vinitaly. GRANDE SUCCESSO ALLO STAND DEL CONSORZIO VINO CHIANTI

Vinitaly 1
Vinitaly 1

VERONA. Grande affluenza allo stand del Consorzio del Vino Chianti nei primi due giorni di Vinitaly in programma a Verona fino al 13 aprile. Nei 300 metri quadrati allestiti dal Consorzio che vede coinvolti 55 produttori e oltre 380 etichette, si sono infatti registrate oltre 5 mila degustazioni. Successo anche per la novità 2016, il bancone istituzionale dedicato interamente al Vin Santo che quest’anno ha fatto il suo esordio a Vinitaly con 50 aziende aderenti e 55 etichette in degustazione.

Bani e Rossi
Bani e Rossi

“I numeri parlano da soli – spiega Giovanni Busi, presidente Consorzio Vino Chianti – la Toscana è la regione più rappresentata in questa 50esima edizione del Vinitaly, sicuramente una delle manifestazioni più importanti a livello internazionale per il nostro settore. La nostra Regione è sempre più bandiera del vino italiano e quest’attenzione lo dimostra.

“Le aspettative sono alte e quindi ci auguriamo che l’Ente Fiera abbia rispettato l’attaccamento nei confronti della manifestazione garantendo la presenza di buyers pronti ad acquistare i nostri prodotti e a farli conoscere in tutto il mondo.

“In questo contesto s’inserisce la nascita di A.Vi.To., il consorzio che mette insieme tutti i consorzi della Toscana con l’obiettivo di rafforzare la promozione del vino toscano in Italia e nel resto del mondo. Abbiamo dimostrato che una Toscana fatta di campanili si può mettere insieme per promuovere il nostro territorio con le sue grandi denominazioni consapevoli del successo che possiamo ottenere.

Il bancone del Vin Santo
Il bancone del Vin Santo

“Come Consorzio – conclude Busi – abbiamo poi deciso di aprire la nostra anteprima al pubblico già due anni fa consapevoli dell’importanza di un coinvolgimento da parte del pubblico che Vinitaly ci dimostra ogni anno. Sono occasioni per presentarci direttamente al consumatore che, conosciuta la sorgente del prodotto e apprezzata la qualità, andrà più facilmente a ricercare quella denominazione”.

[lorenzo galli torrini]

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