PISTOIA. Adottiamo la Tasi, ci fu detto, per garantire e migliorare i “servizi indivisibili” nei quali doveva esserci compreso, tra l’altro, la manutenzione delle strade, di marciapiedi, l’illuminazione ecc.
Paghiamo un sacco di soldi in più rispetto a quanto accadeva solo pochi anni fa e solo Renzi e l’Unità sembrano convinti del contrario, ma di passi in avanti sulla qualità di strade, marciapiedi ecc. non se ne vede traccia se non nei reportage della stampa allineata.
I fatti sul terreno sono un’altra cosa e chi può mi smentisca, naturalmente con argomenti diversi da quelli dell’Unità o dell’osservanza ideologica in generale.
A fronte di questo scadimento dove abbandono, incuria, lassismo e degrado sono evidenti e sotto gli occhi di tutti, mi pare di intravedere, per ora in embrione, il tentativo di alcuni volenterosi di arricciarsi le maniche e provvedere di propria mano e di propria tasca, là dove le amministrazioni o lo stato latitano, nonostante i cospicui balzelli pretesi con assoluta intransigenza e tassativa cadenza.
L’ultima è quella dell’organizzazione “Tappami”, sorta a Roma per colmare le buche immani che punteggiano le strade dell’Urbe.
Nessuno sembra rendersi conto che così facendo, e con progressiva gradualità, ci ritroveremmo piano piano a svolgere compiti e servizi per i quali si pagano quotidianamente fior di quattrini.
Senza contare che, coloro che sono impegnati in tale tipo di servizio volontario, lo fanno a proprio rischio e pericolo. Almeno per ora sembra che aiutare l’amministrazione con prestazioni spontanee non costituisca reato al contrario di chi si facesse trovare a vendemmiare, in aiuto al fratello o all’amico senza le dovute, assurde, certificazioni.
Nei casi di riconosciute calamità l’impegno di tutti, oltre che lodevole, è indispensabile ma allo stato dei fatti appare francamente ridicolo.
Nelle stanze di Comuni, Province e Regioni, per non parlare di quelle ministeriali, si compiono ogni giorno misfatti e appropriazioni di ogni genere alla faccia di coloro che pagano le tasse e che, a quanto pare, chinando la testa, suppliscono a deficienze che, in qualunque democrazia normale, proporzionalmente al volume dei pagamenti che ci perseguitano, sono normali questioni e opere che riguardano il pubblico servizio.
Se questo è l’andazzo, prepariamoci quindi a pulire le fogne, a riparare marciapiedi e piazze, a ripulire giardini, viali, ecc. ecc. turnificando orari e mansioni.
Il senso civico si può e si deve mostrare in altro modo, cominciando a non sporcare per esempio, a usare maggiore consapevolezza e rispetto verso l’ambiente nel quale viviamo, a tutelare e difendere i beni della collettività, a migliorare la nostra educazione in tutti i sensi.
Questo è senso civico. Sostituirsi a chi dovrebbe fare il proprio dovere dopo aver avuto – o per meglio dire ottenuto – un incarico amministrativo, lautamente retribuito, non significa solo ammettere la nostra impotenza ma diviene complicità.
Le mancanze di cui sopra hanno tutte dei responsabili e ciascuno di essi provvisto di un nome e di un cognome taciuti per ragioni di ‘stupidity’, scusate ‘privacy’, ma le due cose sono spesso sovrapponibili.
Quando si comincerà a scuotere politici e dirigenti mostrando loro, in maniera inequivocabile e palese che ci siamo rotti davvero le scatole e non intendiamo più sopportare? Berlusconi è stato rimosso, ma con buona pace di tutti, i problemi sono rimasti e in parecchi casi sono anche lievitati.
Prima si invocavano diritti sacrosanti e si paventavano paure inesistenti, ora si propone comprensione, pazienza, rassegnazione e collaborazione dove prima si riteneva indispensabile solo e soltanto “lotta dura senza paura”, “resistere, resistere, resistere” ecc.
Creare l’uomo fu un’idea bizzarra e originale, ma aggiungere la pecora fu una tautologia, scriveva Mark Twain.
[*] – Lettore, ospite