PESCIA. Alla luce degli ulteriori drammatici sviluppi inerenti la casa di riposo S. Domenico, peraltro da noi facilmente previsti, e considerato l’atteggiamento di presunta onnipotenza tenuto dal presidente del Cda, sottopongo al consiglio comunale le seguenti riflessioni.
Sentiamo vantare la paternità di opere di cui il presidente suddetto nemmeno conosceva l’esistenza. Nuova centrale di riscaldamento esempio, inaugurata già dal commissario, dottoressa Elena Lorenzi. Lavori interni idem come sopra (sostituzioni porte etc.), per non parlare della strada, che è stata finanziata dopo un faticoso accordo dalla precedente amministrazione.
Ultimo ma non ultimo, presto verrà inaugurato il portale della chiesa, il cui restauro dipende dalla azione congiunta del vecchio Cda e di un istituto di credito. Queste considerazioni avvalorano l’ipotesi che il sindaco abbia proceduto ad una nomina di sottogoverno politico, e che quella delicata carica viene adoperata esclusivamente per una questione di visibilità. Purtroppo la visibilità conseguente è altamente negativa, essendo la stampa inondata di accuse relative a debiti ed inadempienze.
Tutto a posto e le aziende scrivono, ed i dipendenti non riscuotono. Questo è il metodo con cui i consiglieri (spero solo quelli di minoranza) vengono a conoscenza dei fatti nonostante le illuminanti dichiarazioni a mezzo stampa smentite da esse stesse dopo poco.
Pertanto, avendo in passato già richiesto al sindaco una presa d’atto della inadeguatezza delle nomine effettuate, torniamo a chiedere il commissariamento della struttura, con l’affidamento ad un profilo più tecnico e libero da lottizzazioni.
Questo è dunque un ordine del giorno con il quale si chiede al consiglio comunale di impegnare il sindaco alla dismissione dell’attuale Cda del S. Domenico, con nomina di un tecnico o di un pool di tecnici di alto profilo, come ultima speranza per il salvataggio di questa storica struttura.
Oliviero Franceschi
Un’Altra Pescia