unicoop. E BÉCCATE ’STO SOLIDARISMO PELOSO!

Resta cu’ mme, nun me lassà...
Resta cu’ mme, nun me lassà…

PISTOIA. Nei giorni scorsi unicoopfirenze ha inviato una letterina che si apre con un sorridente “resta con noi” ma poi all’oggetto annuncia “esclusione da socio”, perché il destinatario non ha effettuato nemmeno una spesa presso i punti vendita Coop nei primi 9 mesi dell’anno e comunque non ha partecipato alle assemblee dei soci…

La lettera fa riferimento a un Decreto Ministeriale del 2014 – che siamo andati a leggere – il quale stabilisce le misure volte a rafforzare il livello di coinvolgimento dei soci nei processi decisionali della cooperativa e conclude che il Socio sarà escluso se entro il 31 dicembre 2016 non farà acquisti presso la Coop, non abbia con la Coop un rapporto di prestito sociale o non partecipi almeno a un’assemblea della Cooperativa.

Un nostro lettore, che ha ricevuto la missiva e ce l’ha trasmessa, fa notare di non aver mai avuto nessuna convocazione per nessuna assemblea né passata, né futura, il che gli ha reso impossibile usufruire di quanto previsto al secondo comma dell’art. 2 del predetto Dm (ottenere, attraverso l’aumento della trasparenza dei dati finanziari e di bilancio della cooperativa, il rafforzamento dell’informazione e della partecipazione dei soci alle assemblee nonché attraverso il rafforzamento dei diritti di questi ultimi nei confronti dei consigli di amministrazione).

Inoltre, il suddetto lettore ci informa di essersi associato alla Coop negli anni ’70 pagando 5000 lire, corrispondenti, oggi, a 51.455 lire ovvero  € 26,57, ma nella letterina di unicoopfirenze, si parla di rimborsare la quota sociale pari a € 2,58… per l’appunto.

La Coop sei tu? Sembra chiedere stupito il nostro lettore, che poi però conclude dichiarandosi fiero di essere rimasto fedele e affezionato cliente di Esselunga, che lui definisce negozio di alimentari all’avanguardia, con prodotti di qualità e a buon prezzo e senza pretese di solidarismo peloso.

[Paola Fortunati]

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2 thoughts on “unicoop. E BÉCCATE ’STO SOLIDARISMO PELOSO!

  1. Buona sera Paola, io come tanti sono un cliente Coop e mia moglie ha la tessera, come del resto ce l’ha di altri esercizi commerciali. Questo solo ed esclusivamente per approfittare di sconti o promozioni varie. Come è per tutti, al netto delle favole sulle attività sociali che chiunque faccia marketing a livello professionale, sa essere semplicemente la cipria con la quale imbellettare una realtà fatta di guerre all’ultimo sangue per occupare territori e quote di mercato, Quote di mercato che per decenni nella rossa Toscana sono state difese anche in modo non sempre trasparente. A tale proposito è sempre buona cosa leggere il libro di Caprotti, uno dei pochi grandi imprenditori della nostra epoca, Falce e carrello, prima mandato al rogo da un giudice su denuncia presentata proprio dalle coop rosse e poi riabilitato in appello. In ogni caso, io dico: cosa c’è di più autolesionistico che cacciare uno che non è mai venuto da te a fare la spesa? Uno così lo dovresti allettare, blandire, incuriosire. Insomma dovresti provare, se fai impresa, a convincerlo a venire a fare la spesa da te.
    Ogni tanto mi chiedo se non siamo davvero rimasti l’ultima delle repubbliche socialiste sovietiche
    Massimo Scalas

  2. Proprio così, a leggere quel che dice il nostro amico lettore, i supermercati di Caprotti hanno proprio un altro passo, non sono sovietici. Per esempio anche io faccio spesa da Esselunga 😉

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