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PISTOIA. Un gruppo misto di Consiglieri pistoiesi chiede che si faccia chiarezza sugli aspetti più controversi della telefonia mobile, e per questo ha presentato una mozione ad hoc. Ecco il testo:
PREMESSO CHE
– con la Legge n. 36 del 22.02.2001 “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici” sono stati dettati i principi fondamentali diretti a: assicurare la tutela della salute dei lavoratori, delle lavoratrici e della popolazione dagli effetti dell’esposizione a determinati livelli di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici ai sensi e nel rispetto dell’art. 32 della Costituzione; promuovere la ricerca scientifica per la valutazione degli effetti a lungo termine e attivare misure di cautela da adottare in applicazione del principio di precauzione all’art. 174, paragrafo 2, del Trattato istitutivo dell’Unione Europea; assicurare la tutela dell’ambiente e del paesaggio e promuovere l’innovazione tecnologica e le azioni di risanamento dagli effetti dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici fuori dai limiti previsti dalla normativa;
– che l’art. 8, comma 6, della Legge n. 36 del 22.02.2001 prevede che i Comuni possano adottare, nell’ambito della loro potestà regolamentare, un regolamento per assicurare il corretto inserimento urbanistico e territoriale degli impianti di telecomunicazione per telefonia mobile;
– in attuazione dell’art. 4 comma 2, lettera a), lo Stato con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 08.07.2003, ha fissato i limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz;
– con il Decreto Legislativo n. 259 del 01.08.2003, “Codice delle comunicazioni elettroniche” così come modificato dalla Legge n. 73 del 22.05.2010 e dalla Legge n. 164 del 11.11.2014, è stato definito l’intero quadro normativo in merito a reti e servizi di comunicazione elettronica ad uso pubblico e privato;
RITENUTO CHE
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fermo restando il quadro di riferimento costituito dalla disciplina sovraordinata, è opportuno rendere operativo l’esercizio della potestà regolamentare assegnata ai Comuni dalla predetta legge quadro statale, anche in relazione :
– alla sensibilità e attenzione dimostrate dalla collettività nei confronti del tema degli effetti ambientali, sanitari e patrimoniali delle esposizioni alle onde elettromagnetiche emesse dagli impianti di telecomunicazione per telefonia mobile;
all’’avvento della nuova tecnologia LTE (4G) determinerà un potenziamento degli impianti da parte dei gestori con conseguente installazione di nuove antenne;
– ai caratteri territoriali, ambientali e paesaggistici, da salvaguardare, del territorio comunale
RITENUTO ALTRESÌ CHE
– la legge 36/2001 consente ai Comuni di decidere se governare ed amministrare le installazioni con la stesura di un Piano per la Telefonia Mobile tecnicamente valido e che nella localizzazione degli impianti per la telefonia mobile tenga conto degli ambiti territoriali, quali siti sensibili (quali ad es. aree sanitarie, sportive, scolastiche, assistenziali);
– la redazione del suddetto Piano consentirebbe un rapporto diretto tra Amministrazione e operatori telefonici per un posizionamento delle antenne più mirato e funzionale alla suesposte esigenze;
– ogni altra forma, quali Regolamenti o piani di carattere puramente urbanistico, come dimostrato da recente giurisprudenza, non ha alcuna consistenza tecnica e rischia l’invalidazione in caso di ricorso in sede amministrativa (Consiglio di Stato n. 3575 del 3 luglio 2013; Consiglio di Stato n. 2945 del 30 maggio 2013; Consiglio di Stato n. 1873 del 4 aprile 2013; Consiglio di Stato n. 690 del 5 febbraio 2013, …);
– la mancanza del suddetto Piano inibisce oggi al Comune la possibilità di valutare e definire i luoghi consoni ad ospitare stazioni radio base per la telefonia mobile, tenendo conto del principio di minimizzazione del rischio, ottimizzando le richieste dei gestori che altrimenti localizzerebbero le medesime stazioni nel territorio senza un piano di valutazione atto a ridurre l’impatto sulla popolazione.
Tutto ciò premesso
IMPEGNA
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Il Sindaco e la Giunta ad attivarsi per l’approvazione di un Regolamento per la localizzazione delle stazioni radio base per telefonia mobile, che pianifichi le aree del territorio comunale idonee ad ospitare future antenne di telefonia mobile e similari, che, tenuto conto di tutti gli aspetti legislativi e giurisprudenziali in materia, persegua tali obiettivi:
1) individuare la miglior localizzazione possibile degli impianti, al fine di minimizzare i livelli di emissioni elettromagnetiche, in applicazione del principio di precauzione e prevenzione di derivazione comunitaria, con particolare riferimento alle aree sensibili e assicurando agli utenti della telefonia la miglior copertura del servizio;
2)minimizzare l’impatto, anche visivo, degli impianti per telefonia mobile, relativamente al territorio, al paesaggio e al patrimonio storico, culturale ed ambientale del territorio;
3) garantire una razionale distribuzione degli impianti di telecomunicazione per telefonia mobile anche attraverso iniziative di coordinamento delle richieste di autorizzazione presentate dai diversi gestori;
4) assicurare preferenza a siti comunali o di proprietà pubblica, ove esistenti e disponibili, per la realizzazione delle installazioni, privilegiando comunque (anche al di fuori di aree pubbliche) soluzioni di utilizzo plurimo della medesima struttura, ove non esistano controindicazioni relative ai livelli di esposizione della popolazione.
5) avviare tavoli di confronto con le compagnie di telefonia mobile assicurando trasparenza dell’informazione e massima partecipazione alla cittadinanza e ai titolari di interessi pubblici o privati, ai portatori di interessi diffusi costituiti in associazioni o comitati, nonché agli organi decentrati e alle istituzioni preposte.
6) esercitare azioni di controllo e vigilanza sanitaria e ambientale secondo quanta disposto dalla L. 36/2001;
7) destinare le risultanti risorse economiche ad interventi di censimento degli impianti esistenti, di monitoraggio di campo elettromagnetico e risanamento ambientale.
Andrea Betti, Paolo Lattari, Annamaria Celesti, Alterio Ciriello, Margherita Semplici, Alessandro Tomasi, Alessio Bartolomei, Giacomo Del Bino, Alessandro Sabella, Luca Rossi, Maurizio Giorgi, Stefano Franceschi, Massimiliano Sforzi
Mi permetto…questione di fondo: la stragrande maggioranza delle antenne sono su edifici o suoli privati. Questo vuol dire che i cittadini, così come da decenni spesso danno i loro voti a gentaglia che starebbe bene nelle patrie galere, altrettanto svende la salute, il paesaggio, il gusto stesso di ciò che è bello, in definitiva distrugge il futuro dei propri figli…per un piatto di lenticchie.
L’ultima frontiera dell’antenna selvaggia è il proliferare di quellie che consentono a tutti coloro, che dovrebbero guardare la strada mentre guidano, chiaccherare coi propri figli o leggersi un libro al parco, di comportarsi da e diventare dei poveri imbecilli, connettendosi ovunque e sempre in modalità wi-fi…di questo passo si farà prima a socializzare con persone autistiche.
E ci si stupisce di come vota la gente?
Massimo Scalas
Impeccabile Massimo, come sempre…specie nella seconda parte, dove si parla di poveri imbecilli…con quel che segue.
Anch’io ho il vizio di osservare spesso tali poveri imbecilli, vittime di una vera e propria mania compulsivo-coattiva, e ci sono momenti in cui proprio non li sopporto.
Piero