziane che potessero competere senza avere sulle spalle un simile fardello.
Fra l’altro, è ancora da chiarire come abbia fatto la Fratoni a passare da renziana della seconda ora, a renziana della prima ora, tanto da stringere un patto – ma oggi si dice Ticket – con il renzianissimo Massimo Baldi, come ufficializzato nel corso di una cena in un ristorante “in” di Pistoia, di cui non esistono fotografie né tracce sui social network (fatto alquanto strano, in periodo elettorale).
Di cose strane, ne accadono molte. Senza tuttavia che venga posta alcuna questione, anche da chi renziano non è, e dovrebbe avere tutto l’interesse, e magari anche l’esigenza etica, di scoprire le carte.
Della serie: sopire, troncare, troncare e sopire, per dirla con Manzoni. Tanto, i cittadini dimenticano, i candidati si accordano, il Partito tace.
E chi tace, si sa, acconsente e consente.
Anomalo Pd
Sin qui il testo trasmesso. Ma ci sono stati suggeriti anche alcuni nomi per i commensali: Bini, Niccolai, Baldi (Massimo) e, forse, Fanucci. Oltre non andiamo e non sarebbe corretto calcare la mano.
Resta la domanda: il Pd pistoiese è davvero un “nuovo che avanza” e un “cambiar verso”?
Bene, questo pseudo partito cosiddetto “democratico”? ho molti dubbi al riguardo, quando e’ che possiamo definirci democratici, quando facciamo degli statuti con delle regole inserite all’interno del medesimo e dopo di che’ disattenderlo per interessi di bottega? Oppure quando si dice che faremo un decreto per dare l’acqua pubblica ai cittadini e poi disattenderlo per interessi di bottega? Quando in campagna elettorale il bertinelli “minuscolo di proposito” disse che voleva che i cittadini fossero partecipi alle decisioni prese da questa pseudo giunta e poi disattendere per interessi di bottega? Oppure quando si scrive nello statuto del pds, ds, pd e non so quante altre sigle cambiate per non cambiare nulla, dove si dice che non si possono ricandidarsi per piu’ di 3 volte alle elezioni, poi vedi i fassino,con moglie, i d’alema, le bindi e mi scuso con chi non ho citato, e disattenderlo solo perche’ alcuni sono sopra le regole? Credo che questo pseudo partito di destra sinistra centro chi lo sa’, di democratico non abbia molto, visto come si comportano in certi circoli ex case del “popolo”? verso chi non la pensa come loro, vero morelli, vero rossi? SPERO CHE UN GIORNO I BELLI ADDORMENTATI SIA PISTOIESI O ITALIANI SI SVEGLINO. AUGURI ITALIA PS: con questi personaggi citati uso il minuscolo per la considerazione che ho di loro!
In questi giorni il Partito Democratico locale si trova a bordo di una barca che ha più fori sul fondo di una fetta di elvetico emmentaler. Mentre si tenta di turare (con sempre meno dita a disposizione) tali fori, i comandanti si ingegnano in sempre più geniali modi di trapanare il vascello costringendo i poveretti a un superlavoro. I quali altro non possono fare che dedicarsi alla batracofagia, ovvero la nobile arte di ingoiar rospi senza mostrare sul volto il minimo accenno di stomacatura.
Detto questo prendiamo atto che finalmente qualcuno, stanco di deglutire anfibi, ha deciso di dire basta di subire diktat in nome di una supposta fedeltà di partito (e “supposta” è in questa situazione il termine più adatto) e comincia a venire allo scoperto, anche se in forma anonima (beh, tutto non si può avere).
Fermo restando che, da garantista, sono convinto che nessuno è colpevole fino al terzo grado di giudizio (cioè, così come vanno i processi in Italia, mai), sarebbe da discutere sulla opportunità di candidare una persona rinviata a giudizio per tentato abuso d’ufficio in concorso. Confermo quindi quanto già espresso: le forze democratiche che si oppongono al consolidato sistema di potere ringraziano il PD per questo dono inaspettato ma assai gradito.