vatt’a fidà’. TRA FALSI, MENZOGNE, SVIAMENTI DI POTERE, ABUSI E GIUDICI DI BUONA SPERANZA: ECCO LA STORIA DI COME TI FAVORISCO IL RAGIONIER-CTU

Credo – posso farlo o mi arrestano di nuovo? – che la procura di Pistoia meglio farebbe se indagasse seriamente su quali possano essere ed essere stati i rapporti tra i professionisti dell’arte costruttoria (gli studi dei geometri e degli ingegneri più blasonati) e le strutture comunali coordinate dall’XXL Iuri Gelli

Alla faccia dell’area privata, signor ingegner Gelli! Non solo c’è la numerazione civica, ma la gente che vi abita paga anche la spazzatura con l’F24! S’ha a smettere di dire cazzate o ci s’ha a ricoprire di ridicolo più di quanto è avvenuto finora? Scelga lei, autorevolissimo ministro del territorio okkiònico!

 

VIA LECCETO ESISTE, GELLI:

NON CI ROMPERE I CORBELLI!

 


Ecco la seconda parte della proluvie di bischerate amministrative che il Comune di Quarrata mi ha fatto arrivare per Pec. In un paese davvero civile una magistratura seria avrebbe inquisito e messo in guazzetto l’ufficio tecnico del Gelli fin dal settembre dello scorso anno. Ma l’Italia è ciò che è: familismo, corruzione e sopraffazione delle istituzioni specie se Pd, ben protette da tutti

 

 

ORMAI, mano a mano che passa il tempo e si avvicina il momento dell’aula, il quadro che emerge dalla situazione Lecceto-Perrozzi più altri tre (Alberti-Ferri-Meoni), quanto a schifezze di ogni genere, si fa sempre più chiaro, definito e impressionante.

Come ultima genialata del geometra ingegner Iuri Gelli, dirigente okkiònico XXL – e di tutto il suo staff di sostegno, segretario generale compreso che non batte ciglio –, c’è la risposta, che mi è stata fornita recentemente, in merito a varie mie richieste di accesso, per le quali ho avuto il 90% di diniego: un no che, con solare evidenza, favorisce chi ha operato nella più assoluta mancanza di rispetto delle norme urbanistiche e di tutela ambientale.

Dalla risposta, molto assai ben articolata, in un pletorico ammasso di idiozie giuridico-amministrative che fanno raggricciare la pelle, due cose emergono nette:

  1. che io avevo chiesto carte che picchiavano spietatamente nel segno

  2. che il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, così caldamente tutelato da vigili urbani, carabinieri, procura della repubblica e in primis – come del resto ho sempre detto e nessuno ha voluto leggere e capire, dal Comune di Quarrata: a partire dal geometra Franco Fabbri, per transitare ai due geometri Giorgio Innocenti e Fiorello Gori, e per finire all’XXL okkiònico – è visto con ingiustificato senso di riguardo rispetto ad altri cittadini.
    Un ragionier così benvoluto, il Perrozzi, sotto il tetto del palazzo di giustizia (?) è, di fatto, un privilegiato. Non sarà mica, anche, perché bene o troppo noto come Ctu dello stesso tribunale di Pistoia?
    Ce lo vogliamo chiedere o disturbiamo gli scout che salvano l’ambiente raccattando lattine e boccette di birra vuote per le strade?

Ciò premesso – e sono convinto che oggi il ragionier-Ctu farà partire la ultra-trentesima querela contro di me ad opera della sua avvocata (all’inizio fu la Giovanna Madera e oggi è l’Elena Giunti, figlia dell’ex-sindaco di Agliana ed ex-presidente della Provincia Marco Giunti, peraltro tutt’altro che nemico di Linea Libera) –; ciò premesso, dalla risposta dell’XXL emerge un dato che definire inquietante è come parlar di zucchero e miele: più che inquietante, infatti, ciò che sta accadendo in questo momento, è una vera e propria schifezza, un’ignominia che può verificarsi solo in un sistema marcio e corrotto oltre il midollo osseo stesso. Sistema Palamara-Davigo-Ungheria, che tutte le colpe dei protetti cancella e via!

Cosa è successo? Si spiega in tre battute: il Comune di Quarrata, dopo aver avvisato il Perrozzi & C. che il pericolosissimo stalker Bianchini aveva fatto richiesta di accesso a loro documenti, ha permesso, sempre al Perrozzi & C., di presentare domande d’ogni genere e tipo, per ottenere la santa sanatoria di tutto il fuori-regola. Praticamente a Lecceto, in metaforica iperbole espressiva (figura retorica ignota in procura) non c’è un cazzo che sia a modo.

È, questo appena descritto, uno dei metodi di azione tipici del regime comunista tanto in voga oggi; quel regime che stiamo vivendo, imposto a forza in Italia dai democratici politicamente corretti.

Altri esempi illustri me li ha forniti, in tre o quattro occasioni, l’eccelso ordine dei giornalisti della Toscana, che ha salvato il popò di un’altra delle mie avvelenate accusatrici, la non-dottoressa, Daniela Ponticelli, giornalista (?) pubblicista sviolinatrice dell’Ausl di Paolo Morello Marchese.

Uno strumento caro al potere: il tromboviolino o violinofono per le tromboviolinate leccaculo a chi comanda. Ma strumento che incute terrore a Daniela Ponticelli, capoufficio stampa e spiogaggio dell’Asl Toscana Centro, e ai bigottoni asinini dell’Ordine dei Giornalisti…

Il tromboviolino (quarratini, chiedete cos’è a Carlo Rossetti) non lo posso rammentare, perché tre ex-colleghi imbecilli della disciplinare, presunsero, nel 2015, come tutti i somari di questa terra, che dire tromboviolino e tromboviolinata era un insulto sessista. Ma allora non è altrettanto sessista dare la notizia che qualcuno, affetto da Covid-19 è passato a miglior vita per un trombo?

Il metodo comunista è il seguente: per salvare chi si intende salvare, si avvisa l’interessato incolpato da salvare e, dandogli tutto l’agio e il tempo possibile, gli si fanno rimettere a posto i mattoncini-Lego con cui colui ha creato un transformer più orribile di un diversamente alto (lèggasi nano, più facile) e, per giunta, venuto su legato col fildiferro come le radici di un bonsai.

Una volta che il diversamente favorito (qui parlo del quartetto Perrozzi-Alberti-Ferri- Meoni) ha riordinato la scatola del Lego, lo si assolve e, per la Legge del Menga, l’unica davvero applicata in Italia in maniera ferreamente rigorosa, chi l’ha in culo de lo tenga. E non facciamo gli schizzinosi, per favore. Un personaggio femminile del Diavolo sulle colline (Cesare Pavere era di sinistra), esclama senza mezzi termini, rivolgendosi alle compagne: «Sappiamo bene cos’è il cazzo!».

Signor Coletta, signor Curreli, signora Martucci, signori tutti della procura: siamo strastufi di essere trattati da imbecilli da quattro Katzoni (il dottor Katzone è un famoso personaggio di Fellini in La città delle donne), il cui unico scopo è quello di non voler vedere per non disturbare il can che dorme, facilmente identificabile come un unto di dio e del potere.

Ho – evidentemente e a buon diritto – diffidato il Comune di Quarrata (nelle persone di tutti i responsabili possibili e immaginabili: dal Gelli in su e in giù), dal procedere a qualsiasi forma di sanatoria che modifichi lo stato di fatto e di diritto nel momento stesso in cui la procura di Pistoia (senza avere svolto 1 straccio 1 di vera indagine) mi ha messo sulle spalle non meno di 45 querele: a cui manca solo quella di dio onnipotente per averlo offeso e diffamato dal momento che scrivo di continuo che Lui non c’è, non c’è mai stato e non ci sarà mai.

Ma qui, in questi miei casi emblematici, siamo alla guerra tra De Gasperi – gente che conta – e Giovannino Guareschi, il povero giornalista stronzo a cui tutti chiedono (dalla procura in giù) di mostrare e dimostrare i titoli di legittimazione e l’interesse stesso ad agire per Lecceto e il Montalbano da salvare.

È già qui la risposta a tutto: come quando il grande Bye-Bye Bai voleva sapere da me il dispositivo di legge atto a imporre di multare il suo adorato sindaco okkiònico a cui aveva giurato fedeltà come i professori fascisti a Mussolini.

Tutto è già qui perché, prima di chiedere tante cose, pubblica amministrazione e giudici veramente terzi e imparziali, si chiederebbero (come loro imperativo categorico) se i documenti, che ho pubblicato e presentato a tutto il mondo, sono veri come legge vuole o falsi come quelli prodotti da quattro o cinque campioni del Comune di Quarrata (Gelli, Bai, Gori, Casseri e forse anche altri) e assolutamente e deliberatamente ignorati dai magistrati in teoria – ma solo in teoria – obbligati all’azione penale.

In Italia, però, ognun fa come cappero vuole. Ce lo dice anche ben chiaro la Milena Gabanelli (grazie, Dagospia!) nel video che metto a disposizione dei lettori più sfavati.

Uno di questi magistrati esemplari, citati dalla Milena, Luciano Padula, aggressore di carabinieri perché sorpreso alla guida in stato di ebrezza, è transitato anche da Pistoia, culla di Cino il giurista, oltre che di Vanni Fucci il ladro.

Sabrina Sergio Gori. Le braccia aperte e poi poc’altro fece: | sindaco inetto e inutile. Una prèce!

Il Padula, giudice smacchiato e vergine, aveva in carico la denuncia – assai cara alla signora Sabrina Sergio Gori, sindaco inutile e dannoso per Quarrata e, pure lei, mia aggressiva querelante –; la denuncia contro Alessandro Cialdi: quella che fu il siluro che permise a Okkióne di Burràkia di salire al potere per continuare l’opera di distruzione portata avanti da margherite e Pd.

Alessandro Cialdi si era affidato all’avvocata Elena Baldi. Non si è mai saputo se il Pm “spirituale”, il Padula, abbia mai chiuso il fascicolo…

E ora ditemi perché si festeggia il 2 giugno e perché anch’io dovrei crederci, obbedirci e combatterci!

Linea rossa Lecceto-Comune

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]

 

E fra l’altro mi dicono che quasi ogni giorno il ragionier-Ctu telefona al Gelli per sollecitare il passaggio delle sue domande in commissione… Ne volete altre?

 

 

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E fatevi una cultura su chi ci giudica…

 


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