È del tutto inutile qualsiasi forma di campagna elettorale. Il gregge è già ben orientato da una serie di condizionamenti trentennali che vanno dal lampione dinanzi all’uscio, al permesso rilasciato senza tante chiacchiere (ma solo ad alcuni), alle pacche sulla spalla che rasserenano i cuori oggi che non esiste più il prete come figura di riferimento se non per benedire qualche nastro da taglio come una pizza…
Se la classe ha un solo alunno, è anche il primo della classe…
«BEATI MONOCULI IN TERRA CAECORUM»
FORTUNATO, FRA I CIECHI, CHI HA UN OCCHIO
Chi ricorda Quarrata di quando Mazzanti e la Sabrina Sergio Gori non erano ancora nati, si mette a piangere.
Basta l’ultimo pezzo di via Montalbano, poco prima della balcanizzata Piazza Risorgimento, con tutti quei sampietrini sconnessi che non reggono nemmeno una bicicletta (andarono a fare quello sconcio per abbellire la città: ma quale città, se è solo un’accozzaglia di gente che vi viene a dormire di fuori?); basta solo quello per iniziare a grattarsi.
Se poi si va in quel bel Polo Tecnologico (poi il Mazzanti, che politicamente capisce il giusto e anche meno, mi spiegherà in cosa si concretizza la tecnologia: in un teatro nuovo…?), le uniche cose che mi tornano in mente sono le due o tre frasi storiche sulla fontana – non di Trevi, ma di vetro – che Stefano Marini aveva voluto in quel luogo.
Le ricordo ai giovini che non ne hanno memoria: «Viva la fica» e «Tutte le donne ce l’anno nera anche quelle che se la rasano».
Forse, per ridare un po’ di ossigeno e di verve a Quarrata, occorrerebbe rinfrescare a tutti i quarratini, che purtroppo si tufferanno nel Romitino (longa manus del Mazzanti e dei poteri forti quarratini, a iniziare dalla loggia del mattone – Lions di geometri e ingegneri, consumatori del territorio, sverginatori dello sverginabile e quant’altro), la famosa e sempre attuale «Legge della pantera: anche le bionde hanno la passera nera».
E invece il Romiti c’è a prescindere. Ed è destinato a vincere se non altro perché Italia Viva, con l’assessore Simone Niccolai, si è tagliata le palle con le proprie mani quando il capelluto di Valenzatico è stato preso (e grazie a questo giornale on line) con le manine nella marmellata, visto che, pur essendo assessore all’edilizia, si era costruito abusivamente dei capannoni dietro casa. Salvato e tenuto in caldo dal democratico Mazzanti, sempre pronto a sgranare e sempre primo ai tavoli dove si sgrana.
Quarrata ha un destino tristanzuolo. Quello di deflorarsi piano piano. La verginità la perse al secondo mandato di Stefano Marini e, con l’avvento della sindaca più inutile di tutti – quella che ci ha lasciato con una piscina del cazzo dietro la banca di Vignole (e debiti da pagare, anche grazie a Mazzanti, che allora era, se non erro, assessore ai lavori pubblici) – questa “terra dei tutti e dei nessuno” è andata via via degradandosi fino all’osso.
Meno male che il Romitino c’è, come il Berlusca. Lui farà rifiorire ogni cosa. Ma per farlo, dovrebbe iniziare a riattivare il tubone della cacca fognaria dei Casini; e non pensare a fare nuove strade nel mondo per collegare Quarrata a tutto ciò che la circonda.
Perché quando l’avrà fatto, cosa esporterà Quarrata? Il lercio di via Montalbano? I sampietrini di davanti al Nazionale? L’arrembaggio sgangherato – e favorito dagli uffici tecnici comunali – alle aree protette del Montalbano, dove risiedono i villani rifatti venuti da fuori, ma favoriti dall’amministrazione di sinistra?
Cosa farà il Romitino? Continuerà a fare illuminazioni pubbliche – come ha fatto – per agriturismi su strade vicinali perfino non asfaltate come la via di Bindino?
No, lui aprirà la casa di tutti. Dunque? Abolirà la legge Merlin? Il Comune di Quarrata diventerà una commedia di Ibsen, Casa di bambola? Una tragedia. O si limiterà – i primati superiori, dalle scimmie all’uomo, imparano per imitazione – a copiare il suo maestro Mazzante I di Burràkia, tagliando nastri e non ombelichi? Farà benedire panchine multicolori? Farà divertire la gente con 40 mila euro di luminarie natalizie, mentre qualche cittadino vive in auto e non sa come andare avanti?
È – volendola dire tutta – la legge del taglione: chi non taglia, gliè un coglione. Che se poi il Romitino emerge e svetta come la punta di un K2, è solo perché, dall’altra parte della barricata, non ci sono cervelli di qualità; ma solo un la Pietra e una Pira (ora la fanno anche assessora a Montecatini) che s’incazza e querela perché gli avrei dato dell’oca, poverina. E se l’avessi appellata anatra zoppa come Michele Santoro ha detto a Draghi, cosa avrebbe mai fatto la grande segretaria leghista di Pistoia che ha perso 11 consiglieri comunali sotto il suo illuminato governo della Lega-Salvini? Avrebbe preso il posto di Biden/Bidet per stornare gli eserciti dall’Ucraina e per convogliare le forze della Nato contro di me e contro Linea Libera?
In cinque anni di nulla del Mazzanti, in due del centrodestra non sono stati capaci di decidersi su chi preparare e fare scendere in campo fra due mesi. Finché faranno alle unghiate come i gatti, cosa volete che sia una bimbina come l’Irene Gori, legata al padre geometro che è di chiaro orientamento piddino e per giunta geometressa pure lei? O cosa potrebbe fare un qualsiasi altro leghista che a Quarrata non c’è?
Me la vedo brutta, disse la marchesa camminando sopra gli specchi!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
IL PD HA I SUOI SANTI IN PARADISO
Il centrodestra non ha cervelli da giocare e nemmen santi in paradiso. Il centrosinistra è uguale, ma ha la fortuna di avere la procura della repubblica dalla sua parte.
Anche se la sinistra viene indagata, a Pistoia non c’è un caso in cui, alla fine, non ne esca ripulita.
Cito tre casi: il casino di Casalguidi quando – si dice – ci pensò Luca Lotti a calmare le acque dei casini del Pd; il Bertinelli a Pistoia, che è stato prosciolto da ogni accusa con la stessa richiesta della sostituta Linda Gambassi; il Mazzanti col voto di scambio in epoca Paolo Canessa. Anche lui venne fuori come lavato con Perlana.
In Comunità Montana, tutto il Pd fu salvo netto e limpido come cristallo di Boemia; e una sola condanna – miserevole – a carico di Giuliano Sichi. Per caso di destra…
Se questa è Pistoia, meglio vivere nel Donbass. Non c’è poi tanta differenza.