MARINA DI PIETRASANTA. Sul palco degli Incontri al Caffè, dopo un dilatorio scambio di opinioni sull’uso dei burkini (dove ci si sente come Gasperino, il carbonaro del Marchese del Grillo, che non riesce a capire come sia stato possibile svegliarsi a palazzo… tanto anacronistica ci appare la faccenda) alla Versiliana arriva davvero Matteo Renzi.
Tutta la zona, da Fiumetto a Forte dei Marmi, per il raggio di un paio di chilometri, è transennata e monitorata; fa un gran caldo ma tanti sono lì, stoici, ad aspettare il premier (?).
La finale di pallavolo maschile non è ancora terminata che il Presidente del Consiglio – non eletto da nessuno… – raggiunge il pubblico versiliese, radunato in fitta schiera.
È attorniato da una nutrita compagnia di governativi e non – ci sono Lotti, Gutgeld, Giacomelli, Nencini, Alberto Bianchi definito “testa pensante del Giglio Magico”, Chicco Testa –. Arriva sul palco e l’intervista dovrebbe avere inizio… In realtà Del Debbio sarà bravo a intervallare l’esposizione colorita e travolgente di tutto quanto il primo ministro (?) ha da dire.
Si comincia dall’immigrazione. Del Debbio dice che l’Europa ha fatto poco, ha fatto interventi finti.
Renzi – Do i numeri. Vero ciò che dice Del debbio, l’Ue non ha fatto quel che doveva fare ma non solo per l’Italia, che ha avuto 154mila arrivi, ma neanche per la Germania, che ne ha avuti più di un milione (9 volte quello che abbiamo avuto noi).
Quest’anno ne sta arrivando qualcuno meno, siamo a 102mila contro i 106mila dell’anno scorso. Questo è un problema europeo. La Germania è messa peggio di noi.
Del Debbio – Si sarebbe imbestialito se da sindaco non fosse stato avvertito dell’arrivo di profughi?
Renzi – Si riferisce al prefetto di Treviso, che fece una cosa sbagliata e fu subito cambiato, perché noi si fa così, chi sbaglia si manda via…
Qui qualcuno dal pubblico urla “Pinocchio”, Renzi risponde che quella è una bella storia che finisce bene e va avanti: “Con la nostra legge uno viene licenziato in 48 ore. Se il dirigente non ti licenzia noi si licenzia il dirigente.
Renzi – Io dico non è mica facile cambiare le cose… noi avremo 150mila ulteriori arrivi, è chiaro che il meccanismo non può andare avanti così per sempre. I più vengono dalla Libia perché abbiamo commesso l’errore di bombardarli. Noi si cerca di mettere un freno nella questione libica e non andando a bombardare a casaccio. Allora non si è pensato al futuro e si è sbagliato.
Abbiamo 100mila persone e abbiamo detto dividiamoli un po’ per uno. Non abbiamo fatto tendopoli (come hanno fatto i francesi a Marsiglia), ma nemmeno questo funziona più, bisogna che si affermi il principio di aiutarli a casa loro. Sì, questo è il pensiero della Lega ma la Lega quando governava ha tagliato tutti i fondi per gli interventi in Africa…
E qui scatta lo stile con cui, tra un numero e un altro, Renzi c’informa che lì in prima fila “c’è anche la mi’ nonna in forma spaziale, 96 anni”. Siparietto in cui Del Debbio alla fine si alza e va a omaggiare la nonna di Matteo, un cammeo.
Poi si continua: “Bisogna stabilizzare le zone da cui partono, bisogna fare i campi dove si può in Africa, e anche la Germania e la Francia sono d’accordo. Bisogna gestire la partita con intelligenza, e – qui so che prenderò dei fischi – se un bambino è in mare e rischia di morire, io devo andare a prenderlo, perché io sono italiano e questa è l’Italia”.
Applausi fragorosi, vola anche qualche “bello!”. “Però vanno aiutati a casa loro davvero. Poi quelli che devono essere rimandati indietro bisogna rimandarli… Sono orgoglioso e fiero di portare il tricolore in Europa perché se l’Italia ha bisogno dell’Europa l’Europa ha bisogno di Italia”.
Del Debbio – E la Turchia?
Renzi – L’unico capo di governo che ha posto il tema della libertà di stampa in Turchia sono stato io, dobbiamo ricordare che ci sono valori non negoziabili.
I professori, i giornalisti e i giudici non possono essere messi in carcere perché è come mettere in carcere il proprio futuro.
Del Debbio – Russia e Stati Uniti, da che parte sta l’Italia?
Renzi – Gli Usa sono il nostro punto di riferimento da sempre e sono orgoglioso di aver potuto affrontare importanti questioni con Obama, più volte.
Abbiamo un problema nuovo, c’è la Russia che non riveste interessi da poco. Che fa di buono Putin? Gioca la carta dell’identità. Identità culturale, con grande intelligenza politica è andato a Palmira città della cultura, l’Isis l’ha distrutta, l’ha ripresa la comunità internazionale e Putin ci ha fatto un concerto di musica classica e ha mandato a dirigere un suo amico.
Se ammazzano i preti in chiesa non c’è da arrendersi, bisogna mantenere vivi i valori, se chiedono di cancellare la musica bisogna fare sempre più musica, investire nella nostra identità culturale. Putin investe su questo filone culturale, noi non vogliamo rivivere la guerra fredda. Sono stato a San Pietroburgo e ho detto a Putin che per noi gli americani sono un modello di democrazia, ma noi dobbiamo costruire ponti e non muri.
Del Debbio – Manovra pensioni, ci vuole una grossa cifra, dove la trova?
Renzi – Si tratta di elevare le minime, il mio governo ha tenuto chiuso il rubinetto del deficit più degli altri… La Spagna ha il 5% di deficit…
Del Debbio – Ma noi abbiamo il debito alto…
Renzi – E quindi teniamo il deficit basso. Dobbiamo continuare ad abbassare le tasse. Aspetto fondamentale è la riduzione della pressione fiscale. Ora si va via perché sennò questi non mangiano e io domani ci ho la Merkel.
Del Debbio – Gli economisti la criticano in tutti i casi.
Renzi (si rivolge a Gutgeld che è in prima fila) – Te non suggerire, l’economia non va benissimo, ma noi abbiamo fatto crescita 0,6, si sta migliorando. Spero di arrivare a 1-1,2, la parola austerità in Italia ha creato solo danni… (se non sembra Berlusconi?).
Ed eccoci al momento del più concreto degli argomenti astratti, il referendum.
Del Debbio – Referendum. Se vince il no che fa lei?
Renzi – Io non dovevo personalizzare, ho sbagliato, ma io vorrei che gli italiani leggessero il quesito scritto sulla scheda, che è molto semplice… Vorrei che tutti leggessero solo quel che dice. Chi vota sì semplifica il Paese, chi vota no si tiene il Paese che c’ha ora.
Aleggia da una mezz’ora un D’Alema che ora esce. Del Debbio ricorda che D’Alema sta facendo i comitati del No e Renzi replica che “se D’Alema avesse messo un decimo del tempo che ha esso per attaccare me a avversare Berlusconi…(l’appalusometro qui segna il massimo) Se D’Alema vuol fare la battaglia per le poltrone la faccia… Così magari poi si ricandida.
Intanto la pagina Fb del costituzionalista Maddalena è stata bloccata, dopo una serie di post molto popolari in cui si spiegava la riforma e la si avversava (da Il Manifesto), ma gli algoritmi di Fb, si sa, sono imperscrutabili.
Renzi (si rivolge all’Anpi) – Il presidente dice che non vogliamo l’Anpi alle feste dell’Unità… Io la invito da qui per sabato o domenica prossima in una delle feste dell’Unità, invito il presidente dell’Anpi a salire sul palco, vicino a me, a Reggio Emilia o a Bologna, a ragionare insieme a me, poi ci si dà un abbraccio e “la finisce qui…”. Se si discute nel merito non mi può che dire sì.
Del Debbio – Capalbio?
Renzi – A Capalbio valgono le regole di tutto il resto d’Italia.
Applausi finali, però il premier (?) resta, si trattiene con gli imprenditori locali, titolari delle concessioni che sono nell’occhio della Bolkenstein Directive, con i precari della scuola che devono fare l’orale del concorso nonostante insegnino da decine di anni, con il pubblico che all’inizio un po’incerto, ha finito per dargliela vinta su tutto.
Si voterà nel 2018: ma a occhio e croce si va avanti col renzismo almeno quanto col berlusconismo. Le differenze, del resto, sono minime…
[Paola Fortunati]