wonderland. E I FIORELLINI “PETALOSI” DI RENZI…

Le allegre comari di Windsor
Riforme. Le allegre comari di Windsor

DUNQUE, questa settimana c’è stata una tregua nelle borse: dato che i fondamentali non sono cambiati, al momento si tratta di un rimbalzo tecnico. Aspettiamo e vediamo: non comprate ancora.

NEL MONDO

Intanto è in corso il G20 di Shangai: l’agenda prevedeva una discussione per passare a un maggior coordinamento tra le politiche monetarie in modo da agire meno sul lato valutario e di più sul lato della domanda (leggasi economia reale).

Pare che non se ne faccia di nulla. La montagna partorirà l’ennesimo topolino. Il buffet è buono, i brindisi si sprecano e la Cina è vicina.

Schiacciati fra Usa e China
Italia. Schiacciati fra Usa e China

La Cina: pare abbiano deciso che Renzi is the best. Infatti sembra che intendano, nei prossimi mesi, premere sul pedale del deficit e sfondare il tetto del 3% del rapporto deficit/pil.

Se lo possono permettere? In teoria sì, in pratica non si chiamano Usa.

Già, gli Usa. Di seguito vi metto l’elenco degli Stati dell’Unione che sono entrati in recessione: Alaska, North Dakota, West Virginia, Wyoming. Louisiana, New Mexico e Oklahoma sono invece in una fase pre-recessiva.

Quindi? Quindi l’unica grande nazione ancora in apparente, solida crescita, sembra sempre di più un vulcano ricoperto di neve: fuori il silenzio gelido e bianco, sotto un magma infuocato pronto ad uscire. Uscirà? Non uscirà? Vediamo.

La vecchia Europa nel frattempo è tutta presa a mostrarsi divisa e litigiosa un po’ su tutto: i prossimi mesi ci diranno se siamo nella fase terminale di un’agonia o alla vigilia di trasformazioni radicali che ne permettano una positiva evoluzione.

RENZI IL CANTASTORIE

A voi ci pensio, poi, vai!
«A voi ve le racconto io!»

Veniamo a noi. Tanto tuonò che piovve… Ma poco, pochino…, anzi no. Renzi ha passato mesi a far finta di litigare con l’Ue e Juncker un po’ su tutto. Ora il Governo, cioè Renzi, ha pubblicato le proposte italiane all’Ue (position paper) in materia di economia, banche ecc.: vedi qui.

È impressionante vedere che non solo non vi è traccia delle polemiche di questo periodo, ma che addirittura, su banche e flessibilità, il Governo italiano concorda con l’Ue in pieno, Bail-In compreso. Le cose sono due:

  1. questo documento è scritto da un altro governo
  2. Renzi recita ogni minuto della sua vita

Quello che è sicuro è che mente: senza timore di smentite ha rilasciato la seguente intervista-monologo (vedi), in cui le spara davvero grosse: la più grossa sono i 25 miliardi di spending review fatta in… non si sa in quanto tempo e non si sa come. Infatti se poi andiamo a cercare le pezze d’appoggio documentali, si vede che non esistono. Nessuna rendicontazione di questa mirabolante spending. L’intervista, tra l’altro, contiene altre surreali affermazioni sulla fantasmagorica riduzione delle tasse.

A questo punto, premesso ancora una volta che io non odio Renzi e spero sempre che abbia successo (non fosse altro perché è una fonte inesauribile di ilarità), bisogna che qui pubblichi i numeri ufficiali di Bankitalia e del Governo che lo smentiscono (in pratica Renzi che smentisce le sue interviste).

Eccoli:

  1. La spesa corrente è passata da 483 miliardi del 2014 a 536 miliardi nel 2015, ovvero +52 miliardi, ovvero +10.7%
  2. Le entrate tributarie sono passate da 407.5 miliardi del 2014 a 433 miliardi del 2015, ovvero +26 miliardi, ovvero +6.3%
Renzi: « Ci s’a una crescita grossa così...!»
Renzi: «Le tasse? Un pipino così…!»

Una pressione fiscale che in rapporto al Pil sale in ogni caso dello 0.1%. Tutti dati ufficiali.

A questo punto uno si chiede come sia possibile che Renzi se ne esca con queste affermazioni, palesemente false quanto facilmente smascherabili andando semplicemente a vedere i numeri che lo stesso governo, Bankitalia, l’Istat forniscono.

E ci si chiede come sia possibile che siano proprio i grandi quotidiani a pubblicare tutto senza contraddire e, anzi, sposando la linea favolistica/paese felice di Renzi. Non vi basta? Leggete qua «Il deficit italiano è il più basso nella storia degli ultimi dieci anni», sempre lui sempre intervistato dal Sole 24 Ore: peccato che nel 2015 il deficit abbia toccato il record storico di 2200 e rotti miliardi!

A questo proposito faccio notare una cosa: da almeno 20 anni l’Italia ha un avanzo primario (caso più unico che raro nel mondo), cioè, ha un attivo prima di pagare gli interessi sul debito pubblico.

Questo fatto da solo dovrebbe dimostrare ai teorici dell’espansione dello Stato spendaccione dei quali il nostro è il campione, quanto il debito pubblico sia deleterio nell’assorbire e prosciugare le risorse che altrimenti potrebbero essere usate per migliorare i servizi ai cittadini e fare gli investimenti necessari a mantenere il Paese competitivo.

E infatti non se ne fanno, e si vede; e infatti i servizi vengono tagliati in modo lineare e si vede; e infatti l’Italia, con buona pace del Pd, scivola nelle varie classifiche internazionali da anni e in molti settori (vedi scuola e università, vedi giustizia e burocrazia) siamo in fondo al gruppone.

Ma che ganzo che sono, eh?
Renzi. «Ma che ganzo che sono, eh?»

E infatti la Germania, che ha i conti a posto, investe il quadruplo dell’Italia, aumentando così di anno in anno il proprio vantaggio competitivo nei nostri confronti. Non ci credete? Leggetevi se volete davvero sapere, il libro “Ultimi” di Antonio Galdo (anche in e-book) che ha la seguente prefazione:

«Siamo diventati ultimi. Ad assegnarci questo posto nel girone dei Paesi avanzati del mondo globale, e innanzitutto in Europa, non è il nostro autolesionismo o la solita polemica tra opposte tifoserie politiche. No, questa volta a parlare, con una pioggia di sentenze senza appello, sono le classifiche internazionali. Quelle che misurano i progressi, o i regressi, di un Paese. Quelle che indicano chi fa più strada, chi è fermo e chi va indietro. Quelle che riscrivono le gerarchie nel mondo sviluppato.

«E l’Italia in questi ultimi anni non ha fatto altro che retrocedere, passo dopo passo, statistica dopo statistica. Fino a piazzarci in quel gradino, l’ultimo di ciascuna classifica. Scuola, università, lavoro, competitività, giustizia, digitale: ovunque siamo in fondo, mentre primeggiamo in corruzione e pressione fiscale. Ma spogliarsi della maglietta di ultima della classe non è impossibile e Ultimi ci racconta anche da dove l’Italia deve ripartire per risalire la classifica».

Capisco che in un Paese dove le comparazioni con gli altri sono viste con fastidio, non è semplice aprire un libro del genere: sono dati e non opinioni e questo stride con lo story telling (il favolismo…) renziano fatto di sorrisi e ammiccamenti, di fiorellini petalosi. Ma forse questo Paese più che di profumi di campo avrebbe bisogno di un gigantesco peto che scaraventi in faccia ai nostri politici il puzzo e la durezza della realtà.

governo renzi
Renzi: «Col mio Governo ci penso io a mettere a posto la Germania!»

Altra piccola chicca della settimana: da un mesetto Renzi, per sostenere che se noi stiamo male, gli altri stanno peggio, continuava a fare le pulci a Deutsche Bank e Commerzbank, i due colossi bancari tedeschi, che hanno i loro problemi, ma che secondo il nostro ometto sono marci senza rimedio.

Bene: questa settimana il nostro ometto è rimasto senza parole, ammutolito dal buyback messo in atto da Deutsche. In pratica i vertici di questa banca hanno ricomprato 3 miliardi di euro delle loro obbligazioni, per dimostrare in concreto ai mercati di avere una liquidità ampia a loro disposizione.

Bene, sapete come è andata? È andata che nessuno voleva ridare indietro le obbligazioni e che la banca ha dovuto pagare di più per ottenerne indietro meno di quanto preventivato.

Tradotto: i mercati non solo pensano che la banca sia solida, ma anche che il suo valore è destinato ad aumentare. Niente male per un’azienda che secondo il nostro ometto è marcia: ma sicuramente sbagliano i grandi investitori. Perché non provano a tentare la stessa operazione le nostre solidissime (secondo Renzi) banche?

MA I DATI CE L’HANNO CON LUI…

Perché in Italia l'equo compenso per gli sfruttati l'ho introdotto io!
«Perché in Italia il meglio l’ho introdotto io, il vostro De Luca!»

A questo punto direi di chiudere in bellezza con i dati economici della settimana:

  • Ipc (indice prezzi al consumo, alias inflazione) di gennaio -0.2
  • Nuovi ordinativi industriali (dicembre) -2.8%
  • Vendite industriali annuali (dicembre) -3%
  • Vendite industriali mensili (dicembre) -1.6%
  • Vendite al dettaglio mensile (dicembre) -0.1%
  • Vendite al dettaglio annuale (dicembre) +0.6%
  • Saldo della bilancia commerciale non UE (gennaio) – 0.5B
  • Inflazione stipendi italiani mensile (gennaio) 0%

Come vedete un’Italia leggermente diversa dalle favole renziane: la realtà continua ad avercela con lui. Maleducata!

Qui una chiosa: la flessione delle vendite al dettaglio dello 0.1 fa seguito alla flessione del mese precedente dello 0.2%. Nell’ultimo trimestre dell’anno 2015 abbiamo un -0.4% in termini di volumi (e c’era pure il Natale in mezzo!).

Questo, abbinato all’inflazione decrescente, cosa significa? Significa che le aziende al dettaglio stanno contrastando il calo dei volumi con prezzi più bassi. In nessun altro Paese d’Europa si susseguono promozioni su promozioni come nella distribuzione italiana. Ciò implica tre cose:

  1. Che la gente si sta abituando a comprare a sconto
  2. Che di conseguenza i margini per le aziende si stanno ancora comprimendo
  3. Che tutto ciò ha innescato un circolo vizioso pericoloso, con una disinflazione che, se da un lato lascia qualche soldo in più, per ora, nelle nostre tasche, lascia pochissimo spazio alle aziende per investire in innovazione e miglioramento dei prodotti

Vedere, per credere, qui.

Trovate l’emissione dell’indice Markit Pmi di gennaio, dove si spiegano molto bene queste cose. L’indice è sceso per il terzo mese e ora è sotto 50, lo spartiacque che divide la crescita dalla recessione. Leggetelo, che i dati non fanno mai male.

Vi invito poi a dare un’occhiata anche a questi

Renzi & Rai [il giornale d'italia]
«Anche qui sono sempre il primo!»
SONDAGGIO: MA COSA SIGNIFICA PD?

A questo punto, e chiudo davvero, dopo aver letto i dati e aver letto le dichiarazioni di Renzi e dei suoi entusiasti sodali (i famosi renziani) vi lascio con questo interrogativo: secondo voi l’acronimo Pd cosa significa?

Non è che, niente niente, ha a che fare con un cattivo funzionamento del presidio che sovraintende alla formazione del pensiero?

Perché P siamo tutti d’accordo vuole dire Partito, ma è sulla D che ho dei dubbi.

Cosa c’è che andrebbe bene messo tra “D e mente”? Boh! Ora ci penso… Pensateci anche voi, se avete un’idea…

No… è che altrimenti non ci dormo stanotte!

[Massimo Scalas]

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