PISTOIA. I piccoli vivaisti sono in ginocchio e si appellano alle istituzioni e agli istituti bancari. Paolo Chiti (comitato creditori Sandro Bruschi) torna di nuovo sull’argomento e annuncia per la prossima settimana la presentazione di una proposta operativa che porti alla creazione di un fondo di garanzia a sostegno delle piccole e medie aziende vivaistiche messe a dura prova dai fallimenti.
“I problemi del vivaismo pistoiese — spiega Chiti — sono molti: i margini di guadagno, i pagamenti, gli avanzi di produzione, i soldi persi nei vari fallimenti di diverse aziende grandi, i mutui contratti prima della crisi che ora stanno pesando, il lavoro concentrato in pochi mesi dell’anno per la mancanza dei mercati autunnali ormai quasi spariti (vedi Turchia e Arzabaigian), imbarco della Russia ecc.
Purtroppo la situazione è questa ma è da qui che ci dobbiamo interrogare e trovare la soluzione tutti insieme, e secondo noi la sede giusta è il Distretto Vivaistico di Pistoia, che al momento si sta rinnovando per essere funzionale al suo scopo cioè lavorare per il vivaismo intero.
Sarebbe l’ora di smettere con le manie di grandezza, con le ripicche, le paure e gelosie specialmente fra le aziende grandi ed avviare una discussione franca parlando di cose concrete per il settore e la nostra città”.
“Noi – prosegue Paolo Chiti — stiamo lavorando su una proposta con dei nostri tecnici per fare un accordo provinciale con gli istituti bancari del territorio sugli anticipi di fatturato e riba, sui fidi di conto corrente, sulla ristrutturazione dei mutui per poter dare ossigeno a tutto il settore perché è interesse anche delle medesime banche che si riesca a ripartire tutti col piede giusto.
Sui prezzi voglio fare un esempio: se io vo a comprare un Esta Thè alla Conad, all’Esselunga o alla Coop il prezzo è uguale in tutti e tre.
Invece nel nostro settore si è perso il senso della realtà perché un cliente la solita pianta la trova a mille prezzi e sceglie sempre quello più basso.
Quindi continuando così la filiera vivaistica pistoiese si impoverisce sempre più e lentamente andrà a sparire come è successo in altri distretti produttivi. Vedi: Quarrata per il mobile, Prato per il tessile.
La concorrenza è l’anima del commercio ma va fatta sulla qualità, sul servizio, sulla serietà e non sul resto”.
“È l’ora di fare sistema perché ne andrà a beneficio tutta la filiera vivaistica pistoiese e l’economia della nostra città.
Per la prossima settimana pubblicheremo la nostra proposta e spero che il Distretto Vivaistico di Pistoia la faccia sua e la metta in atto con gli istituti bancari del territorio perfezionandola. Ripeto anche il questa occasione il nostro motto: il vivaismo è e deve essere famiglia!
E in famiglia si litiga, ci si scanna ma poi si lotta tutti per lo stesso obbiettivo: il bene della medesima”.
Sullo stesso tema è intervenuto anche l’ex sindaco di Pistoia Samuele Bertinelli che scrive:
“Il vivaismo può vivere solo se funziona come un sistema complesso.
Se alcune, poche aziende di grandi dimensioni, ma di modesta intelligenza delle cose, immaginano di determinare da sole le sorti di un intero settore produttivo, è inevitabile che la malattia dei più piccoli produttori si diffonda e diventi contagiosa.
Se banche e istituzioni, invece di presidiare una prospettiva di crescita che solo la qualità (del lavoro, delle produzioni, dell’ambiente) può preservare, si atteggiano a “forti con i deboli” e “deboli con i forti”, i risultati sono quelli che vediamo.
Se non si intraprenderanno strade nuove e coraggiose, la situazione potrà solo peggiorare”.
[andreaballi@linealibera.it]