white wash. L’IMMIGRAZIONE INCONTROLLATA È IL TERRENO FERTILE PER GLI SCIACALLI

L’operazione “White wash”

PISTOIA. Ci sorprendiamo, come è noto, di ciò che in realtà è prevedibile.

L’operazione denominata “White Wash”, che ha portato a 19 ordinanze di misure cautelari e 5 misure interdittive emesse dal gip di Pistoia, ha riguardato reati legati all’immigrazione, ovvero il rilascio di permessi di soggiorno o il visto per il ricongiungimento familiare in maniera illecita, dietro pagamento.

Delinquenti comuni? Ne dubitiamo. Facevano parte della cricca anche impiegati postali e pubblici ufficiali in servizio presso i vari enti competenti. Che due impiegati del Comune siano stati beccati mentre pippavano cocaina sul posto di lavoro poco ci importa.

Bene ha fatto la Camera penale di Pistoia ad emettere un comunicato in cui protesta per la divulgazione del filmato che riprende costoro mentre fanno uso di droga: la pubblica gogna, già di per sé vomitevole, è inconcepibile soprattutto se si tratta di persone cui manca molto tempo prima di approdare ad un giudizio definitivo.

Ma ciò che deve interessarci riguarda la prima parte: come mai determinati soggetti, probabilmente poco avvezzi al compimento di reati, hanno preso parte ad un progetto così vasto, così palesemente illegale e addirittura immediatamente dannoso per la comunità stessa? Trattasi di un caso di dottor Jeckyll e signor Hyde?

Sebbene la responsabilità penale sia ovviamente e giustamente personale, è evidente che l’ambiente pistoiese, e non solo, si sia trasformato negli ultimi anni in un terreno fertile per chiunque volesse introdursi nel mondo dell’immigrazione (anche clandestina) per trarne guadagno.

Decine di cittadini pachistani confluivano a Pistoia per ottenere i famosi permessi di soggiorno o il visto per il ricongiungimento familiare. L’attività investigativa ha avuto inizio a dicembre 2015, circa due anni fa, proprio quando le ondate di immigrati clandestini stavano per fare naufragare la barca Italia. A botte di 180mila immigrati che ogni anno si riversano sul tuo territorio il minimo che possa accadere è che qualche furbone ci lucri sopra.

L’operazione “White wash”

Scafisti, né più e né meno. I nostri degni compatrioti, però, si davano da fare per vendere ai clandestini i permessi di soggiorno o per ricongiungersi con le proprie famiglie: modi, entrambi, per poter rimanere in Italia nonostante non si goda di nessuna protezione internazionale. Erano l’ultimo anello della catena dell’immigrazione clandestina di massa.

“Sì Toscana a sinistra” si indigna perché oggigiorno chiedere la protezione internazionale è divenuto l’unico modo per ricongiungersi ai propri familiari. Auspicano un cambiamento nelle leggi che regolamento questo gran marasma. L’unico cambiamento giusto, e che si porterebbe dietro dei sicuri effetti benefici, è la chiusura ermetica delle frontiere.

Uno Stato che possa esser definito tale deve poter controllare chi mette piede sul proprio territorio, evitando ondate migratorie incontrollate che, col casino, si trascinano inevitabilmente dietro i profittatori e gli sciacalli.

[Lorenzo Zuppini]

 

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