uomini e caporali. ANCHE FABRIZIO NEROZZI SI DIMETTE DAL PD

Il Presidente del Consiglio Fabrizio Nerozzi

AGLIANA.  Le dimissione di Giacomo Mangoni, potrebbero essere anche forzate, vista la caratura funzionale del Sindaco, legato al doppio filo di un Commissario predominante (il Ryno, per chiarire) e di un partito possessivo e pervasivo che di democratico sembra proprio non avere nulla.

Le dimissioni del Presidente del consiglio Fabrizio Nerozzi hanno una loro autenticità originale (niente peccato questa volta!) e arrivano come una valanga dopo una lunga fase di silenzio-assenso del Pd, ancora stordito dopo l’assemblea bulgara dei “fratelli-coltelli” di giovedì 3 gennaio.

Trattasi di un documento chiarificatore di portata nazionale per come emblematico, ovunque spalmabile e che perciò, potrebbe essere di grande efficacia pedagogica anche dall’affannato Martina, in via del Nazareno a Roma.

Vi lasciamo alla lettura del documento trasmessoci dal Presidente Nerozzi, al quale dobbiamo fare la simbolica resa con l’onore delle armi, dopo averlo più volte rimproverato per una sua fraintesa inerzia o dipendenza, traducibile in una chiara sofferenza.

Questo il comunicato stampa diramato:

Sono molto rammaricato del gesto che mi trovo a dover compiere.

Ho deciso dopo alcune settimane di riflessione di uscire dal Pd, a seguito di un disagio già manifestato da tempo all’interno del gruppo politico.

Sono stato fortemente scosso dalle dichiarazioni fatte dal Sindaco e che una parte del partito ha scelto scientemente di ignorare, etichettandole semplicemente come fatti di fantasia.

Credo al Sindaco e credo anche che ad una piccolissima parte del partito abbia fatto comodo far finta di non capire, e decidere di non discutere la mozione presentata in assemblea dal Primo Cittadino, impedendo così il confronto, motivo per il quale ho abbandonato l’assemblea del 3 gennaio.

Ancora una volta sono stati violati i principi elementari e democratici della dialettica politica.

Spero che il mio sacrificio assieme a quello del Sindaco serva a ripulire il Partito Democratico dalle zone grigie, quelle aree di contiguità con i poteri forti, che stridono fortemente con la natura e l’etica del PD, un partito che dovrebbe avere un fine collettivo e orientare la propria azione politica verso i più deboli e non le élites.

Un partito che perde le sue due più alte cariche sul territorio, Sindaco e Presidente del Consiglio Comunale, e immagino che nelle prossime settimane potrebbero essere altri ad uscire, dovrebbe interrogarsi su cosa non ha funzionato.

Mi rivolgo in particolar modo al Segretario Politico Matteo Manetti, persona pacata e che stimo a livello personale, ma che in quanto segretario porta sulle sue spalle tutta la responsabilità di aver traghettato il partito verso una direzione, che è quella dell’autodistruzione.

Mi rivolgo agli iscritti e simpatizzanti invitandoli a non essere dominati della paura, ognuno deve “pensare e decidere” con la propria testa e non secondo ordini di scuderia e prese di posizione di un partito che dimostra di voler continuare a farsi governare da personaggi che vorrebbero ancora comandare “la nostra Comunità” con un “telecomando a distanza” con l’evidente intento di “manipolare il manipolabile”.

È necessario intraprendere la rotta del coraggio e non del servilismo asettico, auspicando con dignità che eticamente “Agliana torni agli aglianesi”.

Il Pd aglianese ha perso quei valori di onestà intellettuale e rapporto sincero con i cittadini alla base della sua creazione, a causa del comportamento di alcuni suoi dirigenti.

[Alessandro Romiti]

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