viva il prim’omaggio! FESTA DEI LAVORATORI? I CRETINI NON FINISCONO MAI PERCHÉ LA MAMMA DEGLI IMBECILLI È SEMPRE INCINTA

Lavoratori di tutto il mondo, unitevi! Ma se qualcuno di voi viene licenziato in tronco, fate finta di cascare dalle nuvole: giratevi dall’altra parte!

 MANFELLOTTO, DICCI UN PO’:

CHI L’HITACHI TI TURBÒ?


Didascalia non necessaria: capisce perfino Lilli Gruber

 

PARLARE di primo maggio oggi è uno sputo in un occhio al popolo dei lavoratori, peraltro già sputacchiati da tutti a cominciare dalla sinistra dei caconi con i quattrini in tasca; tutta quella serie di pezzi di merda che hanno attinto a larga mano nelle tasche degli italiani che si facevano il culo per ingrassarli: e lo hanno fatto rastrellando, peggio dei nazisti, i quattrini delle banche, dal Monte dei Paschi (600 milioni a De Benedetti mai rimessi?) fino all’ultima sede, con un solo impiegato, di Banca Etruria, il regno familiare della signora Maria Elena Boschi, sempre con la puzzetta sotto il nasino a punta.

Una rapina di denaro che le banche avevano drenato, con scientifico mengeliano metodo sperimentale, truffando gli italiani veri: non i comunisti di comodo con il Rolex, ma quelli che si facevano il culo con il sudore della fronte; che se lo spaccavano ogni giorno, per guadagnare un po’ di benessere per sé, distribuibile anche ai propri dipendenti, pur cercando ogni maniera e via per pagare meno tasse possibile, un gioco che si chiama «evasione».

Però va detto che, anche secondo la dottrina della chiesa disfatta da Bergoyl/Gargoyl e dal suo elemosiniere (che sovvenziona i transex dato che, senza entrate, in culo e in tasca, non ce la fanno), non dare soldi a uno stato di ladri e delinquenti non è affatto peccato. Così la pensava Sant’Agostino, che non è proprio il primo bischero a giro per strada.

Cervello comunista. Ecco la dimostrazione del fatto che i compagni pensano solo di mettere le mani in tasca a chi risparmia. Buon MES a tutti, italiani evasori che togliete la possibilità di rubare a chi governa!

Non azzardatevi, ora, a rompere i coglioni sulla mia scelta del linguaggio forte e scorretto: è, questa, la lingua giusta e adatta (“conveniente”, parlando in termini di estetica platonica) alla situazione che rappresenta: lo stato di un paese ammazzato, massacrato, spiaccicato come il cadavere di Pier Paolo Pasolini su cui l’auto dell’assassino fece, senza tanti salamelecchi, due o tre passaggi su e giù, come come un ferro da stiro.

I lavoratori di una volta, oggi disoccupati, possono, volendo, ringraziare se stessi per aver seguito, come pecore in buona fede, quei campioni di difensori dei diritti del popolo che iniziarono a toglierli e cancellarli da Mani Pulite in giù e fino all’età dei mortadella che ci hanno portato al mattatoio consegnando il paese a geni del male come Napolitano e Mattarella.

Il primo, decisionista perché profondamente ex-fascista tinto del minio staliniano, ha infranto la Costituzione con la disinvoltura di chi non aveva vergogna, da parlamentare europeo a 25mila euro al mese, di spendere, per biglietti Easy Jet, 80 € a/r e di chiederne il rimborso tabellare, dovuto alle zecche/sanguisughe europee, per 900 e passa euro a botta. Barvo comunista ladro!

L’altro, l’ex-giudice costituzionale, suo allievo, proveniente da una Dc che aveva fatto letteralmente schifo e si era già distinta per tutti i peggiori crimini contro l’umanità, incapace di decidere anche su quale rotolo di carta igienica scegliere per il Quirinale; l’altro, dicevo, da torrone moscio destinato agli sdentati, parla per congiuntivi esortativi: «Conte faccia, dica, provveda…». In parole povere: è il non-presidente della «mencerìa s-costituzionale». Ossia un insulto per la nazione, un’ingiuria alla giustizia e un’offesa all’umana dignità di un popolo intero. Non si dica che queste note sono ingiurie al capo  dello stato, se sono rivolte – come lo sono – a chi sappiamo bene che capo dello stato non è per i motivi che ho spiegato decine di volte anche ai dementi.

I cretini non finiscono mai perché la mamma degli imbecilli è sempre incinta, scriveva trent’anni fa Stefano Marini, primo sindaco di compromesso storico in Italia, anni 90.

Stefano Marini, primo sindaco di compromesso storico Pci-Dc in Italia, sciveva così trent’anni fa. Di mamma non ce n’è una sola, evidentemente…
Lavgorare oggi nell’epoca del centrosinistra…

Oggi gli italiani disoccupati, sottoccupati, malpagati, inculati, diseredati, mortificati, sfanculati anche dalla santa cattolica apostolica chiesa romana degli elemosinieri protettori dei transex a cassa integrazione, più che il primo maggio (di cui non sono ritenuti più degni) devono piangere il prim’omaggio da loro riservato a quei traditori dell’umanità che hanno occupato il potere e non vogliono andarsene neppure con le cannonate perché Mattarella, la finanza, i mercati e la Merkel ce li tengono come kapo di regime, affamando il popolo tanto da farlo giungere fino al punto di accettare Mes e il merkeliano neonazismo germanico.

La dittatura dei perfetti neo-ariani, costruita sui servi sciocchi del Sud-Europa e sulle ruberie, è qua che aspetta tutti noi perché ancora non abbiamo capito che la guerra di liberazione è eterna e che sono proprio quelli che dicono di amarci, a volerci ridurre in schiavitù per starsene a grattarsi i coglioni nei paradisi fiscali, dopo averli ammazzati, i coglioni, con ogni mezzo, specie se illecito e anticostituzionale.

Anche oggi, 1° maggio 2020, i lavoratori Hitachi Rail festeggiano con un tavolo di 70 metri? Fanno bene: perché quando si mangia, il cervello rettiliano, quello degli istinti, non pensa. Io però, nella mia limitata idiozia, mi sarei aspettato 700 metri di fila con i cartelli in mano, delle Rsu e della trinità Cgil-Cisl-Uil, con cui ricordare al signor Manfellotto la storia, ben poco vittoriosa, di Antonio Vittoria preso e scaraventato in strada senza nemmeno una palpitazione cardiaca.

Antonio Vittoria, segretario generale Ugl di Pistoia. Dimostrazione incarnata del fallimento sindacale in Italia

E la domanda di oggi, a tutti – dal prefetto, al sindaco, al tribunale, ai sindacati che non sindacano un cazzo più, ma da anni –, è una e semplice:

secondo voi Antonio Vittoria è un bastardo tale da meritare il licenziamento che ha ricevuto o, forse, rompe troppo i coglioni a chi ha ricevuto il potere di vita e di morte da quella vergogna che oggi è la non-politica e il non-sindacato padre-figlio-spirito santo?

A tutti 70 metri di allegria e piacere con cannelloni e ciccia in nome del lavoro e dei lavoratori da macello – infermieri e medici in prima linea Covid compresi!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Tutti i diritti umani insopprimibili

Vi scandalizzate del linguaggio? E che dire, allora, di un’Italia che da quarant’anni naviga in mezzo alla più evidente illegalità con il beneplacito dei tre famosi poteri costituzionali e, anzi, con un loro fattivo contributo?
Chi non è cretino e non è stato partorito dalla “mamma degli imbecilli”, non ha bisogno della corte costituzionale per capire cos’è la democrazia di cui parla la Costituzione che ancora gronda del sangue della guerra civile!


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