Tra buche, frane e limiti assurdi, si aggiungono ordinanze degne di una caccia al tesoro
MONTAGNA PISTOIESE – Percorrere le strade di montagna è già un’avventura di suo: buche che sembrano crateri lunari, frane pronte a sbarrarti la via, semafori piazzati a caso su tratti deserti e cartelli con limiti di velocità assurdi, che sembrano pensati per gare di lumache. Ma la creatività nella repubblica di Marmo non ha limiti. Sul palcoscenico della viabilità si aggiungono ora ordinanze di chiusura strade che, oltre a essere stravaganti, sono anche incomprensibili.
Chiudere una strada è una questione di precisione: si stabilisce un tratto, si fissano le date, si mettono i cartelli di divieto e si impedisce il transito. Tutto qui, o almeno così dovrebbe essere.
Tuttavia, l’Ordinanza n. 113 del 06/12/2024, quella ufficiale pubblicata nell’Albo Pretorio della Provincia di Pistoia, che chiude la Sp20 Popiglio Fontana Vaccaia, sembra sfidare la logica con un approccio creativo-burocratico.
Nella premessa del documento, i tecnici della Provincia di Pistoia individuano un tratto della Sp 20, precisamente tra il km 13+600 e il km 13+700, colpito da cedimenti strutturali e voragini preoccupanti. La chiusura? Ovviamente necessaria, a partire dal giorno prima, il 05/12/2024. Gli automobilisti sono quindi avvisati: devono essere preveggenti. Ma non basta.
L’ordinanza ordina una chiusura che stravolge il copione. Non più il km 13+600, ma dal km 5+600 al km 7+950. Come se non bastasse, anche le date prendono una piega fantasiosa: la chiusura, si legge, è dal 25/07/2024, ben prima del cedimento della sede stradale. Preveggenza o viaggio nel tempo?
Un’Ordinanza degna della settimana enigmistica per gli amanti dei rebus e delle sciarade, per chi individua per primo il tratto chiuso. E meno male che la Provincia predica trasparenza; ma in questo caso, trasparenza non è sinonimo di chiarezza.
Fortunatamente, la SP 20 è stata riaperta al traffico. L’ordinanza, che sembrava un capolavoro di assurdità burocratica, è stata superata, e il tratto stradale torna percorribile, anche se resta il sospetto che le comunicazioni istituzionali abbiano bisogno di un “restauro” tanto quanto le strade.
Ma con una sì fatta ordinanza, in caso di multe o incidenti, che cosa accade? Chi può essere ritenuto responsabile quando il tratto chiuso non corrisponde a quello indicato, o quando le date di chiusura sfidano le leggi della fisica? Gli automobilisti rischiano di trovarsi al centro di un groviglio di contestazioni, con multe che potrebbero essere impugnate per carenze formali o incidenti che aprono il capitolo delle responsabilità civili e penali, difficilmente attribuibili con chiarezza.
Marco Ferrari
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