PISTOIA. Dal lontano 2001 mi occupo della spesa alimentare.
Conosco le offerte, so scegliere la verdura buona e il pesce fresco, la carne migliore, il mio forte sono le angurie e i meloni: 90% almeno di successi.
Tra i banchi, però, perso tra carrelli e bollini, chi da sempre ha avuto da “dirmi” qualcosa è il limone.
È bello e lucido, raggiante come il sole. Molti esemplari della specie sono dei narcisi, si adornano di foglie verdissime, di bucce perfette, compatte e pulite, così invitanti, così, a loro modo, moderni.
Il limone buono, però, proprio come certe persone, non se ne sta in cima alle casse, non ama la ribalta.
Se ne sta sotto gli altri, a volte deformato dal peso di chi gli sta sopra ma senza restarne schiacciato, ha la scorza sottile ma dura, spesso sporca e magari rugosa.
Sembra quasi che non voglia farsi scegliere o, forse, farsi scegliere solo da chi lo capisce, da chi sa che dietro quella scorza c’è dell’ottimo e salubre succo, magari aspro ma sincero.
[Angelo Fragliasso]