Se l’Italia è un paese ad altissimo tasso di illegalità, la situazione di Pistoia non solo non si diversifica, ma presenta anche lati fortemente contrastanti che investono Asl, Prefettura e Procura della Repubblica
PISTOIA. Ci chiamano per l’ennesima volta, i residenti di Vicofaro per lamentarsi delle vicende che appaiono ai loro occhi nell’esterno della parrocchia.
È l’ennesima volta che lo fanno, ma questa volta ci consegnano un’immagine scioccante con la speranza che la sua pubblicazione possa scuotere le coscienze nell’indifferenza: quelle delle istituzioni, o autorità costituite come le chiama il Gip Martucci, sugli incresciosi fatti che si svolgono nell’oscuro mondo circostante la chiesa di Vicofaro.
Per meglio rappresentare il degrado dell’ambiente pluri-relazionato dal dipartimento di igiene dell’Usl Toscana, vogliamo proporre le immagini di un’altra Chiesa di grande pregio architettonico, disegnata da Giovanni Michelucci per la tragedia del Vajont: la chiesa di Longarone.
Guardatevi le immagini e fate un confronto. A Longarone brilla lo stato di protezione e cura del resede, definito “luogo sacro” e nel prato circostante all’edificio non vi sono né foglie, né cartacce e nessuno pensa, nemmeno per un attimo di orinare sui muri o le siepi.
Notevole il cartello dissuasivo a non lasciare sporcizia e a portare rispetto alla sacralità del luogo.
Ma torniamo a Pistoia. Non sarà solo il degrado sociale e igienico a farci indignare, ma è principalmente – lo scriviamo con uno stato di leggera ma incomprimibile angoscia –, l’immagine di una ragazza intenta a prepararsi la siringa: l’immagine è drammaticamente chiara e purtroppo non equivocabile. Perché è lì?
Ci riferiscono ancora i residenti – delusi e amareggiati dall’inerzia generale per la loro condizione di prossimità – che dagli uffici di Usl Toscana Centro sarebbe uscita la notizia del deposito, avvenuto presso la Procura di Pistoia, di una sorta di “esposto-denuncia” relativo alla serie di conclamate irregolarità sul profilo igienico/urbanistico/sanitario del complesso parrocchiale che accoglie oltre un centinaio di migranti, con una aliquota sensibile di irregolari senza documenti, come attestarono i rilievi fatti dagli ufficiali di P.G. in occasione dei tamponi a circa 150 ospiti del “centro sociale” di don Biancalani, tutti incontrati e intervistati oltre un anno fa dall’Usl ovvero dall’ingegnere/paramedico Massimo Selmi.
Sembra inoltre, che il “comitato di fatto” sia molto preoccupato per la circostanza che vede schierato il sostituto PM Claudio Curreli “dall’altra parte della barricata”, come dichiarato a Tvl dallo stesso “coordinatore” dell’associazione Terra Aperta, costituita all’indomani del varo del decreto sicurezza di Salvini.
I residenti precisano che loro hanno esposto questa perplessità al Prefetto, ma avrebbero ricevuto la sua risposta rassicurante:…mica c’è soltanto lui!
Va tutto bene così, allora?
Alessandro Romiti
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