wikenpharenlied. SE DON BIANCALANI CON I SUOI NERI FA QUELLO CHE PUÒ, È CERTO CHE LA PROCURA DI COLETTA, CON CLAUDIO CURRELI IN MEZZO, NON FA QUELLO CHE DEVE

Tutta l’operazione “salvate il mondo disobbedendo” si basa su una indigeribile ipocrisia: gli italiani non hanno diritti, i neri li hanno tutti a prescindere grazie al colore della loro pelle e perché sono riusciti a farsi trasportare qua, a caro prezzo, da scafisti e Ong. Se queste vi sembrano buone ragioni…


A Vicofar, puoi esserne sicuro, ogni giorno qualcun piscia sul muro


DOVE STA SCRITTO, CON LA LEGGE IN MANO,

CHE PATIR DEVE SOLO L’ITALIANO?


Revised – November 11, 2022 • 10:11:48 AM

«Uno, sanguinante, portato via da una ambulanza a sirene spiegate a tutta birra. Mentre uno, bello cotto, si trova al mio cancello» [testimonianza vicofarina]

Richard Wagner oggi ci scriverebbe un nuovo Anello del Nibelungo, ma col titolo di Wikenpharenlied.

E un lungo poema – quasi infinito per chi lo ha vissuto in questi anni, dal 2016 ad oggi –, il percorso temporale per il popolo di Vicofaro: quello che dichiara ai giornali locali, signori della carta ipocrita e filo-pietista, di non farcela più a sopportare la peste manzoniana della disobbedienza che accoglie; e che, stanti così le cose, rende ancor più disperata l’esistenza di chi in Italia c’è arrivato senza un’idea precisa, senza documenti, in condizioni di assoluta illegalità e – a quello che sappiamo – dopo aver pagato migliaiate di euro ai benefattori scafisti e alle Ong del menga che trasbordano gente da un continente all’altro, facendo proventi che colano grasso.

Non sono d’accordo con l’accoglienza di don Biancalani e credo di aver parlato chiaro quando, qualche tempo fa, il parroco mi ha scritto e io gli ho risposto. Gli riconosco, però, il diritto di fare come crede, se crede di seguire la sua retta coscienza, vera o falsa che sia, come ci insegnava don Renato Gargini quando eravamo al liceo classico Forteguerri, gloria e vanto anche dell’ipocrisia pistoiese. Io c’ero e c’era anche Mauro Matteucci, che saluto e che oggi, coerentemente con le sue idee, collabora con il don.

Vi offro 15 giorni di immagini di realtà insopportabili a Vicofaro. Così i lettori dureranno poca fatica a leggere, ma capiranno che le «autorità costituite», tanto immeritatamente care alla Gip Patrizia Martucci, non sono affatto buone né rispettabili né tantomeno onorevoli. Anzi…

Se dal 2016 le case di Vicofaro hanno perso ogni loro valore di mercato perché si sono trovate immerse in una Gomorra degna di Roberto Saviano, ma devono continuare a pagare Imu e quant’altro come fossero quello che non sono più stante per il progressivo degrado dell’area (e forse i proprietari dovrebbero intentare azione legale risarcitoria per il danno inflitto loro da santa madre chiesa cattolica apostolica romana); se tutto questo, l’origine prima del disfacimento morale totale che si è generato, va cercato altrove altrove.

Chi vive a Vicofaro può stare tranquillo, no?

E non c’è dubbio che tale origine dorma accoccolata nel luogo dal quale la nostra Costituzione impone (inutilmente) una obbligatorietà di azione penale che si spunta, come una lama di acciaio temperato e quindi durissimo, ma estremamente fragile, prima contro la perversa decisione di un magistrato, pagato con i soldi dei cittadini, Claudio Curreli, che con Terra Aperta favorisce l’illegalità; poi contro il perverso silenzio (o dobbiamo parlare di omertà?) di una task force (o task debole?) di una schiera di pubblici ministeri (fra capo e suoi sostituti) in tutt’altre faccende affaccendati che non nel sentirsi tenuti ad una indiscutibile soggezione alla legge (art. 117 Cost.) che è da loro pretesa da parte dei cittadini italiani; mentre è abbonata, in parte o in tutto, a seconda dei casi, agli stranieri che – viste le modalità di arrivo – sono e restano clandestini, illegali e alla fine e non di rado, un pericolo reale per la vita degli italiani.

Prima digestio fit in ore, si comincia a digerire dalla masticazione (ma traducetelo alla lettera per l’avvocata Elena Giunti che non sa il latino e capirebbe forse sbagliando). Dove la bocca è, nella metafora, la procura. E si continua, poi, attraverso il piloro, lo stomaco, il duodeno e il tubo di scarico, fino all’ampolla, che in certi casi, come avviene per il sindaco epigastràlgico Luca Benesperi, non è in grado di tenere il flusso diarròico.

Agli abitanti di Vicofaro, però, che pensano a costituire un comitato rivolgendosi a un avvocato, mi permetto di suggerire questo: prendete pure un avvocato. Ma andate ad assoldarlo negli Emirati Arabi. Perché quelli locali e, di séguito, toscani e/o italici, appena vedono un Coletta e il suo staff – a mio parere, fra l’altro, anche particolarmente impreparato – iniziano a tremare come quei cagnolini che crepano di paura dinanzi ai cani feroci del Mister Burns dei Simpson!

Buona incazzatura a tutti, dato che essa può essere più utile ed efficace del ritirare la codina in mezzo alle gambe per viltà e lecchismo riservati al potere!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


Non si può dire che a Vicofaro manchi del movimento…


Poi arrivano anche i giornalisti che spippolano


Che osservano e girottolano…


Ascoltano l’avvocato Malucchi, Mauro Matteucci, don biancalani e l’avvocata Baldi


Il tutto finisce sui giornali come al solito


I giornali vendono qualche decina di copie in più


Don Biancalani paventa il peggio


I vicofarini si lamentano ancora, mentre il Comune stampa ordinanze inutilissime…


 

INUTILISSIME ALMENO FIN QUANDO COLETTA NON STOPPERÀ IL SOSTITUTO CURRELI E I SUOI COLLEGHI NON CESSERANNO DI PROTEGGERLO IGNORANDO CIÒ CHE FA E CHE COLLIDE CON IL SUO DOVERE

IL PROBLEMA VICOFARO

PUÒ CHIAMARSI CURRELI?


Ecco perché Vicofaro si sveglia ogni giorno nel solito incubo.
Perché a Pistoia, chi più chi meno, le «autorità costituite» pigliano in giro: comune, tribunale, prefettura Asl, diocesi, giornalisti ed elementi eterogeni della salamoia di ipocrisia che stagna in loco


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