Sopralluogo interforze nei giorni scorsi, Don Biancalani non c’era e, se c’era, dormiva. Sembra che sono entrati solo Usl e Polizia municipale ma niente trapela alta reticenza in tutta la zona per paura di ritorsioni?
PISTOIA. Di solito, gli arresti si fanno all’alba, quando i criminali dormono e per sillogismo, possiamo dunque escludere che a Vicofaro ci siano criminali e nemmeno irregolari visto che il sopralluogo interforze è stato fatto nella mezza mattinata di giovedì 3 Settembre scorso e con tutta la calma necessaria.
L’azione coordinata dal Prefetto e che ha impegnato Carabinieri, Digos, Arpat, Polizia municipale e Usl è stata soft: nessuna irruzione nel plesso parrocchia/albergo di Vicofaro.
Ma ci ha stupito la reticenza dei molti vicini di casa che, prima di riferire gli episodi hanno chiesto l’anonimato assoluto: anche quei vicini al Comitato antagonista al centro di accoglienza di Don Massimo.
Nessuna protesta, grida o resistenza, tutti disponibili, quei pochi che non erano usciti per le loro faccende: anche il sig. Biancalani come lo chiama Manone, era fuori ed è arrivato dopo oltre mezza ora, ma è assai arrabbiato per questa azione di ispezione interforze, scrivendolo chiaramente sui social.
Le doglianze dei vicini sono principalmente igieniche per la presenza di cattivi odori e rumori legati alla vita comunitaria di oltre un centinaio di persone.
Ci hanno riferito che i quattro bagni chimici allestiti nell’esterno della Parrocchia sono purtroppo inadeguati al carico di uso delle persone ospitate: i miasmi della materia che fuoriesce sono incontenibili, il puzzo insopportabile.
Anche del cinema all’aperto che è stato allestito nel mese di Agosto, ci viene riferito che il numero dei partecipanti alle proiezioni era ristretto al numero delle dita di una mano: non potevano guardare il film a una televisione al chiuso, senza amplificazione audio in esterno?
Arpat avrà preso le misure, le caratteristiche di qualità e i volumi dei materiali che ci dicono vengono ammassati nel piazzale con l’ipotesi di costituire una discarica abusiva permanente, semplicemente rinnovata giornalmente?
Per qualcosa di simile, altrettanto non pericolosa e non inquinante, ci torna alla mente la multa da 60 mila euro comminata a due artigiani che avevano dimenticato di aggiornare un registro dei rifiuti, per delle poche latte di metallo conservate nella loro azienda.
Si trattava di due fessi che nel 2012 non avevano nessun santo in Paradiso e che non sapevano dell’esistenza del movimento nazionale dei palamarini (da non confondere con il nobile movimento dei focolarini, che è altra roba!): li hanno infatti processati, ma non chiedeteci com’è andata finire, che non abbiamo il coraggio di chiederglielo.
Ci spiegano che gli agenti della Digos e dei Carabinieri non sono intervenuti e sono stati all’esterno solo per garantire la sicurezza degli altri operatori che hanno fatto una ricognizione accurata del quadro igienico/sanitario.
Del resto i dirigenti delle Forze di Polizia, si saranno imposti una certa moderazione, da quando hanno saputo (lo hanno letto da questi schermi) che il Dirigente Usl Massimo Selmi li giudicava severamente (era il 21 ottobre 2018) stigmatizzando il comportamento dei colleghi, solerti ispettori che dovevano altresì ottemperare senza ritardo agli obblighi previsti dalle funzioni di Upg. Encomiabile!
Un Upg integerrimo il Selmi, che nella crisi Covid si recò a Vicofaro per fare il sanitario improvvisato e che si dimenticò di contestare la mancata rivelazione della identità, dei molti irregolari. È vero o no?
Del resto c’è chi può e chi non può e Selmi, può!
Sembra infatti che svolga anche sopralluoghi individuali (ma le funzioni di Upg non si fanno in due?): come dimenticare di quando andò in pellegrinaggio mistico al santuario piddìno della sede della casa del popolo di Bonelle, in compagnia del compagno/collega Mazzieri.
Chiaramente il controllo Covid andò benissimo! Chissà che cosa avrà verbalizzato il dirigente dello Spill pistoiese per l’amico Don Massimo Biancalani. Andrà tutto bene anche lì?
E la collega Paola Picciolli avrà odorato le melliflue puzzolenze dei wc chimici vicofariani o le ha scambiate per delle temporanee migrazioni di Cvm esalate dal Cassero?
Va tutto bene o per i luoghi di lavoro (non ci dite che la Chiesa di Vicofaro è un b&b!) ci sono delle prescrizioni diverse e maggiori da quelli delle residenze private?
Chissà se il Prefetto Iorio, riceverà una relazione multidisciplinare armonizzata sull’ispezione o se, diversamente, gli spediranno un puzzle da ricomporre con tanta pazienza e attenzione.
Chissà!
Alessandro Romiti
One thought on “vicofaro. UNA PARROCCHIA SENZA PACE (DEI VICINI)”
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