PISTOIA. Molte persone forse ignorano che l’unico museo italiano dedicato al tenore dei tenori, Enrico Caruso, si trova a quattro passi da Pistoia, precisamente nel Comune di Lastra a Signa in quella che era nota come “Villa Bellosguardo”.
Nel 1906 la villa venne acquistata da Enrico Caruso, per questo viene anche indicata come Villa Caruso.
Il tenore dei tenori, conquistato dalla bellezza e dalla pace che nella sua nuova residenza poteva trovare, la fece restaurare arricchendola con numerose opere d’arte ed interventi strutturali che le hanno dato l’aspetto attuale.
In seguito alla morte del tenore, nel 1921, la proprietà passò nelle mani del figlio Rodolfo e del fratello Giovanni per poi subire altri avvicendamenti proprietari quali: l’ingegner Bianchi, il Conte De Micheli e la famiglia Gucci finché il comune lastrigiano nel 1995 con l’intenzione di valorizzarne la bellezza architettonica, decise di acquistarla. Il comune di Lastra a Signa ne ha affidato la gestione all’Associazione Villa Caruso e quest’ultima ne promuove la valorizzazione organizzando concerti, spettacoli, esposizioni e visite.
Ora all’interno della Villa è presente un interessante museo, ricco di cimeli originali della famiglia Caruso, compresa l’ultima cartolina che il tenore inviò da Sorrento poco prima della dipartita, foto della moglie americana, Dotty, caricature, costumi di scena originali, grammofoni, vinili, le posate in argento che lo Zar di tutte le Russie donò al cantante italiano e molte altre rarità. A Villa Caruso poi vi sono anche spazi disponibili per mostre temporanee e forse anche per incrementare il patrimonio complessivo museale.
A questo scopo Luigi Tronci dell’omonima Fondazione e Riccardo Fagioli dell’Associazione Culturidea hanno recentemente fatto un sopralluogo nella struttura accompagnati dalla responsabile del plesso Silvia Parretti.
Durante il cordiale incontro si sono poste le basi per strutturare una collaborazione che potrebbe portare verso il museo Enrico Caruso i dodici strumenti originali progettati da Giacomo Puccini e costruiti dalla famiglia Tronci per le rispettive opere liriche, il carteggio Tronci-Mascagni, Tronci-Verdi, riviste originali della Ricordi (1800-1920), libretti autografi del tenore attualmente non visibili in quanto nelle rimesse o nei magazzini dello stesso Tronci e molto altro ancora.
L’Associazione Culturidea e la Fondazione Tronci ormai da molto tempo, sia con atti ufficiali che con iniziative specifiche, stanno ponendo l’accento sull’esigenza di trovare una collocazione adeguata al patrimonio museale parzialmente custodito in corso Gramsci 37 ed anche l’incontro dei giorni scorsi va letto in questa direzione. Culturidea, Fondazione Tronci e Associazione Enrico Caruso si rivedranno a breve per riprendere questo discorso appena iniziato.
[culturidea]