UNA SICILIA ANCHE MIA

L'invito
L’invito

PISTOIA. Antonio non lo sa, perché non gliel’ho detto ancora, ma le foto che ha fatto inserire nel suo Humus Terra Tellus di Sicilia, un racconto che verrà a breve presentato al Museo Marini (27 maggio, 16:30), foto peraltro scattate da lui stesso, rendono la sua Sicilia anche mia. Me la ricordano con una evidenza in una sospensione fra il mistico, l’improbabile e il non-reale, pur se è realissima così com’è.

E pensare che in Sicilia – purtroppo – sono stato solo due volte: in inverno a Palermo con un’acqua che rendeva di specchio le strade lastricate e lisce; in primavera, al Sud, in aprile, con un caldo strano nella Valle dei Templi e a Siracusa. O verso il mare, sotto raffiche di vento impressionanti che portavano via; che trascinavano la mente al di là del tempo. Ecco perché una Sicilia anche mia: il cui terzo viaggio (a Siracusa) fu troncato da eventi minimali di vita, ma di quelli che fanno stracciare un biglietto aereo e rinunciare a un perdimento dell’anima con le lacrime agli occhi.

La copertina del racconto
La copertina del racconto

Humus Terra Tellus. Indicano tutt’e tre la terra con accezioni diverse. Ce lo spiegheranno il 27 Laura Dominici e Maurizio Tuci al Marini.

Il racconto – come dice lo stesso autore – è dedicato allo zio Gaetano, affettuosamente nominato “Conte di Provenza”, che lo ha ispirato con l’intreccio dei ricordi di una terra ricca di struggente bellezza e fonte di profonde passioni.

«Il sole giallo d’agosto fece luce singolare, intensa improvvisa, per istanti che fermarono il tempo»: il racconto così inizia e a queste parole mi fermo. Per non turbare il resto delle sorprese.

Preferisco rivedermi le foto con il mare, la caletta dei bagni cara alla famiglia di Antonio, gli scogli bianchi e slavati battuti dalle onde, il ficodindia carico di frutti e il Castello di Montechiaro su rocce sbiancate dal tempo, color pomice.

È questa la Sicilia di Antonio Frintino. Ma non escludo che sia – per quanto può esserlo e proprio per questo – anche la mia.

PROGRAMMA

Introduzione di Laura Dominici
Presentazione di Maurizio Tuci
Paolo Zampini: “AN imagiNe of mAy”
(composizione in prima assoluta ispirata ai testi di Antonio Frintino)
Anna Tereshchenko voce recitante – Paolo Zampini, flauto

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