PITEGLIO-MONTAGNA. Non sobbalzate dalla sedia, stiamo per parlarvi bene del rag. Valerio Sichi, quel signore che ha visto i lupi a La Lima, che è stato Sindaco di Piteglio e che aveva messo la branda in Comunità Montana da Presidente, Vicepresidente, Assessore al bilancio (perché sorridete?) per una caterva di anni, senza vedere, senza sentire e…. senza parlare.
Perchè lui non è il Berlusca e quindi poteva non sapere: e su questo è recidivo anche per altre situazioni che, quando ne avremo tempo, potremmo anche spiegare.
Vogliamo sottolineare in positivo la proposta che, in cronaca del Tirreno, sabato 8 febbraio, ha lanciato a proposito del generale dissesto idrogeologico al quale la Montagna è sottoposta, e che dipende in larga misura dall’abbandono della cura del territorio con le sue selve e i suoi boschi che un tempo erano amorevolmente accuditi e che avvaloravano il detto “sotto la neve pane”: un pane che oggi si è tramutato in “frane”.
A modestissimo nostro parere, la proposta di Valerio Sichi è intelligente (perché sorridete?): ovvero la costituzione di consorzi o aggregazioni di persone, in forma cooperativistica, per sfruttare da un lato la possibilità di commercializzare il legname e dall’altro, risanando il territorio, contribuire al mantenimento di quel “reticolo” geologico che possa contrapporsi alle annuali frane che massacrano il territorio montano.
In questo caso, per cortesia, non ridete, perché la proposta è interessante e intelligente. Bisognerà pure cominciare a muoversi e smettere di attendere che a fare ciò sia questo Stato che si sta trastullando con il porcellum del Maroni/Berlusca, con l’Italicum del Matteino, che non fa rima con cretino ma con furbino, o altre e sicuramente prospettabili alchimie che verranno e che sarebbero tempo veramente perso. Pensiamo bene alla proposta del rag. Valerio Sichi, che non è affatto peregrina.
Se ha fatto a modo suo i conti anche in Comunità Montana, non è detto che anche questa sua proposta sia una bufala: al contrario, lo ribadiamo, ci sembra estremamente intelligente ed interessante. Per quanto possa valere il nostro pensiero.
La proposta, in fondo, racchiude in se medesima una sfida che è quella che la Montagna deve “ripartire” da ciò che possiede e che può tranquillamente sfruttare per il suo benessere futuro. Senza troppo contare sui soldi, magari a fondo perduto, che il rosso Rossi elargisce al territorio.
Quei soldi, lo sappiamo bene, vanno tutti all’Abetone, chissà perché…?
Quindi, bravo Valerio (non sorridete!). Finalmente una giusta!