PISTOIA. Credo che in un paese normale il dibattito che negli ultimi giorni abbiamo letto sui giornali locali non dovrebbe nemmeno esistere.
Mi riferisco alla questione sollevata dalla decisione dell’amministrazione comunale di chiedere una modifica al piano di coordinamento provinciale per diminuire i terreni adibiti alle attività del vivaismo.
Dico questo perché una scelta di questo genere non si fa in maniera unilaterale e arrogante come ha fatto il sindaco Bertinelli.
Unilaterale perché quando si parla di scelte che riguardano un settore produttivo è buona regola che vi sia un confronto con le associazioni di categoria per capire quale siano le esigenze del comparto e quali ripercussioni potrebbero esserci nel fare certe scelte.
Arrogante perché la scelta sembra sia fondamentalmente basata su questioni ideologiche in nome di un ambientalismo che vede un suo nemico in ogni attività produttiva.
Se il sindaco ha in mano dei dati specifici che attestano la pericolosità della attività vivaistica per la salute pubblica li faccia vedere.
Blocchi ogni tipo di attività. Se no faccia il suo lavoro che è quello di tutelare il territorio in ogni suo aspetto, sia quelli sanitari e ambientale, ma anche quello produttivo e sociale. Sicuramente queste sue prese di posizione non aiutano l’immagine di Pistoia, anche in vista del 2017, dove le persone dovrebbero venire nella nostra città con l’idea di una città immersa nel verde dei suoi vivai e non di una città in mezzo ai veleni.
Nel vivaismo nessuno nega che si usino prodotti chimici come i diserbanti, ma questi prodotti sono tutti certificati e ci sono decine e decine di controllo alle aziende da parte degli enti proposti. A meno che il sindaco non pensi che qualcuno non faccia bene il proprio lavoro.
Il comparto negli ultimi anni ha fatto passi da giganti in tutela dell’ambiente e della salute seguendo il progredire della legislazione e spesso cercando di andare anche oltre. E di questo occorre darne atto.
Se poi ci sono casi in cui le regole non vengono rispettate questi vanno sanzionati senza però creare una generalizzazione.
Se veramente il sindaco vuole tutelare la cittadinanza e salvaguardare centinaia di posti di lavoro si adoperi per il rilancio del centro di ricerca e non si limiti alle passerelle culturali. Ci sono persone che quotidianamente rischiano del proprio, creano economia e ricchezza, posti di lavoro e non hanno bisogno di un sindaco “ideologico”. E non abbiamo bisogno neanche, come cittadini e territorio, di fare da palcoscenico alle lotte interne del Pd.
[la pietra – fdi-an]