PISTOIA. La Chiesa di Vicofaro è celebre per essere stata progettata nel 1965 da due insigni Architetti pistoiesi Giovanni Battista e Giampiero Bassi.
A loro pensiamo mentre ci scorrono davanti queste immagini che sono state raccolte da una partecipante alla cerimonia delle Cresime di questa mattina iniziata alle 8,30 che, come potete immaginare era molto affollata.
L’edificio è provvisto di un piano rialzato che richiama il matroneo delle antiche Chiese romaniche, riservate all’accoglimento delle donne, ma che a Vicofaro, è una specie di “galleria” dove i fedeli si possono raccogliere per seguire la liturgia, anche stando seduti sule sedie in prossimità della balaustra.
Su un braccio laterale del piano è stato trovato – con lo stupore di tutti i presenti – un dormitorio allestito precariamente con materasse rinfuse: la percezione di un angolo degradato era inoltre data dalle presenza di resti di cibo e confezioni di scatole e contenitori.
Un fatto prevedibile, di contorno, perché collegato all’attività di soggiorno nel dormitorio.
Il Vescovo Fausto ha officiato la cerimonia senza alcuna perplessità e, siamo sicuri, che non ha sicuramente ispezionato il piano rialzato dove avrebbe potuto constatare la serie di giacigli allineati e disordinati, con almeno tre – ci hanno riferito – “ospiti” (non della Ue).
Questi erano tre giovanotti che, indifferenti alla celebrazione, si sono svegliati, alzati dal loro giaciglio (in boxer e maglietta) e, forse disturbati dalla lettura delle pagine di Vangelo, si sono recati fuori dal dormitorio.
Dopo essersi stirati, ci riferiscono, si sono candidamente indossati i pantaloni, le scarpe e sono usciti, attraversando l’assemblea dei fedeli allibiti: come se fossero in un albergo.
Ci conforta sapere che, però non hanno protestato per essere stati svegliati. Non è poca cosa, vista la dinamica storica dei fatti di Vicofaro che sono sempre più clamorosi.
I due celebri Architetti, i fratelli Bassi, non sanno come viene oggi usata la loro monumentale Chiesa: si rivolterebbero nella tomba!
Ma il più improvvisato “dormitorio” è consentito in un edificio liturgico soggetto alle norme di Diritto Canonico o è un atto di ingiuria? A parte gli eventuali provvedimenti del Vescovo, che cosa ne penseranno il Questore e il Prefetto?
Gli agenti delle autorità di Ps che lo scorso sabato fecero la verifica delle (ir)regolarità nei locali della pizzeria del rifugiato hanno mai ispezionato (gli consigliamo di farlo la notte) l’edificio della Chiesa, anche nel matroneo?
E il promotore di Giustizia della Diocesi, Don Anthony , ne prenderà nota nella sua relazione periodica al Vescovo?
Insomma, a nostro parere, a Vicofaro, abbiamo passato davvero la misura e siamo di fonte all’attuazione di un addormentamento della coscienze, nota come “rana bollita”, favorita dal clamore mediatico: i fedeli, si troveranno coinvolti nelle progressiva sostituzione “morbida” della parrocchia, in un centro di assistenza sociale per migranti.
Siamo sicuri che ci sarà anche chi avrà modo di difendere Don Massimo, sostenendo che lui è stato costretto a questa ingiuria (alla Chiesa, al Vescovo Fausto che ha celebrato la Cresima e ai fedeli tutti, anche gli assenti) dalle misure di sgombero e chiusura del suo ostello per i migranti adottate dalle autorità.
Il mondo alla rovescia, dove le norme di diritto sono calpestate perché “sconvenienti” alle intenzioni di alcuni.
[Alessandro Romiti]
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