VALCHIUSA, NON QUELLA DEL PETRARCA MA DI PESCIA…

Valchiusa di Pescia
Valchiusa di Pescia

PESCIA. Alcuni genitori pesciatini con bimbi alle scuole di Valchiusa ci hanno inviato una serie di appunti ‘raccapriccianti’ sulle condizioni di vivibilità e di sicurezza all’interno delle strutture del plesso scolastico.

Ve li riproponiamo anche come stimolo e spunto per l’amministrazione Giurlani:

  • Mercoledì 7 gennaio al ritorno dalle vacanze natalizie i bambini della scuola di Valchiusa sono stati costretti a tornare a casa per il mancato funzionamento del riscaldamento. Arriva un sms serale che avverte che il giorno seguente la scuola sarebbe rimasta chiusa.
  • Giovedì 8 la scuola rimane chiusa. Verso le 19, però, arriva un nuovo sms che avverte che il giorno seguente ci sarà il riscaldamento.
  • Venerdì 9 la campanella suona, i bambini arrivano, ma il problema-riscaldamento rimane e di nuovo si ha un dietrofront con i disagi che ne conseguono: e cioè rimandare a casa circa 200 alunni. I genitori che hanno accompagnato i figli a scuola, li riportano sùbito indietro, mentre molti altri ragazzi – quelli giunti con il trasporto pubblico – devono essere ‘parcheggiati’ al freddo.

MA IL CASO DELLA SCUOLA DI VALCHIUSA NASCE DA LONTANO

Nel Piano Annuale delle Opere Pubbliche 2010-2012-“Progetto per i lavori di adeguamento statico ed antisismico” si attiva un programma urgente inerente la sicurezza dell’edificio e si individua l’ing. Enrico Mangoni, della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Firenze, per le suddette verifiche sulla vulnerabilità sismica, e il geologo dott. Franco Menetti, che ha già eseguito una verifica sull’area del plesso scolastico pesciatino per la quale ha scritto: “risulta in uno stato manutentivo piuttosto degradato, non sono stati eseguiti interventi importanti di adeguamento, se non quello relativo alle norme antincendio, con l’installazione di una scala esterna in metallo per la via di fuga e di recente realizzazione l’adeguamento dell’impianto antincendio”.

Prima ci sono stati anni di richieste di messa in sicurezza per problemi strutturali riguardanti l’edificio: la palestra ad esempio, dove regolarmente i bambini fanno attività fisica, ha le finestre con vetri rotti tenuti in piedi con la pellicola; il cortile presenta buche che quando piove si trasformano in un lago, senza contare i gradini a spigolo vivo dove le maestre devono stare attente a non farci andare i bambini; e i muretti che crollano. I bagni sono fatiscenti con sanitari obsoleti, e, a seconda della stagione, fuoriesce odore di fogna che si espande nei corridoi e nelle aule del piano terra: l’acqua calda non esiste. C’è anche umidità sui pavimenti e sui muri sia dei corridoi che nelle aule; gli arredi sono datati e in più mancano sedie e banchi; alla mensa, inoltre, c’è sempre freddo, tant’è vero che sia i bambini che le insegnati sono costretti a mangiare con i cappotti in dosso.

Sta di fatto che la scarsa attenzione alla manutenzione scolastica non può non essere annoverata tra i mancati interventi della politica, frutto di una chiara mancanza di volontà. La struttura scolastica in questione, come tantissime altre in Italia, continua ad essere fatiscente e a vivere in condizioni di manutenzione ordinaria carente, se non addirittura assente, violando quelle che sono le normative vigenti sulla sicurezza.

Le insegnati della scuola primaria di Valchiusa, infine, non molto tempo fa, hanno partecipato a un bando di concorso indetto dalla Fondazione Cassa di Risparmio Pistoia e Pescia dove venivano assegnati finanziamenti per la ristrutturazione del vecchio teatrino appartenente al plesso di Valchiusa. Sono stati destinati, grazie al contributo della Fondazione 10.000 euro: ma il Comune di Pescia o altre fondazioni non potrebbero dare degli aiuti per la realizzazione del progetto?

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