UNA QUARRATA CIVILE O UN VERO E PROPRIO FAR WEST?

Paola Anna Tomei
Paola Anna Tomei

QUARRATA. Vi ricordate Un giorno in pretura, film del 1953 diretto da Steno? Ecco, sembra di essere all’interno di una pellicola anni-50 , ma siamo allo scadere del primo decennio del 2000, per l’esattezza nel 2009-2010 e gli avvenimenti che vi stiamo per raccontare descrivono la realtà della provincia italiana, con microstorie di cuore e di coltello che tutti sanno, tutti vedono, tutti tacciono e alcuni, pare, proteggono «a prescindere».

Un incidente stradale nel 2010 e un quarratino che interviene sull’incidente stesso. Lì, come in un quadro di commedia, l’uomo adocchia una vigilessa, giovane e piacente: scoppia quello che si chiama un coup de foudre e i due iniziano a frequentarsi. È una “relazione amichevole”, una “amicizia confidenziale” – si legge in sentenza: la numero 568/14, emessa il 17 aprile e depositata il 26 giugno. Finché… Finché l’uomo, forse pressato oltremisura dalla vigilessa, inizia una percorso a ritroso: non vuole più continuare ad esserle “amico”.

Ebbene, tutta questa storia, dopo il diniego finisce in tribunale. La vigilessa, Paola Anna Tomei, agli ordini del comandante Oliviero Billi, del Sindaco – se non sbagliamo – Sabrina Sergio Gori e, successivamente, di Marco Mazzanti, fa come le formiche nel loro piccolo, si incazza. E non solo insiste e diventa pressantemente importuna, ma, alla fine, spinge su questa strada anche il proprio compagno, Mauro Pera. La vigilessa lavora – lo abbia già detto a Quarrata – ma vive a Lucca. Il suo compagno vive a Capannori San Gennaro.

Un bel giorno – e siamo all’aprile 2010 – la vigilessa si presenta alla porta del suo “amico”, ma lo fa “scortata” dal compagno. E, insieme, i due iniziano a minacciare il “renitente alla leva”, reo di… chissà cosa, ma certo di non voler continuare l’amicizia.

Il Pera minaccia l’uomo dicendogli testualmente “ti spezzo tutte le ossa… dovrai chiedere l’eutanasia per morire per quante te ne darò… una sera di queste ti aspetto fuori di casa e ti bastono”; mentre la vigilessa Tomei impugna “la pistola i ordinanza, da lei regolarmente detenuta e portata quale agente della Polizia Municipale di Quarrata” e rivolgendosi all’uomo aggiunge a quando detto dal fidanzato Pera Mauro “ricordati che io ho la pistola”.

È una storia di cuore infranto: di sangue e di coltello. Nella “relazione amichevole” che si era stabilita dopo il coup de foudre on the road, il rapporto fra i due si era concretizzato e manifestato “anche con lo scambio di numerosi messaggi telefonici (sms). Lo scambio era reciproco, tra le rispettive utenze personali [cioè con i propri cellulari privati – n.d.r.] ed anche con l’utilizzo da parte della Tomei dei telefoni in dotazione della Polizia Municipale di Quarrata (numero di reperibilità e numero di servizio)”. Fate caso a quest’ultimo particolare: lei, la Tomei, telefonava al suo “amico” mettendo le spese a carico del popolo quarratino, di cui anche chi scrive fa parte.

Per non farvela troppo lunga, inizia un processo. E il processo finisce in mano al giudice dr Luca Gaspari che, il 17 aprile 2014, pronuncia la sentenza poi completata dalla motivazione e depositata in cancelleria il 27 giugno di quest’anno. Cioè quasi sei mesi fa, tenetelo a mente.

Il Comandante Oliviero Billi
Il Comandante Oliviero Billi

L’amministrazione comunale di Quarrata è a conoscenza, passo passo, di tutta la trafila: se non altro perché il comandante dei vigili, Oliviero Billi, ha testimoniato al processo e –, se lo avesse taciuto alla Giunta, ne avrebbe colpe e responsabilità, anche di ipotesi penale, non irrilevanti.

Il giudice conclude dichiarando “Pera Mauro e Tomei Paola Anna colpevoli del reato ascritto [cioè dei fatti sin qui narrati – n.d.r.] e li condanna alla pena di un mese e dieci giorni di reclusione, sostituita la pena detentiva con la multa di euro 10.000, oltre il pagamento delle spese processuali. Dispone la sospensione condizionale della pena.” Condanna “Pera Mauro e Tomei Paola Anna al risarcimento, in solido, dei danni cagionati alla parte civile costituita, che liquida in via equitativa nella somma di euro 1.500” e condanna “Pera Mauro e Tomei Paola Anna al pagamento delle spese relative all’azione civile, che liquida in € 2.000, compreso il rimborso forfettario spese generali, oltre Iva e Cap come per legge”. La Tomei era difesa dall’avvocato Cecilia Turco.

Qualcuno dirà: e a noi che ce ne impipa? Ma se questo pensa, quel qualcuno è un cittadino da tre soldi, cieco e sordo e che non riflette abbastanza.

Stando così le cose e secondo le risultanze di una sentenza – quindi non dalle chiacchiere di bottega – a Quarrata abbiamo in circolazione un vigile che ha minacciato un cittadino con la pistola di ordinanza e che ha trascinato con sé, in minacce di inammissibile gravità, una persona a sé legata.

Possono stare tranquilli, dunque, i cittadini della Quarrata postindustriale e dismessa, se, a garantire la legalità cittadina c’è anche chi ha adottato termini e mezzi di esercizio arbitrario dei propri (ritenuti) diritti attraverso minacce e perfino l’uso di armi di ordinanza?

Quarrata. Piazza della Vittoria
Quarrata. Piazza della Vittoria

E possono stare sereni, i cittadini di Quarrata, sapendo che, per le questioni private (o, in altri termini, «i fatti suoi», per non dire peggio…), qualcuno arriva fino al punto di utilizzare gli strumenti di servizio (in questo caso telefoni e cellulari) come fossero e propri mezzi privati?

Ma non è finita qui. Ci sono altri aspetti che, da ex-dirigenti della pubblica amministrazione quali siamo stati un tempo, riteniamo particolarmente gravi e che investono sia il comportamento del comandante dei vigili, Oliviero Billi, che il Sindaco Sergio Gori prima, e il Sindaco Mazzanti poi.

Tutte queste persone, hanno compiuto, tutti e subito, senza indugio e senza ingiustificata attesa, gli atti richiesti da loro precisi doveri di ufficio? E in altri termini:

  • – hanno rilevato e verbalizzato, sin da subito, gli eventi, addebitandoli, anche solo in termini di aggravio precauzionale, alla vigilessa Tomei, o, a tutt’oggi, non risulta ancora agli atti del Comune uno straccio di documento – con data certa e protocollo certo – con cui la dipendente, pagata da tutti i quarratini, sia stata individuata e chiamata a rispondere delle proprie azioni?
  • – hanno provveduto, dopo la condanna, immediatamente e senza tempo frapporre (sono passati 6 mesi!), ad agire come per legge e non solo sotto il profilo disciplinare, ma anche sotto quello penalmente rilevante (l’uso di cellulari di servizio, salvo se altro) per i danni arrecati al popolo di Quarrata?
  • – e se non risultano atti certi in data certa e immediata e tali da garantire inqeuivocamente gli aspetti di cui sopra, non sono forse, anch’essi (Sindaci e comandante dei vigili) suscettibili di ipotesi di favoreggiamento e omissione di atti d’ufficio, nonché di aver causato danno al cittadino e danno erariale per aver taciuto e nascosto un comportamento scorretto?
  • – e non sono responsabili di aver recato, sia pure astrattamente, pregiudizio all’incolumità e alla sicurezza dei cittadini stessi, lasciando circolare una persona condannata per colpe rilevanti e pericolose (minacce, uso di pistola di ordinanza…)? E non dovrebbero rispondere anch’essi (Sindaci e comandante di vigili) delle proprie responsabilità, se non altro, nella migliore delle ipotesi, sotto il profilo colposo e negligente?
Il Sindaco Marco Mazzanti
Il Sindaco Marco Mazzanti

Ecco, tutte queste sono domande che, come cittadini di Quarrata, rivolgiamo in termini formali (li inoltreremo in Pec) al Comune che sempre estende su di noi la sua (in questo caso discutibile) potestà di imperio.

A ulteriore sostegno di certi atteggiamenti degli amministratori, è il caso di riesumare un altro episodio – sempre legato ai vigili di Quarrata – accaduto qualche anno fa, sotto il sindacato di Sabrina Sergio Gori. Allora, infatti, un vigile fu sgamato e denunciato pubblicamente perché (pare) usciva dal territorio comunale con l’auto di servizio e finiva nelle terre di Iolo o per là, nel pratese. Dicevano per suoi interessi amorosi: anche lì un coup de foudre? Anche in quel caso nessun freno inibitorio da parte di maggiorenni in divisa?

In quella circostanza, nonostante il puzzo mediatico (ci sembra di ricordare che ne parlò anche La Nazione), né il Comando dei Vigili né l’amministrazione si mossero in alcun senso: e fu tutto messo a tacere. E allora: ci sarà stato, o no, danno erariale?

Alla Corte dei Conti l’ardua sentenza. Ad altre corti altre ipotesi, se ci sono…

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