PISTOIA. La diocesi di Pistoia interviene nuovamente sulla situazione di Vicofaro.
“Nel dibattito di queste ore sta ritornando, da più schieramenti, una lettura politica dei fatti di Vicofaro che non è di alcun aiuto, né ha mai portato alcun reale beneficio ai suoi ospiti o alla comprensione della realtà dei fatti.
Chi poi strumentalizza una vicenda complessa che perdura da tre anni facendone un vessillo politico contro l’accoglienza a priori e fomenta la rabbia sui social, quasi a voler portare giustificazioni preventive a eventuali ritorsioni violente, si rende protagonista di un atteggiamento irresponsabile e da censurare.
Proprio in queste ore la Diocesi sta portando avanti, come dichiarato più volte, lo spostamento di gruppi di migranti da Vicofaro verso altre strutture.
È necessario sottolineare che — in una situazione così complessa dal punto di vista dell’ordine e della salute pubblica — questo spostamento sta avvenendo in completa autonomia da parte della Diocesi e dei partner, entro limiti oggettivi e procedurali, visto che la Diocesi stessa non è un’autorità politica, né sanitaria, né di ordine pubblico.
In settimana gli spostamenti proseguiranno, fino a raggiungere il numero massimo disponibile alle strutture.
La Diocesi e le altre realtà del terzo settore, visto l’alto numero numero di presenze a Vicofaro, si stanno impegnando per trovare anche altre soluzioni in cui costruire un percorso di accoglienza vero e dignitoso. Questo percorso, certamente non facile – come hanno dimostrato anche le fatiche emerse da più parti durante gli incontri del tavolo di lavoro istituito dalla diocesi – necessita della collaborazione di tutti.
In conclusione, la Diocesi desidera nuovamente rivolgersi agli abitanti di Vicofaro, i più colpiti dalle problematiche che si sono create al Centro e alla Parrocchia.
In questi anni hanno mostrato senso civico e comprensione cristiana nei confronti dei tanti giovani che si sono fermati in parrocchia, sottolineandone le qualità e – naturalmente, a volte — facendone notare le intemperanze. Un comportamento, nella maggior parte dei casi, certamente lontano dagli appellativi razzisti con i quali troppo spesso sono stati apostrofati e distante dalle strumentalizzazione di forze estremiste che desiderano solo visibilità.
Come affermato più volte stiamo cercando di fare tutto quello che è possibile – in questo frangente – per alleggerire un contesto generale problematico, faticoso e a tratti insostenibile.
Nuovamente, e per il bene di tutti, cerchiamo, quindi, di abbassare i toni”.