unti, bisunti & mazziati. «PURIFICAMI, O SIGNORE: SARÒ PIÙ BIANCO DELLA NEVE…» OVVERO RICICLAGGI E GOMMA PANE NEL COMUNE DELLE PANCHINE ARCOBALENO E DEGLI ABUSI À GOGO

Prima di parlare a vanvera, il Gelli dovrebbe studiarseli e capirseli i problemi che gli cadono sotto gli occhi: perché il “metodo procura di Pistoia” (quello del: prima arresto e poi se ne parla, ma intanto arresto) può andar bene qualche volta, ma non sempre 

La mia vita non può e non deve dipendere da gente

che non rispetta alcuna regola

Checché ne dicano il signor Claudio Curreli (che rapporti ha, realmente, questo Pm, con il ragionier-Ctu non-dottor Romolo Perrozzi?) e il signor Tommaso Coletta (capo dell’ufficio, ma capo debole e “disobbedito” dai suoi subalterni, che ne ignorano gli ordini), il Comune di Quarrata non solo si comporta in maniera ignobile con i suoi cittadini, dando ad alcuni ciò che ad altri nega; ma si permette perfino di suggerire come e quando aggirare gli ostacoli

 

NOI NON VOGLIAMO AVERE DELLE CIME

MA CHE NESSUNO CI IMPONGA UN REGIME!

 


Ma il Gelli lo vuole capire o no che la Via Vicinale di Lecceto esiste? Che gli ci vuole, l’ok del cognato senatore del Pd?

 

RITORNO alla famosa battuta dell’anonimo sul blog di un amico che aveva nominato una donna in politica e aveva ricevuto un commento poco lusinghiero: «Troia!». E più cancellava e più l’anonimo insisteva con quel complimento. Finché fu costretto a togliere tutto e il persecutore scrisse: «Cancella quanto vuoi, ma troia è e troia resta!».

Lo stesso accade per il Comune di Mazzanti e/o del riciclaggio degli abusi sporchi con corsie preferenziali attraverso la puttanata galattica del “permesso di costruzione a sanatoria”.

Checché ne dicano il signor Claudio Curreli (che rapporti ha, realmente, questo Pm, con il ragionier-Ctu non-dottor Romolo Perrozzi?) e il signor Tommaso Coletta (capo dell’ufficio, ma capo debole e “disobbedito” dai suoi subalterni, che ne ignorano gli ordini), il Comune di Quarrata non solo si comporta in maniera ignobile con i suoi cittadini, dando ad alcuni ciò che ad altri nega; ma si permette perfino di suggerire come e quando aggirare gli ostacoli.

Del resto lo ha sempre fatto, fin da quando il geometra Franco Fabbri, figlio di ben altro Marcello detto Cesare, era il responsabile dell’edilizia e al mattino lavorava in Comune, mentre al pomeriggio girovagava libero dalle parti del geometra Ponziani. Doppiolavorista, dunque, il Franco, e doppiogiochista con Legge del Menga per i cittadini normali (come me e come i miei).

Franco Fabbri, ora in pensione, sta zitto, muto e ben nascosto. Mi meraviglia assai che, dopo tutti gli attacchi, a nome e cognome, sparati da me pubblicamente, non mi abbia ancora trascinato lui (come il resto del Comune di Quarrata, del resto) dinanzi a giudice, e non il ragionier-Ctu non-dottor Romolo Perrozzi, di cui nessuno del tribunale di Pistoia potrà dire che “non è un favorito da dio, non è un unto del signore, non è un privilegiato, non è un cittadino di serie A” quando le carte canteranno davvero e non basterà un giudice-scout a raccattare non dico le lattine e le bottiglie di birra (esaltato da Tvl di Luigione Bardelli come un eroe) che inquinano il Montalbano: ma la massa di sterco che fra Perrozzi, Alberti-Meoni-Ferri (e avvocato loro Roberto Ercolani) e Comune di Quarrata a vari livelli, hanno lasciato fiorire per un quarto di secolo in un’area in cui si viveva sereni e beati, finché non sono arrivate le nuove locuste come la piaga d’Egitto.

Anche qui c’è la numerazione civica, ma l’gegnere capo del Comune dice che la strada non esiste. La Procura è in grado di ritrovare la via…?

Non c’è procura che tenga, caro Marco Okkióne Mazzanti; caro segretario Luigi Guerrera, anche capo dell’anticorruzione dormiente, che oltre a non voler vedere niente si ostina a dire e dichiarare cazzate anche ai carabinieri della polizia giudiziaria (i due marescialli Panarello) a cui scarichi documenti mezzi falsi o fuffa di muffa di cui ciascun s’abbuffa; caro assessore capellone all’edilizia e agli abusi, signor Simone Niccolai, che parlar non sa mai, ma sa ben costruire capannoni abusivi per i cuoi camper, anche perché il Gelli e il Bai gli danno il tempo di smontare tutto prima di finire nei guai (secondo me c’era lui, il capellone, coi Lions, a “pappare” a Montecatini al Croce di Malta…); cara avvocata Francesca Marini, dèa della legalità ma schiacciata sotto le ciabattine-infradito dell’Anpi; e soprattutto care opposizioni alla menta (dal verbo mentire) e allo stracchino di Nonno Nanni del Comune di Quarrata! Voi oppositori del… regime? Vi opponete alle puttanate del Comune con la stessa forza dei ghiacciai che si ritirano per colpa del riscaldamento globale.

Leggete cosa sta facendo il Comune, ovviamente auspice il geometra ingegner Iuri Gelli (forse lì superpagato solo perché cognato di un senatore del Pd). Sono stato costretto – mentre voi avete accettato un semplice “clisterino alla camomilla” in consiglio – a diffidare lui-Gelli e tutta la fila di gente che gli sta dietro, perché fra ragionier-Ctu non-dottor Romolo Perrozzi e Trio Lescano (Mara Alberti, Margherita Ferri, Sergio Luciano Giuseppe Meoni, spinti e sospinti dall’avvocato Roberto Ercolani che non si sa bene a che titolo viene informato d’ogni mossa che io faccia: si può sapere cosa c’entra l’Ercolani o è un segreto di stato che serve alla sicurezza nazionale?) altro non fanno che spingere per avere le sanatorie prima del processo-polverone sollevato dal signor Claudio Curreli, titolare di un’inchiesta evidentemente fasulla per la quale avrà fatto, sì e no, mezza indagine seria, mezza e non di più. O mi si dimostri il contrario.

Il Gelli, sopraffino ed esperto lettore delle carte e delle mappe, insiste nel dire che Via Vicinale di Lecceto non esiste e difende, a spada tratta, il ragionier-Ctu non-dottor Romolo Perrozzi (maaa… saranno parenti?) e il trio Lescano di cui sopra.

Credo che meglio meglio farebbe a tornare a frequentare di nuovo l’istituto per geometri o, almeno, un master in cartografia. Nel frattempo potrebbe cercare di imparare, da un povero pazzo come me, che la Vicinale di Lecceto esiste ed è anche ben visibile nei contratti di compravendita.

E prima di parlare a vanvera, il Gelli dovrebbe studiarseli e capirseli i problemi che gli cadono sotto gli occhi: perché il “metodo procura di Pistoia” (quello del: prima arresto e poi se ne parla, ma intanto arresto) può andar bene qualche volta, ma non sempre.

Toh, un altro numero! La numerazione civica c’è, ma il Gelli dice che la vicinale non esiste…

L’ignoranza (e penso – cioè: libera opinione – che Gelli sia, sotto questo punto di vista, un ignorante emerito, con la sua laurea da cognato che fa brillare l’okkio di Okkióne) non porta da nessuna parte. Si fermi, quindi, prima di fare ancor peggio della massa di idiozie che ha messo in fila incoronandosene ben bene.

A Gelli e alla procura della repubblica voglio dare un buon consiglio, perché un consiglio – si dice fra i collinari scemi di Lecceto – fa bòno anche al brodo.

Chiamate in causa anche il geometra Franco Fabbri, quello che ha fatto il bello e il cattivo tempo nell’edilizia quarratina anche sotto la sindaca inutile Sabrina Sergio Gori – peggiore della cieca di Sorrento quando i vigili le scappavano a scopare a Iolo o di lì e là.

Chiamatelo e fatevi spiegare, da Franchino, ma per filo e per segno, come ha fatto, da solo, a rilasciare condoni e sanatorie a Lecceto o su false dichiarazioni (i documenti parlano da soli) o su documenti richiesti e mai depositati. E strizzatelo ben bene. Franchino Fabbri è secco come un uscio, ma ci sta che, se spremuto, possa fare anche un po’ d’olio di sansa

Non potete trattare la gente come delle “pure essenze di stronzo”. Perciò io/loro concludo per tutti:

  1. le vicinali/interpoderali esistono eccome, nonostante il Gelli, il Perrozzi, il Curreli e il Coletta
  2. le vicinali/interpoderali esistono eccome e devono essere riaperte, nonostante il Gelli, il Perrozzi, il Curreli e il Coletta
  3. i condoni delle case di Lecceto sono illeciti, tranne quello di mia madre, Bruna Lapini, nonostante il Gelli, il Perrozzi, il Curreli e il Coletta
  4. i condoni illeciti di Lecceto devono essere dichiarati nulli in radice, nonostante il Gelli, il Perrozzi, il Curreli e il Coletta
  5. questa banda (espressione cara all’anarchico Luciano Michelozzi – anche se suo figlio Marino oggi appoggia Okkióne…) deve finire; e la legalità e l’ordine devono essere ripristinati a prescindere dalle caccole che strillano di essere padroni del Montalbano e di averne solo diritti e nessun dovere, nonostante il Gelli, il Perrozzi, il Curreli e il Coletta
  6. la procura della repubblica deve fare le indagini a rigor di codice (art. 358 c.p.p.) e non a capocchia o a simpatia, nonostante il Gelli, il Perrozzi, il Curreli e il Coletta
Mauro Banchini. È grave che in Toscana esista solo un giornalista con un briciolo di cervello e il raziocinio…

E infine chiedetevi tutti quanti ciò che una sola persona in tutta la Toscana – un vero collega giornalista, onesto e limpido, unico, Mauro Banchini – sembra aver compreso:

come mai nessuno dei comunali/comunisti mi ha denunciato come hanno fatto altri 16 campioni della umana illogicità? Non vi sembra un po’ strano, baulòppi?

 

Edoardo Bianchini
[direttore@libnealibera.info]

 

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Aver paura d’innamorarsi troppo…

 

QUALCUNO mi chiede come faccio a non tremare quando mi avventuro in queste “terre di mezzo” pericolosissime.
È semplice. Qualche idiota di politicamente corretto, per evitare di offendere qualcuno, ha chiesto – pensate solo a certa gratuita cretinità – di essere apostrofato come LORO. Loro infatti incorpora tutto e tutti: è, come piace ai cattolici e ai comunisti, inclusivo. È un LORO, però, singolare.
Diversamente io che esigo che mi si dia del LORO, ma al plurale. Infatti oggi, a Pistoia, non esistono giornali, non esistono istituzioni, non esiste giustizia, non esiste sanità. E la gente comune è profondamente in crisi.
La gente che ne ha le palle piene di questo porcaio di stato (rifatevela anche con Belpietro: stamattina ha su La Verità, l’espressione “porcata di stato”), mi contatta e si rivolge a me, unico che la ascolta e che racconta le loro storie di angherie e sopraffazioni.
Quindi datemi del LORO, perché io parlo, ma anche se parlo per me, parlo anche per tutto LORO.
LORO, che pagano stipendi profumati a tutti – giudici compresi –, essendo datori di lavoro di gente che se sbaglia non paga mai a dovere – come ha dimostrato anche Milena Gabanelli –, perché dovrebbe aver paura di richiamare «a dogo» (in Valdichiana la parola significa solco) tanti esseri così terzi e imparziali che non di rado avanzano facendo solo terra bruciata nella vita delle persone non protette e non unte dal signore?

 


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