QUARRATA. Si parla di vita e si parla di morte: e se ne parla attraverso il racconto di esperienze per molti aspetti straordinarie. L’appuntamento, patrocinato dal Comune, è domani sera, venerdì 5 giugno 2015, a Quarrata (ore 21) presso il Polo Tecnologico su iniziativa della parrocchia Santa Maria Assunta e del Centro di Aiuto alla Vita, con il supporto di numerose realtà del volontariato quarratino (Agesci e Azione Cattolica, Caritas e Misericordia, Vab e Cri, Avis-Aido e Oami, Centro culturale Sbarra e Pozzo di Giacobbe).
“Alba e tramonto: stessa luce?” Questo il titolo della serata, moderata da Mauro Banchini, che nell’ambito della “Giornata per la vita” si occuperà di “digressioni e riflessioni sul nascere e sul morire”.
Interverranno i coniugi Lumetta, Alessandro e Chiara, coordinatori toscani di una associazione (“La quercia millenaria”) impegnata nel sostegno delle famiglie che nell’arco della gravidanza si trovano ad affrontare gravi patologie, o malformazioni, riguardanti il bambino concepito nonché il sostegno al “feto terminale”, cioè il bambino considerato incompatibile con la vita.
“Mamme coraggio”, così vengono chiamate le donne che scelgono di portare avanti una gravidanza nonostante abbiano ricevuto la notizia che il figlio presenta malformazioni (ma talora non tutte le diagnosi infauste si rivelano esatte. Come racconteranno i coniugi Lumetta).
E interverrà un monaco, padre Guibalberto Bormolini, che con un’altra associazione (“Tutto è vita”) propone percorsi specifici per affrontare in modo sereno il tema della morte occupandosi anche di cure palliative, dell’accompagnamento al “fine vita” e di ogni altra forma di assistenza alle fasi terminali della vita.
Padre Bormolini si è conquistato notorietà anche con un’altra associazione (“I ricostruttori nella preghiera”) che si occupa di meditazione come strumento per ricostruire, in un contesto ormai post secolarizzato, i fondamenti di una consapevole vita cristiana. In molte zone d’Italia padre Bormolini recupera, lavorando lui stesso, luoghi, immersi nella natura, ormai abbandonati per trasformarli in moderne oasi di antica spiritualità.
[comunicato]