PISTOIA. Una giovane donna colpita da gravi malattie, alle quali però ha saputo reagire ricavandosi un proprio spazio di serenità. Racconta così una parte importante della propria vita nel libro dal significativo titolo “Volevo guidare il taxi”, Kimerik Edizioni, Elena Cinelli, laureata in Psicologia ed esperta in terapie alternative, non vedente da quando aveva sei mesi. A 23 anni poi la malattia ad un braccio, che la porta a doversi trasferire negli Stati Uniti con il marito, medico ricercatore.
Si separa e torna in Italia, dove incontra Maurizio Martini anche lui non vedente e presidente dell’Unione nazionale ciechi di Pistoia dal novembre 2007. Si conoscono in occasione di un convegno nel luglio 2008, sebbene Elena non sia solita allora frequentare le iniziative del sodalizio.
Dalla loro unione nasce Viola, lei è vedente, ed Elena può svolgere anche la sua professione di psicoterapeuta. Nel libro l’autrice racconta anche i suoi momenti di preghiera, a padre Pio ed a madre Teresa di Calcutta, un rapporto quello dell’autrice con la fede coltivato fin da piccola, poi in parte attenuatosi, ma continua sempre a rivolgersi a Gesù per sua figlia.
Il volume è il suo diario, che racconta la storia quotidiana di una ragazza con un grave handicap ma che rifiuta la compassione incontrata in varie occasioni compresi gli anni della scuola, parlando anche con dovizia di particolari delle tante persone, amici e conoscenti, che le sono state vicine nei giorni difficili.
Fede e voglia di vivere portano Elena ad una nuova vita, sconfiggendo la malattia al braccio e ritrovando se stessa. Varie le idee della scrittrice per i suoi futuri lavori scritti, riguardo l’amore per Maurizio, la figlia Viola, l’attività professionale nella quale, grazie anche all’esperienza vissuta in prima persona, può aiutare tante persone.