PISTOIA. Le chiameremo cattive abitudini e, purtroppo, riguardano, chi più chi meno, tutti noi.
Una di queste è parcheggiare sulle strisce gialle, negli spazi riservati agli invalidi e disabili. Ancor peggio se questo avviene dinnanzi a una farmacia, dove il portatore d’handicap, accompagnato o meno, si reca spesso e volentieri e non certo in gita di piacere.
Paolo Selloni è un cittadino pistoiese che ha deciso di raccontare la sua storia.
“Frequento, non per piacere – tiene a puntualizzare – la farmacia comunale e gli ambulatori di viale Adua. Pur avendo la possibilità di parcheggiare nei due posti riservati ai disabili, non li trovo mai liberi, spesso e volentieri occupati da gente che non potrebbe lasciare l’auto lì.
“Mai una multa, mai che ci sia un vigile urbano nei paraggi, come accade invece altrove, pronto a invitare la gente a lasciare libero il posto o a elevare una contravvenzione. Ho protestato diverse volte al Comando della Polizia Municipale. Risultato? Niente. Solo una volta mi fu consigliato di vedere se all’interno della farmacia ci fosse il proprietario della vettura posteggiata nello spazio disabili.
“Il colmo – prosegue – è stato che la stessa farmacia ha tolto dalla parete il cartello di posto riservato ai portatori di handicap sostituendolo con un distributore di preservativi (nella foto), peraltro il secondo esterno della struttura.
“Mi sono rivolto, indignato, ai responsabili della farmacia, che invece di chiedere scusa e rimediare, rimettendo al loro posto la segnaletica (basti pensare che un agente della Polizia Municipale non può fare una contravvenzione se non sono presenti contemporaneamente la segnaletica a terra e sul muro), hanno sorriso asserendo che non si tratta di cosa grave.
Che cosa devo fare per poter mettere la macchina laddove mi è consentito?”.
Più che avere delle risposte, comunque importanti, ci auguriamo che venga posto rimedio nel più breve tempo possibile: con il cartello di posto riservato a invalidi e disabili rimesso dove deve stare e le auto dotate di contrassegno invalidi posteggiate negli appositi spazi e non costrette a fare i conti con la prepotenza e l’arroganza altrui.
Perché non una bella e documentata denuncia alla Procura della Repubblica, sia contro la Polizia Municipale per omissione di atti (e ci potrebbero essere altri casi, in città per denunce del genere), sia contro il titolare/responsabile della farmacia? E così si vede se continuano a fare gli spiritosi. Magari non da solo, ma facendosi assistere da qualche associazione.
Piero Giovannelli
Bravo Piero. personalmente queste cose le vivo continuamente quando lavoro con persone non vedenti. In tanti anni sono giunto ad una conclusione. Questa è una società, che oltre ad essere intrisa di ipocrisia che si manifesta proprio dove c’è il politicamente corretto è, fondamentalmente una società nazistoide o nazista. Bum!…direte voi, ma la verità è che le persone disabili, sotto la patina delle belle parole che vanno dette per fare bella figura, al di là degli inutili convegni-mangiatoia, sono a mala pena tollerate. Ma non ho alcun dubbio che se si riproponessero le condizioni storiche, sarebbero senz’altro emarginate ancor di più e poi soppresse. Personalmente quando insegno l’attraversamento delle strade alle persone non vedenti, pur sulle strisce pedonali, pur col bastone bianco bene in vista, ho contato (proprio per curiosità) una media di 40 imbecilli in macchina che passano, rallentano incuriositi e poi accelerano senza dare strada, prima che se ne fermi uno intelligente. Un paio di volte mi sono dovuto frapporre fisicamente tra l’allievo e i paraurti dell’auto per evitare il peggio. Non si contano le volte che nei bar negano la chiave del bagno (a volte negano l’esistenza di un bagno) con le scuse più assurde per paura che facciano pipì fuori dal water: della serie un’ignoranza abissale e non se ne vergognano. In ogni caso, sono d’accordo, non ci si può rassegnare e personalmente spesso mi sono rivolto a polizia e vigili urbani e debbo dire che se si è decisi l’intervento lo si ottiene.
Massimo Scalas
PS. le persone disabili non vogliono essere chiamate “diversamente abili” perchè non vogliono essere prese in giro. Un non vedente sà che non guiderà mai l’auto in virtù di una fantomatica diversa abilità, quindi perchè infierire con la finta bontà, con la finta considerazione da convegno tra “esperti”?
Caro Massimo,
sapevo bene, sotto sotto, che il “diversamente abile”, spesso è appena tollerato, dietro la facciata del buonismo ipocrita; ma sentire, da uno “del mestiere”, che si arriva a non fermarsi di proposito sulle strisce perché si capisce che sta attraversando un disabile, mi ha fatto rimanere a bocca aperta, tanta è l’inconcepibilità del fatto, pur sapendo benissimo in quale mondo viviamo quanto a civiltà e sensibilità. Ci sarebbe da fare uno studio veramente serio ed approfondito per capire davvero attraverso quali passaggi siamo arrivati a questo punto, e sono molto propenso a credere che non ci sia una risposta sola, ma tante e diverse.
Comunque sia, in tutto questo concorrono sia l’assenza dello Stato, inteso in tutte le sue componenti (educativa, repressiva, ecc), sia della famiglia.
Tanto per dirne una, rimango sempre meravigliato e quasi disgustato quando le mie amiche insegnanti raccontano di episodi di indisciplina impensabili ai miei tempi (sono del 1951) e come, se una insegnante si permette di essere appena un po’ energica con un alunno (solo verbalmente, peraltro) subito i genitori vadano a strepitare ignominiosamente contro tale insegnante, difendendo sempre e comunque l’alunno, qualunque cosa abbia fatto. E’ evidente che poi è anche di qui che prende origine la “civiltà” in cui viviamo.
Quanto alla farmacia di Viale Adua, che è tra l’altro la mia di riferimento, rimango esterrefatto dal comportamento dei dipendenti della medesima nei confronti del sig. Selloni. Non si finisce mai di imparare, mi verrebbe da dire.
Piero