PISTOIA. Il cinema muore tutti i giorni. Poi risorge, per fortuna e prende diverse strade. Una di queste è quella che ha imboccato Frastuono, il docu-film che sarà proiettato stasera, alle 21,15, al Cinema Globo. A parlare della pellicola, ma non solo, nel pomeriggio, a Casa in Piazzetta, c’erano tutti i protagonisti; quasi tutti. Unico assente – ma giustificato – Iaui Tat Romero, Iaui, che vive in una delle comunità degli Elfi della montagna pistoiese. Staserà però – ci ha assicurato Lorenzo Maffucci, l’istigatore a proiettare –, ci sarà.
“Abbiamo cercato di sondare l’età di mezzo – racconta Davide Maldi, il giovane regista, romano, che sta girando in lungo e in largo l’Italia, ma anche le periferie di Parigi, a promuovere la sua creazione, che sta raccogliendo, ovunque, interessanti apprezzamenti – , quella che aspetta prima di essere catapultata nella ragione. Lo abbiamo fatto approfittando di una stanzina che è proprio qui, in questo crogiuolo, la sala prove, dove abbiamo conosciuto i protagonisti e gli ideatori di questa pellicola. È la musica il linguaggio del tempo, ma non la musica immediatamente traducibile, istantanea, diretta, quella che non ha bisogno di nulla per essere ricordata, canticchiata e dimenticata, spesso: è un suono che merita, che medita e che ha bisogno di tempo per essere capito, che ha bisogno di essere ascoltato, non solo nei suoi tratti acustici, ma anche in quelli poetici”.
“Sono stata coinvolta in questo progetto per puro caso – dice Angelica Gallorini, 22enne, aglianese, l’altra protagonista del docufilm, che vive di foto e video –. Suonavo la batteria e cantavo: spesso lo facevo proprio qui, nella Casa in Piazzetta, dove ci siamo conosciuti. È stato Lorenzo Maffucci a propormi il ruolo che poi ho ricoperto: non c’ho pensato due volte ad accettare”.
Lorenzo Maffucci e Nicola Ruganti sono gli altri due complici della storia di periferia generazionale cinematografica. E sono lì, ad ascoltare l’introduzione di Michele Galardini, che presenta l’incontro con Davide Maldi e Dario Zonta, il regista e il produttore, in fondo alla saletta, gremita da parecchi di quei ragazzi che in quell’angolo nascosto della città, la Casa in Piazzetta, provano a (ri)disegnarsi il futuro.
“Ho ascoltato e seguito per tre anni i movimenti di questi due ragazzi, le loro intersezioni culturali, le loro aspettative – dice ancora Davide Maldi –. Sono stato con loro nei loro ambienti e ho ascoltato i loro silenzi, che sono dei veri e propri boati, frastuoni, appunto e ho tradotto sulla pellicola le loro tensioni. Credo molto in questo lavoro”.
Il documentario, che ripetiamo, sarà proiettato stasera al cinema Globo, ha già ricevuto i dovuti consensi in altre realtà cinematografiche indipendenti e in altre cercherà di riceverne. Il passaggio da Pistoia era, semplicemente, obbligatorio, visto e considerato che l’idea e la volontà della pellicola sono nate qui, in città, in Casa in Piazzetta, per la precisione, scalando i pendici collinari delle impennate geografiche dell’appennino pistoiese e poi riscendere a valle, dove Iaui e Angelica, che somigliano da vicino una miriade di altre giovani coppie alle prese con il proprio futuro.