votate, fratres! MONTAGNA FUSA TRA IL SÌ E IL SÌ: MA SARÀ COSÌ…?

Il Sindaco di Cutigliano Tommaso Braccesi
Il Sindaco di Cutigliano Tommaso Braccesi

ABETONE-CUTIGLIANO. Si sono aperti i seggi elettorali di quella che è stata ribattezzata “Alta Montagna Pistoiese”. Dalle ore 8 gli abitanti dei due comuni di Abetone e Cutigliano sono infatti chiamati a dire o no alla fusione dei due enti a partire dal primo gennaio 2017.

Se uno si dovesse basare da quanto uscito dai dibattiti e dalle assemblee pubbliche organizzate da un mese a questa parte nei due comuni, i dubbi sarebbero pochi e la propensione emergente e prevalente sembrerebbe quella del alla fusione. Ma sarà così?

Anche al dibattito organizzato da “La Nazione”, nel locale del “Lupo Bianco” all’Abetone, quello che è mancato è stato il confronto fra le due fazioni dei favorevoli e dei contrari alla fusione.

Poche, pochissime le eccezioni: tra queste solo quella del geometra di Cutigliano, Giuliano Tonarelli, nonché presidente del Comitato per la Fusione dei 4 comuni di Abetone, Cutigliano, Piteglio e San Marcello, e un unico volantino, per altro spiegazzato, rinvenuto sui tavolini del locale.

IL VOLANTINO DEL NO

Il volantino del no
Il volantino del no

In contrapposizione ovviamente a quello del , il no lamenta la scarsa informazione e contrappone le presunte bugie del comitato del alle presunte verità delle ragioni del no.

Giocando sul terreno di Pinocchio però è facile sbagliarsi e nel titolo, le bugie diventano, per quella chiarezza lamentata, delle non capibili bugie.

IL VOLANTINO DEL SÌ

Distribuito a larga mano dai sostenitori della fusione, incentra i motivi del esclusivamente sulla vile pecunia, degno remake di: Per un pugno di dollari in più.

PER IL PD (HIP HIP HURRAH!)

Tanti gli invitati soprattutto del Partito Democratico, ma anche diverse assenze sempre targate PaDova e giustificate all’ultimo momento. Tra i presenti, ovviamente i due Sindaci: il padrone di casa, Giampiero Danti, Sindaco di Abetone, e l’inquilino del piano di sotto Tommaso Braccesi Sindaco di Cutigliano.

Schierati e rigorosamente scelti tra le file dei democratici:

  • l’ex Sindaco piddino Riccardo Nocentini di Figline Valdarno, Comune recentemente fuso con Incisa Valdarno con il primo cittadino uscente ripresentatosi alle elezioni del nuovo comune e prontamente defenestrato
  • l’avvocato prestato alla politica Fabio Micheletti, Sindaco di Sambuca Pistoiese
  • la presenza fissa in montagna, Massimo Baldi, Consigliere ripescato della Regione Toscana
  • l’Onorevole valdinievolino Edoardo Fanucci, mister pellet 22%
  • il Vicesindaco di Pistoia, Daniela Belliti, insignita recentemente dell’oscar per il miglior bilancio trasparente della pubblica amministrazione (vedi qui per non dimenticare)
  • Luca Buonomini in rappresentanza del Comune di San Marcello che, come da migliore tradizione, proverà a convolare a nozze con Piteglio a primavera del prossimo anno
Il volantino del sì
Il volantino del

Assenti, ma giustificate, le due Premières Dames, Federica Fratoni, Assessore regionale ai parchi della Toscana, la cui nomina è valsa la cadrega in Regione al non eletto Massimo Baldi e l’Onorevole Caterina Bini.

Invitati, ma anche loro assenti: i Sindaci di Porretta Terme, Gherardo Nesti, e di Granaglione, Giuseppe Nanni, recentemente fusi nel Comune di Alto Reno, alle prese con la troppa ripresa di Renzi & comari, in cui più le aziende chiudono e delocalizzano, più la fiducia dei consumatori aumenta: quella dei lavoratori della Saeco è, infatti, da ieri al massimo (vedi qui per il morale).

IL DIBATTITO

Giampiero Danti, Sindaco di Abetone

Per evidenziare la velocità dei cambiamenti, spesso epocali, la prende larga e parte da trecento anni fa, dal Granducato. “Qui – riferito all’Abetone –, c’erano le Piramidi e dall’altra parte il Granducato di Modena, poi è stata fatta l’unità d’Italia e dopo l’Europa”, quindi il passo successivo era, secondo il Danti-pensiero, fare la Montagna Alta dove si parla di bianco per la bellezza di sei mesi l’anno.

Tommaso Braccesi, Sindaco di Cutigliano

Evidenzia, in apertura del suo intervento, l’anomalia della campagna referendaria con in giro per il territorio un solo competitor, rappresentato dal comitato per il .

“Per dieci anni questo territorio non avrà vincoli è potrà decidere d’investire e dare gambe a quei sogni che tutti immaginiamo. Una sfida da affrontare senza paura. Il Comune rimarrà comunque piccolo, un Comune che però ambisce a essere il Comune dell’Alta Montagna Toscana”.

Riccardo Nocentini, ex Sindaco di Figline Valdarno

Per sottolineare il cambiamento della società, ha evidenziato come l’ammontare degli oneri di urbanizzazione sia passato da 2 milioni e trecentomila euro, quando è diventato Sindaco per la prima volta nel 2006, ad appena 300 mila euro nel 2014.

“Il mondo in questi anni è cambiato e oltre alle ragioni economiche legate ai finanziamenti previsti dalle leggi regionali e statali, alla base delle fusioni c’è anche un principio etico di fondo: per superare i momenti di crisi è fondamentale mettere insieme le forze”.

Giuliano Tonarelli, Coordinatore del Comitato per la fusione dei quattro comuni

“L’obbiettivo – dice Tonarelli leggendo un comunicato – rimane quello della fusione a quattro, perché una visione di gestione unitaria della montagna permetterebbe di stimolare e accompagnare un suo sviluppo sociale ed economico allo stato attuale difficilmente immaginabile.

Il Comune a quattro rappresenterebbe la Montagna con più autorevolezza. Riteniamo che la fusione a due, oggetto dei prossimi referendum, sarà una cosa deleteria se immaginata e soprattutto utilizzata per dividere la Montagna. Riteniamo, al contrario, che sarà una cosa positiva, se immaginata come il primo passo per la fusione a quattro.

“È per questo motivo e perché pensiamo che i promotori della fusione a due siano animati dalla volontà di unire la Montagna Pistoiese e non di dividerla, che siamo rimasti fermi senza contrastare, chi è per il no e chi è per il , lasciando libero arbitrio ai cittadini di decidere”.

Clarissa Tonarelli, Presidente del Comitato per il

“Nel progetto ci credo ed è la strada giusta per tentare di risolvere i problemi economici di una Montagna ricchissima di potenzialità inespresse”.

Serafino Ceccarelli, cittadino del Comune di Abetone-Cutigliano

Serafino Ceccarelli di Pian degli Ontani è proiettato nel futuro e si sente: queste le parole del suo intervento, già cittadino del Comune di Abetone-Cutigliano. “Speriamo – continua – che da lunedì si possa scrive Abetone-Cutigliano, perché da martedì in poi c’è il rischio che Abetone e Cutigliano diventino frazioni di un altro Comune. Voglio ringraziare Giuliano Tonarelli perché anche se non ha detto non ha neanche detto no e inviterei quelli del no a votare per poi continuare a lavorare per i quattro comuni. Dire no significa dire no soprattutto all’ultimo treno economico. Quelli che diranno avranno fatto un pezzetto di storia”.

Edoardo Fanucci, parlamentare

L'Onorevole Edoardo Fanucci
L’On. Edoardo Fanucci

Con l’intervento di Fanucci si entra nel politichese puro, dove le sconfitte sono vittorie. “Riccardo Nocentini – afferma l’Onorevole – è l’esempio più bello di cosa vuol dire tentare le fusioni, riuscirci e perdere quando si va al voto.

“Gli incentivi ora ci sono perché siete in pochi a tentare questa strada, ma quando sarà una scelta obbligata gli incentivi non ci saranno più. Perché fare politica vuol dire anche – notare – dare qualcosa ai cittadini.

“Oggi i sindaci, gli amministratori quando si va a bussare alle loro porte possono dare poco ai cittadini perché non hanno gli strumenti, i tempi sono cambiati. E in uno Stato centrale che deve guardare all’Europa e al mondo e cerca di tagliare le tasse è difficile pensare che si possa tornare indietro a 10 o 20 anni fa, quando i sindaci avevano risorse proprie, grandi trasferimenti dalla Stato e possibilità di indebitarsi.

“Oggi non ci sono più risorse proprie, perché ad esempio l’Imu e la Tasi non si possono più aumentare perché c’è una legge specifica che lo vieta – se è per questo la Montagna s’era già messa avanti per tempo senza aspettare la legge; n.d.r. –, non ci sono più i trasferimenti e se ci sono delle risorse straordinarie vanno nella direzione delle aggregazioni. Oggi ci gli incentivi ci sono perché siete in pochi e queste risorse possono cambiare le vita delle imprese e dei cittadini”.

L’intervento di Fanucci prosegue con uno slalom, tra promozione turistica, impianti sciistici non più finanziabili e strada nuova che a leggi vigenti è perfino utopia parlarne. Chiude l’intervento con due frasi a effetto (boomerang?): “Se non si cambia si muore di nostalgia” e “se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna insieme è una realtà che comincia”.

Che sia passato prima in Comune a Pistoia? L’ultima frase è un proverbio africano (vedi il meglio degli aforismi qui). Premonizione di quello che tocca ai montanini? Boh? Sarà meglio che si tocchino i cabbasisi!

Massimo Baldi, Consigliere regionale

Il Baldi fa un gran giro di parole, impone le mani sul malato e sentenzia: “La Montagna deve vivere con risorse proprie”, della serie “Lazzaro alzati e cammina” o detto alla Crozza, son cazzi vostri.

Luca Buonomini, Assessore caccia e pesca del Comune di San Marcello

“È un primo passo per capire quello che vuol dire essere uniti e avvicinarsi a un Comune più grosso. Da questa decisione dipende il futuro della Montagna. Auguri e baci a tutti noi che abitiamo quassù”.

Fabio Micheletti, Sindaco di Sambuca Pistoiese

Prova a spezzare la monotonia il Sindaco di Sambuca Fabio Micheletti, che controcorrente propone, al posto della fusione, la scissione: metà Sambuca a Pistoia e l’altra metà metà a Porretta Terme. Almeno è una proposta concreta.

“Per rilanciare la Montagna ci vuole – afferma il Sindaco – un piano Marshall, altro che fusioni. Ci vogliono politiche per la Montagna, qui si pagano le tasse sulle disgrazie. L’Iva sull’emergenza-urgenza va tolta”.

Daniela Belitti vicesindaco di Pistoia
Daniela Belitti, Vicesindaco di Pistoia

Daniela Belliti, Vicesindaco di Pistoia

“Il Comune di Pistoia non è estraneo dalle politiche della Montagna, è il Comune più boscato d’Italia e la stragrande maggioranza della popolazione abita in periferia. Prossimamente verrà vagliata in Consiglio Comunale una mozione che inviata a considerare una possibile fusione con il Comune di Sambuca”. Detto tra noi: poveri sambucani!

Andrea Formento, rappresentante di Confindustria

“Chi oggi è assente sbaglia, perché sono stati portati argomenti validi a supporto della fusione e sarebbe stata giusta una maggiore partecipazione, perché nel Comune di Abetone si avverte la spinta della pancia all’isolamento.

“L’unione dei Comuni è una grande opportunità. Rimanere soli è una scelta anacronistica. Domenica e lunedì andremo a votare non solo per noi stessi ma per il futuro dei nostri figli. La speranza è che la spinta all’unione dei due comuni possa portare ad una rivisitazione totale delle politiche della montagna e rivedere le agevolazione concesse alle province autonome.

“Quest’anno abbiamo assistito, rispetto al passato, un inversione di tendenza dove due scuole di scii si sono unite e dove le due realtà sciistiche di Abetone e della Doganaccia già stanno pensando ad un comprensorio unico. Spero che anche nel Comune di Abetone ci sia una vittoria del ”.

Rolando Galli, rappresentante di Confcommercio

“Non si può fermare il vento con le mani, lo Stato centrale ha già tracciato la strada. In tutti i settori si assiste a concentrazioni come quella di Confcommercio Pistoia-Prato-Firenze.

Abetone e Cutigliano saranno sempre un condominio piccolo ma che presidia però un territorio vasto e qualcosa gli deve essere pertanto riconosciuto.”

Continuando con l’analogia del condominio, il Galli chiede, le opere di urbanizzazione al condominio che sta in mezzo al campo e nello specifico la strada. “Non si chiede – prosegue – contributi a pioggia ma infrastrutture, la strada – rivolgendosi all’onorevole Fanucci – è quella del Granduca Leopoldo: avete rifatto due curve”.

Silvio Giannoni, cittadino di Rivoreta

Interviene risentito nei confronti degli estensori del volantino del no. “Abito a Rivoreta e vorrei spiegazioni su come mai siamo stati menzionati nel loro volantino e che razza di paragone è” (vedi volantino punto 4).

Leonardo Pasquetti, cittadino di Abetone

“Sentendo tante parole che ti spingono alla fusione, può darsi che la mia posizione sia cambiata, però vorrei sapere quanto il Comune unico Abetone-Cutigliano può andare avanti e se dopo ci potrà essere all’orizzonte e dopo quanto un’ulteriore fusione con San Marcello-Piteglio”.

Marco Ferrari e Matteo Guidi, consiglieri di opposizione di Cutigliano

Niente; anche qui entrambi favorevoli. “La montagna – dice Ferrari – viene fuori da quattro anni difficili, problematici, in cui in pochissimo tempo è sparito di tutto. Dopo il casino della Comunità Montana la politica è andata in tilt, portandosi via perfino l’ospedale.

“La fusione non rappresenta certo la panacea di tutti i mali, ma è solo uno strumento in mano agli amministratori per avere, forse, una ripartenza. I fondi che arriveranno dovranno essere impiegati per l’imprenditoria e per politiche giovanili per far sì che sia possibile vivere e lavorare in montagna”.

“I soldi servono ma non sono la risoluzione – dice Matteo Guidi –, si è parlato di un piano Marshall, ma il primo piano Marshall deve essere nelle nostre teste e questo per il momento non è così, perché se frana la strada a Pian di Novello a quelli dell’Abetone non gliene frega niente. Vota pure no, ma se tra qualche anno ti metteranno in un Comune più grande ti attacchi”.

Assente il confronto, poco dibattito ma lungo. Chissà perché solo piddì, però?

Print Friendly, PDF & Email