CHI AL POTERE CI STA TROPPO
PENSA A SÉ E A FAR MALLOPPO
Venite, la celebre
La santa Bottega
A prezzi di fabbrica
Vi scioglie, vi lega.
Fa spaccio di meriti,
Cancella peccati…
Venite! I solvibili
Saranno beati!
[L. Stecchetti]
MISTERO della fede, questo. Come la transustanziazione che tormentava il Manzoni: si rifiutava di fare la comunione, a volte, perché, credendo nella presenza reale della carne e del sangue di Cristo nell’eucarestia, gli pareva, mangiando l’ostia, di essere un cannibale.
Volesse il cielo che questa stessa psicopatologia toccasse il cuore anche di tanti cattolici e comunisti, preti e persone normali, papi e cardinali Zuppi antisalviniani e bendisposti nei confronti della dottrina sociale del Che Guevara, come ad esempio, l’elemosiniere del Bergoglio.
A loro queste cose non sfiorano neppure l’anticamera del cervello: hanno dio dalla loro parte come i tedeschi (Gott mit uns) e, quando non dio, l’arroganza della predicazione delle verità boldriniane; di quella missionaria che s’inginocchia e può permettersi di far visita al papa indossando solo le ciabatte, col ditone di fuori.
Dopo questa premessa, il problema. Cosa divide la chiesa del terzo millennio dal comunismo riformato della DDR di Angela Merkel, e trasposto – verrebbe da dire transustanziato – nel Credo in unum Deum Mammona, Patrem omnipotentem, Factorem cæli et terræ, visibilium omnium et invisibilium?
Credo niente, nada de nada, per dirla alla livornese come il baccalà. Assolutista la chiesa di Leone X e delle indulgenze o di Papa Borgia; assolutista la religione del progressismo iniziato con Lutero e culminato con il riformismo catto-comunista di oggi. I tedeschi sono sempre un passettino avanti verso Auschwitz.
Da una parte, nonostante la mielata gentilezza, sostanzialmente aggressiva, di Bergoglio, con scatti di evidente incontrollato bipolarismo nell’episodio della cinesA (non s’offendesse mai la BoldrinA!), la ferma condanna in nomine Christi e dell’accoglienza (Vade retro, Salvini = Salvini merda, come Pisa merda etc.: ma questo è cattolico e quindi dignum et iustum est, aequum et salutare…); dall’altra le certezze tutte condivise sull’accoglienza dei migranti da sfruttare (vedi inchiesta sulla Caritas di Bèrghem, terra di Feltri) e la santa crociata per l’approvazione della Legge pro demenza, quella che metterà ai ferri chi dirà frocio o gay o finocchio o omosessuale o simìlia.
Siamo dinanzi a due chiese: quella di dio, nel quale oggi, ancor più, non credo; e quella degli uomini, nei quali oggi – visti i Napolitani, i Mattarelli, i Palamari, i palombari, i marinari, le sardine, le acciughe e i cazzi vari – ancor meno fiducia c’è da avere.
La visione più lucida dell’umanità la ebbe, indubbiamente, la rivoluzione francese e solo durante la troppo breve parentesi del terrore: le teste che volano, infatti, sotto il profilo storico, sono, per paradosso, l’unica forma davvero democratica che ha il popolo per non essere considerato «un mero buco di culo» in cui infilare ogni giorno «il cazzo del potere». Brocardo ad hoc: «Durum hoc est, sed ita lex scripta est»; cioè: è dura, ma la legge è questa.
Se non si supera la fase in cui ci hanno spinto tanti buoni ex-democristiani di origine fascista e altrettanti buoni ex-comunisti di provenienza fascista, me la vedo brutta, direbbe la marchesa che cammina sugli specchi senza mutande.
Osservate un fatto fresco come il pesce appena pescato in cima al molo di Viareggio: il licenziamento del cislino di cui vi abbiamo parlato ieri; e guardatevi anche il servizio dedicatogli, sempre ieri, dal Tg2.
Fate un passo indietro, ora, per un licenziamento – più che analogo identico – riservato a un sindacalista dell’Ugl, Antonio Vittoria, in Hitachi Rail. La logica è: se parli io anniento la tua vita; ti tolgo il pane. E ciò va bene alla chiesa di Bergoglio e al Pd/M5S/pseudosinistra/Leu-Lei e altri babbei, di qualsiasi livello.
Da una parte si è mosso il mondo e la Cisl (bene integrata nel sistema di merda che viviamo) ha ottenuto la sua visibilità; dall’altra non si è mosso neppure un pelo di passera di una destra che s’affaccia e bussa chiedendo fiducia per cambiare le cose, ma che sta buona e accucciata come un cane in chiesa.
Come potete vedere, aldilà di tutte le stronzate che ogni giorno ci vengono versate nelle orecchie, il sistema che funziona è quello di tipo Palamara: chi pòle, pò; e chi non pòle, popò.
Ma se il mondo è questo e se tutti – dal non-presidente Mattarella in giù – vogliono addomesticarci al potere del dio «Mammona, denaro e poltrona», quale altra via resta per riportare il caos di oggi ad almeno una parvenza minima di legalità?
La Cisl, con il suo infermiere licenziato, muove il mare di merda in cui naviga l’Italia e ottiene solidarietà da tutti, pare.
L’Ugl, con il suo dirigente sindacale licenziato alla stessa maniera, ottiene la menzione dei comunisti del Carc, ma non un cenno, neppur piccolo piccolo, da parte della Fim-Cisl & compagni in Hitachi – dove, se il Vittoria passa e va, dentro meglio assai si stà (con l’accento sull’à per incoraggiare i successi della minEstra Azzolina).
L’analisi è impietosa, ma non può che essere una, se la vogliamo plausibile: che i confederali, come una volta i tribuni della plebe di Roma, sono strettamente legati e conformi al potere, che in parte appoggiano e condividono; i non confederali (come i sudisti nell’America di Trump, guardati con sospetto di KKK) fanno groppino quasi per non farsi vedere né individuare: ma sono ugualmente nervi, per quanto minori, del sistema/potere, da cui, bene o male, prendono ordini e suggerimenti.
Il popolo non conta; non ha scampo e deve morire. Serve solo come la carta igienica, fino all’ultimo strappo. E siccome il rotolo appeso in bagno-Italia è ben oltre la metà, è logico e naturale che chiesa e comunismo di stato concordino sulla necessità di fare acquisti in Africa per poter continuare a pulirsi impunemente il culo, grasso come quello di un cappone allevato a mangime nobile: carne umana e lacrime dei lavoratori.
Ai quali, per essere tenuti buoni e sottomessi, servono esempi come quelli forniti da Hitachi Rail di Pistoia e Asl Toscana Centro di Enrico Rossi e del suo comandante della guardie, il Paolo Morello Marchese di Carabas, amico della famiglia Marcucci, ligio alla dottrina progressista e in ciò coadiuvato da sceriffi della levatura di presidenti di commissione di disciplina, come il dottor Roberto Biagini; e vicesceriffi iscritti all’ordine dei giornalisti della Toscana, come la capA di tutte le tromboviolinate di regime, la signora Daniela Ponticelli che, fra i suoi doveri istituzionali, annovera, anche, quello di fare l’osservatrice-spia di azienda. Lei che, in quanto giornalista, ha il dovere di rispettare chi, obbedendo al dettato dell’art. 21 della Costituzione, avrebbe il dovere di esprimere le proprie opinioni senza che nessuno dei progressisti del terzo millennio gli rompesse le palle.
E vince lo slogan democratico «colpirne uno per educarne cento» (Mao Zedong & Brigate Rosse).
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Finché c’è vita voglio parlare e con tutte le parole del dizionario della lingua italiana, nessuna esclusa. Alla faccia della Boldrini, del politicamente corretto e della Casa Madre delle Suore di Clausura OdG di Firenze!
Voglio ricordare a tutti i lettori e agli uomini liberi (non più di tre o quattro in tutto), che la commissione di disciplina dell’ordine dei giornalisti della Toscana è dalla parte della signora Ponticelli e di chi, pure iscritto all’ordine e pur professando il Credo della libertà di pensiero, parola, scritto, opinione e quant’altro, si presta a fungere da segnalatore-spia di terroristi aziendali che osano discutere l’infallibilità, come del papa, di Enrico Rossi e di Paolo Morello Marchese.
The more I know men, the more I love animals.
Plus je connais les hommes, plus j’aime les animaux.
I cani sono gli unici “esseri umani” apprezzabili e degni di tale nome, anche quando mordono.