«UN’ITALIA CHE NON FUNZIONA DA NESSUNA PARTE»

Il simbolo del Carc
Il simbolo del Carc

PISTOIA. Sentenza di assoluzione per i responsabili delle molte vittime del terremoto dell’Aquila. Manganellate agli operai dell’Acciai Speciali di Terni che erano in piazza a manifestare contro i licenziamenti. Demolizione dell’art. 18 e dello Statuto dei Lavoratori. Assoluzione per i responsabili dell’omicidio di Stato del giovane Cucchi.

Queste sono solo alcune delle ultime notizie che rimbalzano nei nostri tg in questi giorni e la lista potrebbe continuare quasi all’infinito. I protagonisti di tali notizie sono donne e uomini che subiscono ed hanno subito le conseguenze dell’attacco ai diritti delle masse popolari le cui condizioni di vita vengono rese sempre più precarie a causa delle politiche di lacrime e sangue di un governo che spreme all’inverosimile le masse popolari, che non si cura minimamente del territorio, troppo spesso lasciato a se stesso con conseguenze drammatiche, come il caso di Carrara dimostra.

In questo attacco rientra anche il tentativo di peggiorare, ulteriormente, le condizioni di lavoro ufficializzando, con il Jobs Act, il precariato e tentando di sferrare il colpo finale a tutti quei lavoratori che tengono testa al padrone, lavoratori avanzati li chiamiamo noi. Il tentativo di eliminare l’art. 18, infatti, altro non risponde che alla volontà di far fuori gli operai combattivi, perché sono loro che se si mettono alla testa delle mobilitazioni possono cambiare il Paese è di questo che i padroni hanno paura. E infatti ci sono donne e uomini che reagiscono, protestano e si oppongono alla repressione che l’attuale Governo Renzi-Berlusconi mette in campo ogni giorno, sistematicamente, e che è necessaria a tenere in piedi questa tigre di carta.

Lo definiamo un Governo Occupante che come una potenza straniera si è insediato nel nostro Paese, spreme e sottomette le masse popolari, reprime quanti si ribellano allo stato di cose attuali fino ad ucciderli, se necessario.

È un esecutivo di guerra; di quella guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia porta avanti contro le masse popolari per perpetrare il proprio sistema di dominio. Né Renzi, né nessun’altra istituzione ligia alle direttive degli imperialisti Usa ed europei o del Vaticano, possono essere considerati interlocutori delle masse popolari; dobbiamo considerarli per quello che sono: oppressori, boia, nemici.

È noto che ad azione corrisponde reazione: alla repressione, quindi, dobbiamo rispondere compatti ed organizzati, tanto coloro che la subiscono quanto coloro che non l’hanno mai subita ma che, se intendono iniziare ad occuparsi del proprio futuro e della propria vita, devono contare di fronteggiare. Nella sostanza: dobbiamo tutti appoggiare, affiancare e sostenere chi si mette oggi in prima linea per cambiare le cose. Si tratta di costruire l’alternativa che sostituisca questo governo nemico dei lavoratori che incarna la fase putrescente del sistema capitalista, il suo veloce ed inesorabile declino, nemico perché ha il compito, vano, di difendere un mondo che si sta sgretolando sotto i suoi piedi.

In questa lotta di liberazione si inseriscono i numerosi tentativi degli agenti della borghesia di reprimere tutti quei compagni che si mobilitano a difesa dei principi costituzionali, della memoria storica della resistenza, contro le prove di fascismo. Alcuni di questi compagni stanno affrontando in questi mesi svariate e numerosissime udienze.

Non più tardi di una settimana fa si è svolta l’ennesima, a tre compagni accusati di favoreggiamento. Inutile sottolineare che, anche questa volta, l’udienza si è risolta in un rinvio, importante ricordare che questo è uno dei numerosi processi partiti da quello principale che ha in oggetto l’assalto alla sede di Casa Pound di Pistoia.

È importante rammentarlo perché è la sede di Casa Pound che ha sfornato Casseri che tutti ricordano per la strage di Firenze e che non più tardi di due sabati fa ha organizzato un’iniziativa pubblica, in piazza a Pistoia.

Il governo occupante Renzi-Berlusconi, benedetto dal Vaticano e protetto dal servo degli Usa Napolitano, ha bisogno anche di questo; di potenziali operatori di odio, che intossicano la popolazione con la loro ideologia razzista, xenofoba, misogina. Dobbiamo cacciarli e costruire un nostro governo; delle masse popolari che metta in atto immediatamente le misure necessarie per il Paese. Un governo che inizi ad occuparsi realmente degli interessi delle masse popolari, un governo che pratichi la vigilanza democratica e sorvegli sul rispetto dei valori costituzionali, che osteggi qualsiasi tentativo di riabilitazione del fascismo. Iniziamo da qui: dal solidarizzare con quei compagni che hanno deciso di reagire come hanno cominciato a fare gli operai di Terni, come fa, ogni giorno, la sorella di Cucchi che cerca giustizia, seppure ancora nelle aule di quei tribunali che hanno assolto gli aguzzini di Stefano. Irrompiamo nelle loro aule, portiamo la nostra solidarietà e la nostra vigilanza: non lasciamo soli chi si ribella allo stato di cose presenti.

Il comunicato conclude invitando la cittadinanza a partecipare all’udienza che si terrà mercoledì 3 dicembre alle 16:30, presso il Tribunale di Pistoia.

[federazione toscana p.carc – federazionetoscana@libero.it]

Print Friendly, PDF & Email

One thought on “«UN’ITALIA CHE NON FUNZIONA DA NESSUNA PARTE»

  1. Ai compagni dei CARC, autori del comunicato sopra riportato, vorremmo far notare e a loro imputare l’ambiguità della locuzione “masse popolari”. Una locuzione a loro particolarmente cara con la quale infarciscono ripetutamente i loro comunicati ufficiali, la loro propaganda politica, ecc. ecc. (in quel comunicato è stata menzionata per ben 7 volte).

    A parer nostro, un partito che si dichiara comunista dovrebbe avere come soggetto di riferimento non le “masse popolari” ma il “proletariato”, inteso in senso marxiano del termine (anche se pur in tutte le sue più moderne e attuali declinazioni).

    Ecco che invece i CARC, espungendo anche nominalmente dalla loro analisi ogni riferimento “di classe” e riducendo il tutto ad un più generico e interclassista termine di “masse popolari”, giustificano e rendono più comprensiibile (e assolutamente non condivisibile) la loro scelta di appoggiare un movimento reazionario di massa come quello rappresentato dal M5S di Grillo e Casaleggio.

Comments are closed.